Elio Vittorini
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Vittorini Elio (Siracusa 1908 - Milano 1966). Di famiglia modesta, interruppe gli studi tecnici a diciassette anni e lasciò la Sicilia. Entrato in contatto con il gruppo letterario fiorentino della rivista « Solaria », visse nel capoluogo toscano lavorando come correttore di bozze. Sulla rivista fiorentina, invisa al fascismo per le sue aperture alla letteratura europea d'avanguardia, pubblicò i racconti Piccola borghesia (1931) e il romanzo Il garofano rosso, entrambi di stile quasi sperimentale. Conosciute le opere dei maggiori scrittori americani contemporanei - che avrebbe divulgato con traduzioni dal 1936 al 1939 e, nel 1942, con l'antologia Americana - egli si indirizzò verso una forma di realismo epico (Conversazione in Sicilia, 1941). Nel 1945 pubblicò Uomini e no, romanzo sulla guerra partigiana, e fondò il « Politecnico », rivista nella quale sostenne, da posizioni di sinistra non dogmatiche, la necessità dell'impegno sociale degli intellettuali. |
Dal 1951 al 1959 fu direttore di una prestigiosa collana di letteratura dell'editore Einaudi, mentre nel 1961 fondò « Il Menabò», rivista sperimentale con cui cercò d'instaurare un dialogo fra la cultura letteraria e quella tecnologica della nostra epoca. Oltre alle opere citate, si ricordano: Il Sempione strizza l'occhio al Frejus, 1947; Diario in pubblico, 1957; Le città del mondo (postumo, 1969). |