Genesi ed esordio di una “band” epocale: 
“The Negro-American Garbage Brothers”
 

Correva l’anno di grazia (o di disgrazia, dipende dai punti di vista....) 1983, e nell’ambiente in cui si riuniva la nostra comitiva di amici - ossia la Parrocchia S. Luigi Maria Grignon de Montfort, sita a Roma nel quartiere di Montemario Alto – la più bieca noia ed ortodossia di pensiero e di fatto regnavano, come al solito, sovrane...

Il pomeriggio del 23 maggio Marco, Silvia De Martin Pinter e Fabio Usai si trovavano nel Teatro ove erano in corso le prove de “La Cicala”, una manifestazione artistica di dilettanti (o...quasi) allo sbaraglio organizzata per la domenica successiva dal Centro Ricreativo Parrocchiale, associazione alla quale i tre collaboravano, e che era presieduta da Arcangelo Torcolini [per una “fine” descrizione della persona, si veda la seconda nota relativa al testo di “(Non ti fidar di) un bacio a mezzanotte” ].

Silvia, che era stata designata ad essere una dei due presentatori del festival, era sul palco a “officiare”, mentre Marco e Fabio sedevano alquanto “scalpitanti” in platea. Tutti e tre – indiscutibilmente, dei veri e propri “animali da palcoscenico” - condividevano comunque un certo qual disagio, lacerati com’erano tra l’osservazione critico-invidiosa  di  chi  si  stava  esibendo,  e  la  sensazione di star perdendo una grande occasione per dire finalmente qualcosa d’importante artisticamente (e narcisisticamente) parlando. Infatti, benché negli anni le loro precedenti esperienze ed esibizioni musicali e non, fossero state plurime e pure soddisfacenti, essi avvertivano comunque il bisogno di qualcosa di diverso, di trasgressivo...Qualcosa che andasse “oltre” la semplice musica ed il semplice cantare, che riuscisse a coniugare l’Arte con “l’insostenibile (e meravigliosa) leggerezza” del...cazzeggio!...Qualcosa che, per dar sfogo all’inimitabile creatività delle loro menti (tarate?...) e delle parole lasciate in libertà (seppur “vigilata” dal Censore Torcolini...), utilizzasse anche una sorta di trasformismo visivo, non disdegnando di ricorrere, se necessario, anche ad un moderato kitsch (il trash degli anni ’80)...Qualcosa che desse una sferzata a loro stessi ed all’ambiente...In una parola: qualcosa di...EPICO!!!...Ed infatti i Garbage Brothers, nel loro piccolo, hanno fatto epoca...sennò non staremmo nemmeno ancora qui a parlarne no??

Insomma, per farla breve, in quel “primaveril meriggio” tutto ‘sto fermento e travaglio artistico interiore (!) non ce la fece più a rimaner represso ed inespresso, ed esplose quindi in tutta la sua forza travolgente in una sola, semplice, sintetica ma assai pregnante domanda; la domanda cioè, peraltro assolutamente retorica, che Marco, inginocchiandosi accanto a Fabio - stravaccato sulle famose poltroncine nere ad ascoltare o, per meglio dire, ridere degli ”ululati” dei cantanti (?) sul palco - sussurrò, con tono tra l’incredulo ed il supplichevole, all’orecchio di quest’ultimo:

“A Fa’, ma noi domenica nun famo gniente???...”

Smettendo di sghignazzare, seppur per un breve attimo, Fabio si voltò lentamente verso di lui e, sollevando le sopracciglia con un suo atteggiamento tanto tipico quanto perplesso, rispose:

“Noi??!! Beh, ci si può pensare...Sarebbe forte però...Cosa potremmo fare??”

Al di là dell’ostentato, apparente quasi-distacco, però, il bagliore “assassino” che gli baluginava in fondo agli occhi lo tradiva, facendo capire inequivocabilmente che,  come una terrificante onda animala, l’”IDEA”, la grande IDEA, era già partita, arrivata a segno e ripartita ormai in modo inarrestabile...NO WAY OUT: non c’era modo (né tantomeno alcuna voglia!) di uscirne...Tutti i sensi s’erano allertati: E VAI!!!!!!!!!!!! Ecco qualcosa di eccitante  in cui impegnare le proprie energie in esubero e...non!!!

Da lì a dirlo a Silvia, non fu che un attimo. La risposta che ella diede non fu certo meno entusiastica seppur impregnata, com’era ed è nel suo stile, di un solido senso pratico:

“Va bene, ma a chi altri lo diciamo? E poi, il tempo stringe: bisogna darsi una mossa!”

Detto fatto: il primo ad essere contattato fu Massimo Pula, che venne convocato per una riunione “urgente” al glorioso Bar “Rispoli” sito sul piazzale di Ponte Milvio. Lì, i quattro espressero a turno le proprie idee, alcune buone, altre decisamente meno: Massimo, rispolverando un suo vecchio “pallino”, proponeva di interpretare il brano “E va’ e va’...” del grandissimo Albertone (Sordi, naturalmente!). Tuttavia, non gli riuscì proprio di convincere gli altri tre della bontà della sua idea....

Alla fine, pensa che ti ripensa, ecco giungere l’ ”illuminazione” al pari di Buddha/Siddharta ma, per fortuna, in un tempo assai più breve di quello occorso a lui...Si sarebbe eseguito il pezzo “Smorza ‘e llights”, un graziosissimo slow-blues nella spiritosissima versione anglo-napoletana fornita da Renzo Arbore, e per farlo ci si sarebbe travestiti da neri americani da show-boat del Mississippi con tanto di pagliette, straccali su pantaloni neri,  papillon nero su camicia bianca, guanti e scarpe bianche e, naturalmente, sulle porzioni di pelle visibili ossia faccia e collo, del bel...cerone nero a palla!!!

In men che non si dica, in base alle doti non solo musicali ma anche di presenza scenica (o...scemica?), vennero selezionati gli altri tre elementi atti a completare il gruppo: Angelo Goglia (un “basso” pericolosamente tendente alla...astrazione!), Carlo Tonnarini (un tenore decisamente di...peso, in tutti i sensi!) e Roberto Pula (dalla voce mediamente discreta...ma soprattutto raccomandato dal fratello Massimo!). E tutti risposero: “Obbedisco!!!”

“Fatta l’Italia, bisogna(va) fare gli Italiani”, come ebbe a dire un certo Giuseppe Mazzini in merito a vicende sicuramente non meno epiche ed eroiche di quelle qui trattate...E dunque, eccoci al nodo nevralgico: CHE NOME DARE AL GRUPPO NASCENTE ???

Tutti concordavamo che il nome prescelto dovesse rappresentare un marchio di fabbrica ben riconoscibile, essere di certo assai spiritoso, ma al tempo stesso possedere una sua  musicalità ed eleganza...Con simili poetiche premesse, istintivamente fu una sola parola, un solo concetto, una sola immagine a venirci in mente: l’IMMONDIZIA o, per dirla, ancora più “poeticamente”, in romanesco, la...MONNEZZA!!! E quindi, il nome sarebbe suonato più o meno “I Fratelli Monnezza”...Ma sinceramente ci sembrò davvero troppo brutale per dei veri appassionati di musica ed arte come noi; allora, per dare quel tocco di raffinatezza che mancava, pensammo di far ricorso alla lingua inglese la quale, manco a farlo apposta, per significare lo stesso concetto di immondizia offre svariate alternative: LITTER, RUBBISH, TRASH, GARBAGE...C’era solo l’imbarazzo della scelta! Già, ma quale scegliere? Ed anche su questo fummo concordi: quello che suonava meglio al nostro fine orecchio di artisti ed anglisti, era senz’altro l’ultimo dei termini elencati...

E fu così che nacquero ufficialmente THE GARBAGE BROTHERS!!!.........Certo, al momento non eravamo ben consapevoli della portata “storica” dell’Evento, ma il Tempo ce ne avrebbe dato prova e ragione!!!.....

Invece, il tempo - quello con la “t” minuscola – ahinoi, stringeva: ben poco ne era infatti rimasto per attrezzarsi in tutti i sensi per l’esibizione. Ci dividemmo allora i compiti, per il reperimento sia dell’occorrente per il travestimento – che non fu poi così facile soprattutto per le pagliette, alla fine “sottratte” a... manichini da vetrina -, sia di testo e musica della canzone da eseguire.

Subito dopo individuammo strumenti e  strumentisti: chitarra (Silvia: un grande “orecchio” musicale e molto ritmo nel sangue), batteria (Biagio Marinelli: un vero genio delle percussioni nascosto sotto le mentite ma anche “grigie” - vista l’uniforme da lui indossata! - “spoglie” di un militare di carriera come tanti, di modestia, semplicità e cordialità estreme), basso (Pino Di Prima: grande bravura ed esperienza associate a grande simpatia), e tastiera (Maurizio Mazzotta, un “emigrante”  conosciuto da poco, ma che nel giro di  breve tempo si rivelò essere musicista assai preparato oltre che proprio un …gran “bell’amico”, come dimostra lo “scherzetto” più sotto riportato, che ci fece proprio nello stesso festival!!!) non erano di certo un problema, ma il delizioso quanto raro clarinetto, che pure costituiva il principale attore della partitura musicale, invece sì...La sorte ci venne però in aiuto: inaspettatamente scoprimmo che tale Beppe Longiardi, tecnico di radiologia in forza presso il Policlinico “A. Gemelli” che da qualche tempo frequentava il Centro Ricreativo Parrocchiale, sapeva suonare proprio tale strumento. Certo, non era Benny Goodman, e nemmeno Renzo Arbore, però a mali estremi...

A questo punto, risolti i problemi organizzativi più impellenti, non rimaneva che un “piccolo dettaglio”: imbastire ed imparare il pezzo con voci, controvoci, sfumature varie e relativa coreografia...UNA COSETTA DA NIENTE!!...Da fare, tra l’altro, a tempo di record...e per di più con un supervisore così poco esigente e niente affatto pignolo come Silvia!!!...

Di fronte a “cotanta” impresa, ai nostri eroi tremava il sangue nelle vene ma, si sa, ai Garbage le sfide son sempre piaciute, quindi...sotto con le prove!!! Per farle, si scelse il bel salone di Casa Carradori; come si schitarrava, cantava e sgambettava in quell’appartamento!!...Le prove, serali, furono, per cause di forza maggiori, poche ma intensissime, per non dire senza tregua...Non possiamo non ricordarne qui una, in particolare, la più memorabile: la passammo infatti con un orecchio a quanto provavamo, e con un occhio...al televisore che trasmetteva la finale di Coppa Campioni Amburgo-Juventus (1-0)...Ed essendo noi sette, tifosi di squadre di calcio diverse (5 della Roma, 1 della Lazio, ed 1 dell’Inter) accomunati però dall’ ”odio” inenarrabile per la “Zebra” bianconera, quando il “Magico” Magath segnò il goal che sancì la sconfitta della Juve, esplodemmo in tali urla smodate di gioia e di goduria che c’è veramente da stupirsi che ciò, sommato al fracasso incredibile delle prove e delle risate, non abbia convinto i condomini di Marco a chiamare il 113!!!...

Invece, nessuno protestò, nessuno ci...arrestò (in tutti i sensi...), e così potemmo proseguire indisturbati nell’allestimento della nostra incredibile performance.

E finalmente venne il giorno della “prima”, il fatidico 29 maggio 1983, e fu davvero un’esibizione di classe!...E menomale, che lo fu, foss’anche solo per la non poca fatica ed il “discreto” tempo che richiese il trucco da “neri”!!...Ma fummo ripagati dal bellissimo effetto scenico: che atmosfera, ragazzi, sul palco in semi-ombra, con solo qualche luce a far da contrasto alle facce improvvisamente “brunite” ed i capi d’abbigliamento bianchi indossati, e la maliziosa e dolce ironia blues dei versi in anglo-napoletano talvolta sussurrati, talaltra swingati come il Maestro Arbore insegnava...

Peccato solo che esistano unicamente foto e nessun nastro, né audio né video, a testimonianza e ricordo di quel wonderful nightshow in puro stile a metà tra New Orleans e Napule ma...Gente, dopotutto eravamo solo nel 1983, e a Montemario la tecnologia ancora non era così evoluta!!...

In ogni caso, la competizione non fu vinta da noi, bensì dal Maurizio Mazzotta di cui sopra, uno studente di Medicina trapiantato all’uopo dalla Puglia a Roma, assai versato non solo nel pianoforte e nella tastiera (il che fu ben utile a noi Garbage che lo eleggemmo a nostro tastierista fisso...) ma anche, purtroppo per noi, in quello strumento ultra-tradizionale che risponde al nome di fisarmonica, strumento che per l’appunto suonò così bene da arrivare primo...E del resto, perché meravigliarsene? Ciò era assolutamente in linea con la mentalità assai ortodossa e tradizionale dell’ambiente parrocchiale.

INDICE

Prologo

Genesi ed esordio di una “band” epocale: 
“The Negro-American Garbage Brothers”



Un  Mito…in “kilt”: 
I “Mc…Garbage Brothers”



Un sombrero per…amico: 
“The Mexican Garbage Brothers”



Dalla Russia con…(cl)amore:
“The Russian Garbage Brothers”…verso la leggenda



“Scontro” finale:
apoteosi e trionfo dei “Garbage Brothers”



Epilogo


Ringraziamenti
 




 

http://digilander.libero.it/garbagebrothers