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buono glocale Pensare globalmente, agire localmente. I Gats ed i buoni formigoniani: nuove
recinzioni. Appello alla mobilitazione contro i
“buoni” globali. (in sintesi: non è vuota teoria) Prima
di esporre la tesi premetto due lunghe citazioni utilissime dal Quaderno
5 del PRC “Da Seattle a Porto Alegre – sì se puede”, pag. 24/25 Gats (General Agreement on Trade and
Services) Il
Gats (General Agreement on Trade and Services – Accordo Generale sul
commercio dei servizi) regolamenta lo scambio dei servizi. Col termine
di servizi si intende tutto quello che non rientra nella produzione
(sono circa 160 i settori individuati dall’OMC – Organizzazione
Mondiale del Commercio - WTO). Solo per fornire un dato, nel 1999 il
valore globale dei servizi era di circa 1.340 miliardi di dollari (1/3
del commercio globale). Gli Stati Uniti vogliono che la definizione
comprenda anche i settori sanitario e scolastico. È in lista anche il
settore idrico (!!!), comprese le aziende municipali. Spicca la
richiesta di ulteriori liberalizzazioni nel settore finanziario
(potrebbe essere la cosiddetta porta di servizio per far approvare parte
del MAI non approvato all’OCSE). Il
Gats “[…] definisce quattro modi di scambio di servizi: Ø
Servizi
forniti da un paese ad un altro (come le chiamate telefoniche),
ufficialmente riconosciuti come cross-border supply; Ø
Consumatori
o ditte che ricorrono ad un servizio in un altro paese (ad esempio
turismo), cioè il consumption abroad; Ø
Una
società straniera che impianta una filiale per fornire servizi in un
altro paese cioè la commercial presence; Ø
Persone
che si spostano dal loro paese per fornire servizi in un altro (ad
esempio, consulenti o modelle), cioè la presence of natural persons. In
questo contesto si collocano principio e pratica di “nazione
preferita” (most favorite nation, MFN), in base al criterio:
“favorisci uno, favorisci tutti”. In altre parole: “In base al
Gats, se un paese fa concessioni alla concorrenza straniera in un
settore, uguali opportunità nello stesso settore dovrebbero essere date
ai fornitori di servizi in altri paesi Omc.” (Pino Tagliazucchi,
Notizie internazionali, n.65, gennaio 2000). Inoltre…
attenzione! […]
orbene quello che si sta architettando a porte chiuse nell’ambito
dell’Accordo generale sul commercio e i servizi (Gats) è esattamente
quello che era stato, in maniera spettacolare, rifiutato a Seattle:
l’accaparramento da parte delle ditte transnazionali di nuovi settori
e la mercificazione programmata dei servizi pubblici. In prima fila in
questa offensiva, troviamo la Commissione europea. Bruxelles ed il
segretariato del WTO si stanno spendendo infatti senza risparmiarsi per
soddisfare ai desiderata delle grandi imprese: nonostante le
dichiarazioni, i settori della sanità, dell’istruzione,
dell’ambiente e della cultura sono nel mirino. I mezzi tecnici per
aggirare o contrastare la volontà dei cittadini, e perfino quella degli
Stati membri, in questo campo, sono iscritti nei testi e già
abbondantemente messi in opera. Basta visitare il sito Internet della
Commissione per apprendere che “la partecipazione attiva delle
industrie di servizi nelle negoziazioni è cruciale per permetterci di
allineare i nostri obiettivi di negoziazione sulle apriorità delle
imprese, il Gats non è solo un accordo tra governi. È prima di tutto
uno strumento a vantaggio del business (http://gats-info.eu.int/gats-info/g2000.pl?NEWS=bbb)”
[…]. Susan
Gorge e Ellen Gould, “Liberalizzare, facendo finta di niente”, Le
Monde Diplomatique, luglio 2000. Pensare
globalmente. Dalle
citazioni in sintesi ed altre premesse: Ø
il
movimento ha fermato l’Accordo Multilaterale degli Investimenti (MAI)
dell’Ocse ed il Wto di Seattle; Ø
il
Gats (General Agreement on Trade and Services – Accordo Generale sul
commercio dei servizi) – il nome è sintesi della sua essenza –
prevede la trasformazione dei diritti[istituzioni: istruzione, sanità,
perfino l’acqua potabile] in merci scambiabili[servizi alla persona],
scavalcando il mai dire MAI; Ø
la
privatizzazione è una delle più immediate forme di espropriazione dei
diritti, ma non è la sola: per trasformare la cultura, l’istruzione,
la sanità… in merci, cioè per espropriare diritti trasformandoli in
strumenti per la valorizzazione del capitale, non è necessario attuare
un passaggio di gestione immediato dallo Stato (del capitale) alle
imprese – ne è prova l’autonomia scolastica (meglio sarebbe dire:
eteronomia) di Berlinguer; Ø
se
i Gats esprimono il piano globale, chi attuerà materialmente il piano?
L’impero della globalizzazione capitalista si regge sull’eteronomia
dei governi, sull’estromissione dei parlamenti e sull’annichilimento
delle sovranità popolari in merito alle più importanti decisioni
strategiche, che vengono assunte a porte chiuse dagli organismi
a-democratici (Wto, Ocse, Fmi, Bm, Nato, …): i globali “senza
sovranità” decidono, i locali “eteronomi” (noi diciamo per
scelta) applicano. Agire
localmente. I
globalizzatori capitalisti agiscono localmente. La nostra resistenza
materiale dovrà essere soprattutto locale: dalla sensibilizzazione
nelle piazze globali al conflitto materiale. Qual
è la frontiera materiale, il luogo avanzato dell’espropriazione
capitalista? Dunque, qual è lo spazio reale del conflitto? Chi
applica il Gats? Formigoni.
E la sua Giunta lombarda. Sono la locomotiva del cambiamento, per
l’Italia intera. La Regione Lombardia è il laboratorio avanzato,
l’avanguardia, del nuovo modello autoritario di espropriazione per la
valorizzazione del capitale globale in Italia. Il
“buono scuola” ed il “buono nonno” rappresentano l’esperimento
– per gradi di estensione e per approssimazione – del passaggio
diritti[istituzioni]-merci[servizi]. Formigoni
sostiene a spada tratta questa tesi (in sintesi): “vogliamo la libertà
di scelta–senza il ricatto di un costo proibitivo”, naturalmente per
la fruizione di un servizio alla persona. Il diritto all’istruzione o
alla sanità sono trasformati nel diritto alla “libera scelta tra
merci date”. Così i “buoni” per sanità e scuola rimborsano il
costo del servizio privato perché anche sanità e scuola pubbliche
diventino servizi alla persona, che con i tagli di Governo e Giunta
Regionale peggiorano quotidianamente di “qualità” (in quanto
servizi) divenendo meno competitivi. Formigoni ha esplicitato
chiaramente il suo programma dei “buoni scuola”: spostare nelle
scuole private, in dieci anni, il 30-40% degli studenti pubblici. Penetrare
oggi nella zona rossa significa lottare contro i “buoni” di ogni
genere e specie. Combattere il Gats ed ogni pianificazione dell’impero
globale significa anche respingere gli atti più significativi di
reificazione locali. La guerra in Afghanistan, causata apparentemente
dall’ennesimo grande disastro americano, deve essere disvelata nella
sua essenza di strumento per l’estensione globale del Nuovo Ordine
Mondiale. I/le
Giovani Comunisti/e ed i movimenti non possono pensare di costruire
“un altro mondo possibile” senza resistere allo stato di cose
esistente, per abolirlo. La Resistenza è lo strumento più forte per la
costruzione di un nuovo pensiero alternativo ed un nuovo mondo
necessario. L’azione che nega ed abolisce genera in sé il nuovo
inizio. Contestare e creare. Gianluca
Zoni - GC Federazione Provinciale di Varese Contattami
per un approfondimento ed un confronto relativo Ø
alle
nuove forme di espropriazione e recinzione/accumulazioni originarie per
la valorizzazione del capitale globale; Ø
alla
privatizzazione della scuola; Ø
ai
“buoni” scuola e sanità lombardi; Ø
alla
globalizzazione.
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