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GLOSSARIO
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Agenzia
di Protezione Civile
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E' dotata
di personalità giuridica e d'autonomia regolamentare, amministrativa,
finanziaria, patrimoniale e contabile. Ad essa sono trasferite le
funzioni ed i compiti tecnico - operativi e scientifici, in materia di
p.c. svolti dalla Direzione generale dei servizi antincendio e p.c. del
Ministero dell'Interno, dal Dipartimento della p.c. della Presidenza
del Consiglio dei Ministri e dal Servizio sismico nazionale.
Sono
organi dell'Agenzia:
a) il
direttore;
b) il
comitato direttivo;
c) il
collegio dei revisori dei conti.
L'Agenzia
svolge compiti relativi a:
- La
formulazione degli indirizzi e dei criteri generali, di cui
all'articolo 107, comma 1, lettere a) e f) n. 1, e all'art. 93, comma
1°, lettera g), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, da
sottoporre al Ministro dell'Interno per l'approvazione del Consiglio
dei Ministri;
- L'acquisizione
d'elementi tecnici sull'intensità ed estensione degli eventi calamitosi
per la proposta di dichiarazione dello stato d'emergenza da parte del
Consiglio dei Ministri, ai sensi dell'articolo 5, comma 1°, della legge
24 febbraio 1992, n. 225;
- Le
attività, connesse agli eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma
1°, lettera c), della legge 24 febbraio 1992, n. 225, relative a:
1)l'approvazione,
d'intesa con le regioni e gli enti locali, dei piani d'emergenza e la
loro attuazione, compreso il coordinamento per l'utilizzazione delle
organizzazioni di volontariato;
2) la predisposizione
d'ordinanze, di cui all'articolo 5, commi 2° e 3°, della legge 24
febbraio 1992, n. 225, da emanarsi dal Ministro dell'Interno;
3) la rilevazione dei
danni e l'approvazione di piani d'interventi volti al superamento delle
emergenze ed alla ripresa delle normali condizioni di vita, da attuarsi
d'intesa con le regioni e gli enti locali interessati;
- L'attività
tecnico - operativa volta ad assicurare i primi interventi nell'ambito
dei compiti di soccorso di cui all'articolo 14 della legge 24 febbraio
1992, n. 225;
- Lo
spegnimento con mezzi aerei degli incendi boschivi, coordinando anche
l'impiego dei mezzi aerei d'altre amministrazioni statali o delle
regioni;
- Lo
svolgimento di periodiche esercitazioni relative ai piani d'emergenza;
- L'attività
di formazione in materia di protezione civile;
- La
promozione di ricerche sulla previsione e prevenzione dei rischi
naturali ed antropici, finalizzate alla definizione dei fenomeni
attesi, alla valutazione del loro impatto sul territorio, alla
valutazione e riduzione della vulnerabilità e allo sviluppo e gestione
di sistemi di sorveglianza utili ai fini del preavviso dell'evento o
dell'allarme tempestivo;
- La
raccolta sistematica, la valutazione e la diffusione dei dati sulle
situazioni di rischio, anche attraverso la realizzazione di sistemi
informativi di sistemi di monitoraggio, d'intesa con le regioni ed
altre amministrazioni pubbliche;
- L'attività
d'informazione alle popolazioni interessate;
- Il
coordinamento delle organizzazioni di volontariato per favorirne la
partecipazione alle attività di protezione civile;
- La promozione e lo sviluppo d'accordi, con organismi
nazionali ed internazionali bilaterali e multilaterali in materia di
previsione e prevenzione dei rischi, d'interventi di soccorso ed a
tutela della pubblica incolumità.
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Allarme
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Scatta al
verificarsi dell'evento calamitoso od anche nell'ipotesi del pericolo
grave ed imminente per l'incolumità delle persone, di danni gravi ed
irreparabili agli abitati nonché a strutture ed impianti di prima
necessità o che, se danneggiati, possono costituire fonte d'ulteriori e
più gravi conseguenze dannose; consiste, nel comunicarne immediata
notizia all'autorità competente per territorio.
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Area
di raccolta
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Area,
localizzata nell’area di sicurezza destinata al concentramento delle
vittime. Corrisponde al PMA nei casi in cui non è disponibile una
struttura dedicata (tende o containers).
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Area
di sicurezza
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Zona
immediatamente circostante l’Area dell’evento, di dimensioni
commisurate all’entità del pericolo residuo, da mantenersi sgombra.
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Area
Mezzi di soccorso
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Aree
adiacente al PMA o all’area di raccolta riservata all’afflusso, alla
sosta ed al deflusso delle ambulanze e degli altri mezzi di soccorso.
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Aree
d’emergenza
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Aree
destinate, in caso d’emergenza, ad uso di protezione civile. In
particolare, le aree d’attesa sono luoghi di prima
accoglienza per la popolazione immediatamente dopo l’evento; le aree d’ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano
i centri di raccolta d’uomini e mezzi per il soccorso della
popolazione; le aree di ricovero della popolazione
sono i luoghi in cui saranno istallati i primi insediamenti abitativi o
le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione colpita.
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Aree
d'ammassamento dei soccorritori e delle risorse
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Luoghi,
non soggetti a rischi ambientali, dove dovranno trovare sistemazione
idonea i soccorritori e le risorse necessarie a garantire un razionale
intervento nelle zone d'emergenza. Tali aree dovranno essere ubicate
nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche ed avere possibilità di
smaltimento delle acque reflue. Il periodo di permanenza di tali aree
sarà compreso tra poche settimane e qualche mese.
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Aree
d'attesa della popolazione
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Luoghi,
non soggetti a rischi ambientali, di ricongiungimento dei nuclei
familiari e di prima accoglienza. In tali aree la popolazione riceverà
le prime informazioni sull'evento ed i primi generi di conforto. Il
periodo di permanenza di tali aree sarà compreso tra poche ore e
qualche giorno.
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Aree
di ricovero della popolazione
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Luoghi,
non soggetti a rischi ambientali, in cui saranno installati i primi
insediamenti abitativi.
Tali aree
dovranno essere ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche
ed avere possibilità di smaltimento delle acque reflue.
Il
periodo di permanenza di tali aree sarà compreso tra pochi mesi e
qualche anno.
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Aree
funzionali
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Trattasi
d'aree comuni a tutti i tipi di rischio e che individuano le funzioni
fondamentali che consentono, una volta confrontate con gli organismi,
di risolvere i problemi di coordinamento e d'indirizzo;
Queste
sono:
La
tecnico - scientifica, l'informativa, la sanitaria, delle relazioni
esterne, dei trasporti mezzi e materiali, delle telecomunicazioni, del
volontariato, dei servizi supplementari, della cooperazione
internazionale.
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Attivazioni
in emergenza
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Rappresentano
le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai centri
operativi.
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Attività
d'addestramento
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La
formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione
tramite corsi ed esercitazioni.
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Attività
di protezione civile
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Le
attività volte alla previsione e alla prevenzione delle varie ipotesi
di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed alle altre
attività necessarie ed indifferibili dirette a superare l'emergenza
connessa agli eventi calamitosi.
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Board
games
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Sono
"giochi da tavolo" che simulano i problemi che verrebbero a
configurarsi nel corso di una reale emergenza.
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Brain
storming
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E' una
tecnica utilizzata nella redazione dei programmi di previsione e
prevenzione e dei piani d'emergenza, nonché nelle simulazioni ed
esercitazioni;
Consiste
nell'ipotizzare scenari catastrofici probabili su un dato territorio,
area di teatro, in relazione ai quali si decidono gli interventi
necessari, fingendo di utilizzare le risorse disponibili, le funzioni
operative in attività di soccorso, il tutto coordinato in ambiti di
competenza normativamente previsti.
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Calamità
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E’ un
evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture
fondamentali della società sono distrutte o inagibili su un ampio
tratto del territorio. Da tale accadimento conseguono effetti dannosi
per una pluralità di persone, con riferimento alla loro vita ed ai loro
beni.
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Calamità
antropica
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E'
quell'evento che trova nell'uomo l'agente provocatore, che può essere
consapevole od inconsapevole, per commissione od omissione d'attività.
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Calamità
naturale
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E'
quell'evento dovuto a cause insite strutturalmente in natura (es.
terremoto, tsunami, alluvione, nubifragio, tifone, ciclone, bufera,
mareggiata, nevicata, ecc.) che per intensità ed estensione può
richiedere di essere fronteggiata con mezzi e poteri straordinari.
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Cancello
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Punti
obbligati di passaggio per ogni mezzo di soccorso, particolarmente se
provenienti da territori confinanti, per la verifica
dell’equipaggiamento e l’assegnazione della zona d’operazioni. Sono
presidiati preferibilmente da uomini delle forze di polizia (Municipali
o dello stato) eventualmente con operatori del soccorso sanitario, ma
comunque in collegamento con le centrali operative es. 118 o le
strutture di coordinamento della Protezione Civile attivate localmente
( C.C.S., C.O.M., C.O.C.).
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Cantiere
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Area che
costituisce l’unità elementare d’intervento, individuata, a seconda i
casi, sulla base di criteri topografici o funzionali in modo da
consentire un’ottimale distribuzione delle squadre di soccorso.
(esempio: le macerie di uno stabile crollato, un troncone di fusoliera
di un aeromobile precipitato, una carrozza ferroviaria di un convoglio
deragliato, un piano di uno stabile incendiato, ecc.) Più "Cantieri"
possono essere raggruppati in un unico "Settore".
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Catastrofe
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E’ un
evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle
persone sia sulle cose, provocato vuoi da cause naturali che da azioni
umane, nel quale però le strutture fondamentali della società rimangono
nella quasi totalità intatte, efficienti ed agibili; essa produce
un’improvvisa e grave sproporzione tra richiesta di soccorso e risorse
disponibili, destinata a perdurare nel tempo. (oltre dodici ore), ed è
tale da dover essere fronteggiato con mezzi e poteri straordinari
(legge n. 225/92 art. 2 lett. c).
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Catastrofe
ad effetto limitato
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Evento
che coinvolge un numero elevato di vittime, ma non le infrastrutture di
un determinato territorio, producendo una temporanea, ancorché
improvvisa e grave, sproporzione tra richiesta di soccorso e risorse
disponibili. (denominato anche incidente maggiore).
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Catena
di soccorsi
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Sequenza
di dispositivi, funzionali e/o strutturali, che consentono la gestione
del complesso delle vittime di una catastrofe ad effetto più o meno
limitato. Consiste nell’identificazione, delimitazione e coordinamento
di vari settori d’intervento per il salvataggio delle vittime,
l’allestimento di una noria di salvataggio tra il luogo dell’evento ed
il PMA e l’allestimento di una noria d’evacuazione tra il PMA egli
ospedali.
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Catena
straordinaria dei soccorsi
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Identica
alla catena dei soccorsi resa maggiormente complessa dalle dimensioni
dell’evento o da alcune caratteristiche ambientali particolari.
Abitualmente si differenzia per l’interposizione di uno o più centri
medici d’evacuazione, o CME, lungo la noria d’evacuazione. Sinonimi o
equivalenti funzionali dei CME sono gli ospedali da campo, le navi
ospedale, le unità mobile medico chirurgiche.
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Cento
Medico d’Evacuazione (CME)
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Dispositivo
strutturale di trattamento sanitario delle vittime che in genere è
attivato in caso di catastrofi coinvolgenti un territorio
particolarmente esteso. E’ localizzato lungo il percorso della noria
d’evacuazione per permettere di stabilizzare il trattamento dei feriti
ed ottimizzare, su più ampia scala, l’utilizzazione delle risorse di
trasporto sanitario o quelle di cura definitive. Ad uno stesso CME
possono afferire più PMA. E’ sinonimo d’ospedale da campo.
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Centrale
Operativa (CO) 118
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Centrale
operativa del servizio urgenza ed emergenza medica-118.
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Centro
Applicazione e Studi Informatici (CASI)
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Fa parte
del servizio emergenze del Dipartimento della p.c. e cura la gestione
dei collegamenti via terminale, di banche dati necessarie ad affrontare
efficacemente eventi calamitosi.
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Centro
Assistenziale di Pronto Intervento (CAPI)
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Consiste
in un deposito di materiale vario da utilizzarsi in caso di calamità.
Ve ne sono 14 in tutta Italia e fanno capo alle seguenti prefetture:
Alessandria,
Ancona, Bologna, Cagliari, Caserta, Catania, Catanzaro, Firenze,
Palermo, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Temi e Trieste.
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Centro
Coordinamento Soccorsi (C.C.S.)
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Rappresenta
il massimo organo di coordinamento delle attività di Protezione Civile
a livello Provinciale. E’ composto dai responsabili di tutte le
strutture operative presenti sul territorio provinciali. I compiti del
C.C.S., consistono nell’individuazione delle strategie e delle
operatività d’intervento necessarie al superamento dell’emergenza
attraverso il coordinamento dei C.O.M.. Insediato in una sala
attrezzata con apparecchi telefonici, telematici e radio
ricetrasmittenti che si possono sintonizzare su frequenze radio utili,
in questa struttura si provvede alla direzione ed al coordinamento
degli interventi di p.c. in sede provinciale.
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Centro
Operativo
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E’ in
emergenza l’organo di coordinamento delle strutture di protezione
civile sul territorio colpito, ed è costituito da un’Area Strategia,
nella quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, e da
una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C.
(Direzione Comando e Controllo) esercita, sul luogo dell’evento, il
coordinamento nazionale; il C.C.S. (Centro
Coordinamento Soccorsi) gestisce gli interventi a livello provinciale
attraverso il coordinamento dei C.O.M. (Centro
Operativo Misto) che operano sul territorio di più Comuni in supporto
all’attività dei Sindaci; il C.O.C. (Centro Operativo
Comunale), presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione dei soccorsi
e dell’assistenza della popolazione del comune.
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Centro
Operativo Aereo Unificato (COAU)
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Fa parte
del servizio emergenze del Dipartimento della p.c. e svolge l'attività
di coordinamento operativo essenzialmente in missioni di volo per la
lotta agli incendi boschivi, a favore delle regioni.
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Centro
Operativo Combinato
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E'
costituito a livello centrale presso il Ministro per il coordinamento
della p.c., per la direzione ed il coordinamento in emergenza degli
interventi di p.c..
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Centro
Operativo Comunale (C.O.C.)
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Centro
Operativo a supporto del Sindaco per la direzione ed il coordinamento
degli interventi di soccorso in emergenza.
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Centro
Operativo Emergenze in Mare (COEM o PROCIPILMARE)
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Fa parte
del servizio emergenze del Dipartimento della p.c. e si occupa del
soccorso aereo in mare in prossimità d'aeroporti costieri, della lotta
all'inquinamento marino e della nave della p.c..
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Centro
Operativo Interforze (COI)
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E'
costituito presso lo stato maggiore dell'esercito per la pianificazione
ed il coordinamento specifico degli interventi delle forze armate in
concorso.
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Centro
Operativo Locale (C.O.L.)
(AIB)
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E' una
struttura costituita localmente (stazione del Corpo Forestale dello
Stato) nell'ambito del sistema integrato di lotta agli incendi
boschivi; controlla un'area più o meno estesa del territorio comunale
od intercomunale.
Ad esso
sono collegate diverse stazioni fisse di rilevamento ed é predisposto a
ricevere comunicazioni (AIB) da aerei, finalizzate all'avvistamento.
Valuta
sulla base delle informazioni, l’esigenza di intervento aereo e la
segnala al Centro Operativo Provinciale (C.O.P.)
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Centro
Operativo Misto (C.O.M.)
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Centro
operativo che opera sul territorio di più Comuni in supporto alle
attività dei Sindaci. Serve per la gestione ed il coordinamento degli
interventi esecutivi di p.c. in sede locale, intercomunale o comunale;
I COM
fanno capo al CCS.
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Centro
Operativo Provinciale (COP)
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E' una
struttura costituita a livello provinciale nell'ambito del sistema
integrato di lotta agli incendi boschivi;
Provvede
al coordinamento dell'attività di tutti i COL di competenza, al
controllo ed alla gestione dell'intervento e delle risorse a livello
provinciale, al collegamento operativo con il COR.
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Centro
Operativo Regionale (COR)
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E' una
struttura costituita a livello regionale nell'ambito del sistema
integrato di lotta agli incendi boschivi;
Provvede
al coordinamento di tutte le attività in materia.
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Centro
polifunzionale della protezione civile (CESI)
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E' una
struttura di supporto ad ogni attività di p.c.;
Trovasi
in Castelnuovo di Porto (Roma) e dipende dal Servizio Emergenze del
Dipartimento di p.c..
Fa parte
del servizio emergenze del Dipartimento Centro Situazioni della p.c. e
funziona ininterrottamente per qualsiasi evenienza o segnale
d'emergenza;
Provvede
agli interventi più importanti ed immediati.
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Centro
Situazioni
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E’ il
centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie relative
a qualsiasi evento che possa determinare l’attivazione di strutture
operative di protezione civile. In situazioni d’emergenza si attiva
come Sala Operativa a livello nazionale.
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Centro
Telecomunicazioni (CT)
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Fa parte
del servizio emergenze del Dipartimento della p.c. e si occupa delle
telecomunicazioni in emergenza.
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Civis
indomitus
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Modello
elaborato dal Centro Studi CESAR, che costituisce il primo progetto
elaborato con il coinvolgimento di soggetti privati e che disegna nel
suo complesso, un nuovo "modello integrato di protezione civile"
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Comitato
Controllo Emergenza (CCE)
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Ha il
compito di assistere e coadiuvare il prefetto nella prima emergenza;
Dà
altresì indicazioni per la costituzione del CCS suggerendone
l'articolazione ritenuta più adatta all'emergenza da fronteggiare.
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Comitato
direttivo dell'Agenzia di protezione civile
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E' organo
dell'Agenzia;
Esso è
composto dal direttore dell'Agenzia che lo presiede e da quattro
dirigenti dei principali settori d'attività, di cui un nominato su
designazione della Conferenza Unificata Stato regioni città ed
autonomie locali.
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Comitato
nazionale di Volontariato di Protezione Civile
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Composto
dai rappresentanti delle organizzazioni maggiormente rappresentative a
livello nazionale; i riferimenti normativi sono: l’ordinanza
n°234/FPC/ZA del 5/6/1984, n° 1676/FPC del 30/3/1989, D.P.C.M
15/10/1993 n° 648, D.P.C.M 16/10/1995 n° 2618, D.P.C.M 126/07/1993 n°
484. I compiti di suddetto comitato sono la consulenza al Ministro o al
Sottosegretario per il coordinamento della protezione civile per
l’attività di prevenzione e soccorso prestata dai gruppi associati di
volontariato.
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Comitato
Operativo della protezione civile
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Previsto
dagli artt. 7 e 10 della legge 225/92, regolamentato e costituito con
DPCM del 22/10/92, è nominato con decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri, dura in carica cinque anni.
Opera
presso l'Agenzia di protezione civile assicurando la direzione unitaria
ed il coordinamento delle attività in emergenza, stabilendo gli
interventi di tutte le amministrazioni ed enti interessati al soccorso:
- Esamina
i piani di emergenza;
- Valuta
le notizie, i dati e le richieste provenienti dalle zone interessate
all’emergenza;
- Coordina
in un quadro unitario gli interventi di tutte le amministrazioni ed
enti interessati al soccorso;
- Promuove
l’applicazione delle direttive emanate in relazione alle esigenze
prioritarie dalle zone interessate dall’emergenza.
E'
presieduto dal direttore dell'Agenzia e composto dal coordinatore
dell’ufficio emergenze e da rappresentanti miniti di poteri decisionali
delle componenti del servizio nazionale della protezione civile.
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Comitato
Operativo per l'emergenza (EMERCOM)
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E' un
organo collegiale interdisciplinare che affronta problemi organizzativi
e si riunisce in sede operativa presso il Dipartimento della p.c. in
occasione delle emergenze.
Vi fanno
parte i rappresentanti delle seguenti amministrazioni:
Interno,
difesa, sanità, lavori pubblici, trasporti e marina mercantile, risorse
agricole alimentari e forestali, poste e telecomunicazioni, C.R.I..
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Comitato
provinciale di protezione civile
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E'
istituito in ogni capoluogo di provincia, presieduto dal presidente
dell'amministrazione provinciale o da un suo delegato;
Dello
stesso fa parte un rappresentante del prefetto competente per
territorio.
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Comitato
regionale di protezione civile
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E’
istituito affinché la regione se n'avvalga per assicurare lo
svolgimento delle attività in materia di p.c..
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Commissario
delegato
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E' un
organo straordinario, nominato dal Presidente del Consiglio dei
Ministri ovvero dal Ministro per il coordinamento della p.c. per
l'attuazione degli interventi necessari e conseguenti alla
dichiarazione dello "stato d'emergenza" (eventi di tipo "c" - art. 2,
L.225/92).
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Commissione
nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi
|
Prevista
dagli artt. 7-9 della legge 225/92; costituita con DM 21/10/1992
ricostituita con DM 2704 del 25/10/1995. Opera presso l'Agenzia di
protezione civile, del è quale organo consultivo, tecnico - scientifico
e propositivo in materia di prevenzione delle varie situazioni di
rischio.
E'
presieduta dal Direttore dell'Agenzia, composta da un vice-presidente
docente universitario esperto in problemi di protezione civile e tre
esperti nei vari settori di rischio e tre esperti nominati dalla
conferenza Stato – Regioni.
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Componenti
del servizio nazionale della protezione civile
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Sono le
amministrazioni dello Stato, le regioni, le province, i comuni e le
comunità montane che, secondo i rispettivi ordinamenti e le rispettive
competenze, provvedono all'attuazione delle attività di protezione
civile.
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Comune
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Ente
locale territoriale che può dotarsi o meno di una struttura di p.c.;
Resta
componente comunque del S.N.P.C. dovendo provvedere all'attuazione
delle relative attività.
Sono
attribuite ai comuni le funzioni relative:
1.
All'attuazione, in
ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di
prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali;
2.
All'adozione di tutti i
provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione
all'emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso
d'eventi calamitosi in ambito comunale;
3.
Alla predisposizione dei
piani comunali e/o intercomunali d'emergenza, anche nelle forme
associative e di cooperazione previste dal decreto legislativo 18
agosto 2000, n. 267 e, in ambito montano, tramite le comunità montane,
e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi
regionali;
4.
All'attivazione dei
primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a
fronteggiare l'emergenza;
5.
Alla vigilanza
sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile,
dei servizi urgenti;
6.
All'utilizzo del
volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale,
sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.
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Comunità
montana
|
E' una
componente del S.N.P.C. e provvede in base al proprio ordinamento ed in
funzione delle proprie competenze all'attuazione delle attività di p.c..
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Consiglio
dei Ministri (o Governo)
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E' un
organo collegiale costituzionale complesso costituito dal Presidente
del Consiglio e da tutti i Ministri;
Rappresenta
il potere esecutivo che formula ed attua l'indirizzo politico è
responsabile nei confronti del Parlamento di cui deve godere la
fiducia.
E'
competente, su proposta del Presidente del Consiglio o per sua delega,
del Ministro per il coordinamento della p.c. a deliberare lo stato
d'emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale ed a
revocarlo al venire meno dei relativi presupposti.
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Consiglio
nazionale della Protezione Civile
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Previsto
dall’art. 7 della legge 225/92, dal regolamentato con DPR 30/1/1993 n°
50, istituito con DPCM 16/4/1993; è il massimo organo con valenza
politico-programmatica nel settore della protezione civile. Elabora i
criteri di massima in ordine ai programmi di prevenzione e prevenzione
delle calamità, ai piani di emergenza, all’impiego coordinato delle
componenti di protezione civile, all’elaborazione di norme di
protezione civile. Il Consiglio è presieduto dal Presidente del
Consiglio dei Ministri o suo delegato, è composto da nove monistri, dai
presidenti delle giunte regionali e delle provincie autonome di Trento
e Bolzano, dai rappresentanti dell’ANCI, dell’UPI, dell’UNCEM, dai
presidenti della CRI e del comitato nazionale di volontariato nonché da
esperti.
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Continuità
amministrativa
|
Il
mantenimento delle attività amministrative fondamentali volto a
garantire l’organizzazione sociale in situazioni d’emergenza.
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Coordinamento
operativo
|
è la
direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale,
provinciale e comunale.
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Corpo
nazionale dei vigili del fuoco
|
Trae
origine dai corpi comunali dei pompieri;
Venne
istituito con legge 27 dicembre 1941, n. 1570 e posto alle dipendenze
del Ministero dell'Interno presso di cui vi è la direzione generale
della p.c. e dei servizi antincendi.
Nell'ambito
delle strutture operative nazionali del servizio della p.c. è
componente fondamentale.
Per le
attività di protezione civile, dipende funzionalmente dall'Agenzia.
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Dichiarazione
dello stato d'emergenza
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Interviene
successivamente alla deliberazione dello stato d'emergenza da parte del
Governo, con provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri.
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Difesa
civile
|
E' il
complesso delle attività rivolte a garantire la continuità, a livello
centrale e periferico, dell'azione di governo, a salvaguardare e
mobilitare l'apparato finanziario, economico - produttivo e logistico
della Nazione, ad assicurare la protezione e la capacità di resistenza
della popolazione, a dare sostegno alla difesa militare;
Unitamente
a quest'ultima costituisce la difesa nazionale.
La p.c. è
parte della difesa civile.
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Difesa
nazionale
|
E', il
complesso delle predisposizioni, misure ed azioni, militari e civili,
che consentono alla Nazione di prevenire e fronteggiare situazioni di
crisi e d'emergenza, interne ed internazionali, nonché di conflitto
armato.
Essa si
articola in difesa militare e difesa civile.
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Dipartimento
d’Emergenza
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Aggregazione
funzionale di diverse unità operative ospedaliere, deputate alla
gestione dei pazienti con patologie acute in grado di provocare una
minaccia per la sopravvivenza. Spesso comprende la Centrale Operativa
118 ed il servizio d’urgenza ed emergenza medica. Può fornire uomini e
mezzi per integrare le risorse dei servizi di soccorso medico, in
particolare per quanto riguarda il direttore dei soccorsi sanitari.
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Dipartimento
della protezione civile
|
Venne
istituito nel 1982, nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei
Ministri ed è stata l'organizzazione amministrativa di cui si avvalsa
il Capo del Governo o per sua delega, il Ministro per il coordinamento
della p.c. per lo svolgimento dell'attività richiesta dall'esercizio
della funzione di p.c..
Predisponeva,
sulla base degli indirizzi approvati dal Consiglio dei Ministri ed in
conformità ai criteri determinati dal Consiglio Nazionale della p.c.
(oggi soppresso per effetti dell'art. 87 del D.lgs. 30 luglio 1999, n.
300), i programmi nazionali di previsione e prevenzione in relazione
alle varie ipotesi di rischio, i programmi nazionali di soccorso ed i
piani per l'attuazione delle conseguenti misure d'emergenza.
Le sue
funzioni ed i suoi compiti tecnico - operativi e scientifici in materia
di p.c. sono stati trasferiti all'Agenzia di p.c..
|
Direttore
al trasporto del PMA
|
Infermiere
od operatore tecnico incaricato di gestire la movimentazione dei mezzi
di trasporto sanitario in funzione delle priorità emerse durante le
operazioni di TRIAGE. Si rapporta al direttore del TRIAGE.
|
Direttore
dei soccorsi sanitari (DSS)
|
Medico,
appartenente ad un’unità operativa afferente al dipartimento
d’emergenza (non necessariamente alla Centrale Operativa 118) con
esperienza e formazione adeguata, presente in zona operazioni e
responsabili della gestione in loco di tutto il dispositivo
d’intervento sanitario. Opera in collegamento con il medico
coordinatore della Centrale Operativa 118. Si coordina con il referente
sul campo del soccorso tecnico (VVF) e con le Forze di Polizia.
|
Direttore
del TRIAGE
|
Medico, o
in sua assenza, infermiere incaricato di coordinare le operazioni di
TRIAGE sulle vittime al livello di PMA. Si rapporta al direttore dei
soccorsi sanitari.
|
Direttore
dell'Agenzia di protezione civile
|
E' organo
dell'Agenzia;
Nominato
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, dura in carica
cinque anni.
Presiede
il Comitato direttivo dell'Agenzia, la Commissione nazionale per la
previsione e la prevenzione dei grandi rischi ed il Comitato operativo
della protezione civile.
|
Direzione
di Comando e Controllo (DICOMAC)
|
Rappresenta
l’organo di coordinamento Nazionale delle strutture di Protezione
Civile nell’area colpita. Viene attivato dal Dipartimento della
Protezione Civile e/o Agenzia di Protezione Civile in seguito alla
dichiarazione dello stato d’emergenza. S'insedia in caso di
macroemergenza, è deputata all'esercizio sul luogo dell'evento
calamitoso del coordinamento nazionale
|
Direzione
generale della protezione civile e dei servizi antincendi
|
Trovasi
presso il Ministero dell'Interno ed ha inglobato il Corpo nazionale dei
vigili del fuoco.
Concorreva:
Alla
redazione dei piani d'emergenza;
Al
coordinamento degli interventi di p.c.;
Alla
tutela ecologica e dell'ambiente;
Ai
comitati regionali ed agli uffici regionali della p.c.;
All'unità
di soccorso;
Alle
unità ausiliarie e volontarie di p.c.;
Alla
protezione radiologica;
Ricoveri
e sistemi d'allarme;
Ai
rapporti con organizzazioni di p.c. ed antincendi.
Le sue
funzioni ed i suoi compiti tecnico - operativi e scientifici, in
materia di p.c., sono stati trasferiti all'Agenzia di p.c..
|
Disaster
management
|
E' una
disciplina che si occupa prevalentemente della pianificazione delle
emergenze provocate da calamità naturali od antropiche.
|
Disaster
Manager e/o Coordinatore d'emergenza
|
E' un
esperto "direttore delle emergenze" o coordinatore delle emergenze,
deputato alla gestione delle crisi da calamità, cui provvede
coordinando i soccorsi direttamente o fornendo una consulenza in tempo
reale alle autorità chiamate all'intervento.
Figura
apparsa per la prima volta negli Stati Uniti presso il Federal
Emergency Management Agency (FEMA), la centrale anticatastrofi
americana.
E' un
professionista in grado di coordinare tutti i gruppi di volontariato e
i corpi dello Stato impegnati in attività di soccorso.
Esso, in
caso di disastro, deve controllare e organizzare gli interventi del
servizio medico e del pronto soccorso, delle unità cinofile, dei mezzi
di trasporto disponibili, degli esperti per disinnescare impianti e
materiali pericolosi, di chi si cura dei bisogni della popolazione
evacuata, delle squadre antincendio, del settore tecnico - scientifico
per la riattivazione degli impianti e delle opere pubbliche.
|
Disastro
|
Effetto
dannoso che interessa più persone e deriva da un evento di non comune
gravità, idoneo a costituire pericolo per l'incolumità pubblica, ma non
danno rilevante o morte o lesione di persone, suscitando pubblica
commozione.
|
Dispositivo
d’intervento
|
Complesso
di risorse umane e materiali utilizzate globalmente per la risposta
all’evento.
|
Elenco
delle associazioni di volontariato presso il dipartimento della
protezione civile
|
E'
istituito presso il Dipartimento della p.c. per consentire al Ministro
di avvalersi delle prestazioni di uno o più gruppi associati
all'attività di previsione, prevenzione (formazione, addestramento ed
esercitazioni) e soccorso.
|
Emergenza
|
Ogni
attività di soccorso posta in essere al verificarsi d'eventi calamitosi
e finalizzata al loro contenimento.
Lo stato
d'emergenza è deliberato dal Consiglio dei Ministri che ne determina
durata ed estensione territoriale.
|
Esercitazioni
|
Sono
organizzate da organi responsabili del servizio nazionale della
protezione civile, possono essere di livello nazionale, regionale,
provinciale e comunale. Sono disposte dal Presidente del Consiglio dei
Ministri o per sua delega dal Ministro per il coordinamento della p.c.
d'intesa con il Ministro dell'università e della ricerca scientifica e
tecnologica, al fine di consentire verifiche dell'efficienza dei
programmi nazionali di previsione e prevenzione in relazione alle varie
ipotesi di rischio, dei programmi nazionali di soccorso, e dei piani
per l'attuazione delle conseguenti misure d'emergenza.
Possono
essere:
"per
posti di comando", quando coinvolgono unicamente gli organi direttivi e
le reti delle comunicazioni;
"operative"
quando coinvolgono solo le strutture operative;
"dimostrative"
che hanno la finalità di dimostrare l’operatività d’uomini e mezzi;
"miste"
quando sono coinvolti uomini e mezzi d’amministrazioni d’enti diversi.
|
Evento
|
Fenomeno
d'origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla
popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al
territorio.
Gli
eventi, ai fini dell'attività di protezione civile, si distinguono in:
a.
Eventi naturali o
connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati
mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni
competenti in via ordinaria;
b.
Eventi naturali o
connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione
comportano l'intervento coordinato di più enti e amministrazioni
competenti in via ordinaria;
c.
Calamità naturali,
catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere
fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.
(art. 2,
L.225/92).
|
Evento
atteso
|
Rappresenta
l'evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata ecc.), che
la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione
di territorio, entro un determinato periodo di tempo.
|
Evento
non prevedibile
|
Eventi
che non sono preceduti da alcun fenomeno (indicatore d’evento) che
consenta la previsione.
|
Evento
prevedibile
|
Un evento
si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori.
|
Fasi
operative
|
E’
l’insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da
intraprendere prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo
l’evento; le attivazioni delle fasi precedenti all’evento sono legate
ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme).
|
Fronte
dell’evento
|
Zona
estesa, comprendente più aree anche non contigue, su cui si è
manifestato l’evento.
|
Funzioni
di supporto
|
Costituiscono
l'organizzazione delle risposte, distinte per settori d'attività e
d'intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative.
Per ogni
funzione di supporto s'individua un responsabile che, relativamente al
proprio settore, in situazione ordinaria provvede all'aggiornamento dei
dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala
Operativa.
Attivate
in emergenza ed organizzate già in fase di pianificazione a supporto
del S.N.P.C., le funzioni di supporto sono attualmente 14:
1)
Tecnico Scientifica - Pianificazione;
Alla
quale partecipano i Gruppi di Ricerca Scientifica (Consiglio Nazionale
delle Ricerche), l'Istituto Nazionale di Geofisica, le Regioni, il
Dipartimento p.c., i Servizi Tecnici Nazionali;
2)
Sanità, assistenza sociale;
Alla
quale partecipano il Ministero Sanità, le Regioni - Aziende Sanitarie
Locali, la Croce Rossa Italiana e il Volontariato Socio - Sanitario;
3) Mass
media ed informazione; (si troverà sempre all'esterno della sala
operativa)
Alla
quale partecipano la RAI, le emittenti Tv/Radio private nazionali e
locali e la Stampa;
4)
Volontariato;
Alla
quale partecipano il Dipartimento di p.c., le associazioni locali, le
associazioni provinciali, regionali e nazionali;
5)
Materiali e mezzi;
Alla
quale partecipano il C.A.P.I. /Ministero dell'interno, il Sistema
Mercurio, le Forze Armate, la Croce Rossa Italiana, le Aziende
Pubbliche e Private ed il Volontariato;
6)
Trasporti e circolazione - viabilità;
Alla
quale partecipano le Ferrovie dello Stato S.p.A., il trasporto gommato,
marittimo, aereo, l'ANAS, la Soc. autostrade, le province, i comuni e
l'ACI;
7)
Telecomunicazioni;
Alla
quale partecipano la Telecom e le altre aziende di telefonia fissa e
mobile, il Ministero delle Poste, Immarsat, Cospas/Sarsat, i
Radioamatori e C.B.;
8)
Servizi essenziali;
Alla
quale partecipano l'ENEL, la SNAM, le Società del gas, le Società
distributrici dell'acqua, le Aziende Municipalizzate, il Sistema
Bancario, la distribuzione del carburante;
9)
Censimento danni, persone e cose;
Alla
quale partecipano le Attività Produttive (Industria, Artigianato,
Commercio), le Opere Pubbliche, i Beni Culturali, le Infrastrutture, i
Privati;
10)
Strutture operative S.A.R.;
Alla
quale partecipano il Dipartimento di p.c., i Vigili del Fuoco, le Forze
Armate, la Croce Rossa Italiana, i Carabinieri, la Guardia di Finanza,
il Corpo Forestale dello Stato, i Corpi di Polizia, il Volontariato, il
Corpo Nazionale di Soccorso Alpino (Club Alpino Italiano);
11) Enti
locali;
Alla
quale partecipano le Regioni, le Province, i Comuni e le Comunità
Montane;
12)
Materiali pericolosi;
Alla
quale partecipano i Vigili del Fuoco, il Consiglio Nazionale delle
Ricerche, i depositi e industrie a rischio;
13)
Logistica evacuati - zone ospitanti;
Alla
quale partecipano le Forze Armate, il Ministero dell'Interno, la Croce
Rossa Italiana, il Volontariato, le Regioni, le Province ed i Comuni;
14)
Coordinamento centri operativi (Coordinamento C.O.M.)
Effettua
il collegamento con i Centri Operativi Misti, gestisce le risorse e si
occupa dell'informatizzazione;
Nei piani
d’emergenza comunali le 14 funzioni possono ridursi a 9 accorpando o
eliminando alcune funzioni.
Per i
prossimi anni è prevista una 15° funzione che si dovrà occupare
esclusivamente del controllo della parte economica/amministrativa del
CCS, del COM o del COC.
|
Gruppi
nazionali di ricerca scientifica
|
Sono
gruppi del CNR che attraverso la loro opera, supportano il S.N.P.C. nel
perseguimento delle finalità in materia di previsione e prevenzione
delle varie ipotesi di rischio;
Si
occupano in particolare dei rischi:
Chimico -
industriale, idrogeologico, nucleare, sismico e vulcanico.
|
Incidente
maggiore
|
Incidente
che coinvolge un numero elevato di vittime in uno spazio confinato, con
infrastrutture circostanti conservate. Sinonimo di catastrofe ad
effetto limitato.
|
Indicatore
d'evento
|
E'
l'insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che
permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento.
|
Infortunio
|
Si ha
quando effetti dannosi derivanti dall'evento grave investono singoli
individui, nella loro vita o nelle loro capacità.
|
Lineamenti
della pianificazione
|
(Parte B
del Piano secondo il metodo Augustus): individuano gli
obiettivi da conseguire per dare un’adeguata risposta di protezione
civile ad una qualsiasi situazione d’emergenza e le competenze dei
soggetti che vi partecipano.
|
Livelli
di allerta
|
Scandiscono
i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono
legati alla valutazione d'alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi,
a valori soglia.
Vengono
stabiliti dalla Comunità Scientifica.
Ad essi
corrispondono delle fasi operative.
|
Livello
0 della Centrale Operativa 118
|
E’ il
normale livello di funzionamento della centrale operativa; sono
attivate le risorse ordinarie e si utilizzano le normali procedure di
gestione.
|
Livello
1 della Centrale Operativa 118
|
Il
livello viene attivato quando sono in corso situazioni di rischio
prevedibili, quali gare automobilistiche, concerti, manifestazioni
sportive, manifestazioni con notevole affluenza è arrivato in loco un
dispositivo d’assistenza, dimensionato sulla base delle esigenze ed in
adesione a quanto previsto da specifici piani d’intervento. La centrale
operativa dispone di tutte le informazioni relative al dispositivo,
monitorizza l’evento ed è in grado di coordinare l’intervento.
|
Livello
2 della Centrale Operativa 118
|
Viene
attivato quando vi è la possibilità che si verifichino eventi preceduti
da fenomeni precursori, quali ad esempio allagamenti, frane, ecc. Le
risorse aggiuntive vengono messe in preallarme, in modo che possano
essere pronte a muovere entro 15 minuti dall’eventuale allarme. Il
medico coordinatore della Centrale Operativa può disporre eventualmente
l’invio di mezzi sul posto per monitoraggio o per assistenza preventiva.
|
Livello
3 della Centrale Operativa 118
|
Viene
attivato quando è presente una situazione di maxiemergenza. Il
dispositivo d’intervento più appropriato viene inviato sul posto e
vengono attivate le procedure per la richiesta ed il coordinamento di
risorse aggiuntive anche sovraterritoriali.
|
Livello
d’allarme centrale 118
|
E’ lo
stato d’allertamento della Centrale Operativa 118. Il livello d’allarme
è lo stato d’attivazione delle risorse aggiuntive rispetto a quelle
ordinarie. Si possono distinguere 4 livelli d’allarme.
|
Macroemergenza
|
E'
quell'evento naturale o connesso con l'attività dell'uomo, che per
natura ed estensione, comporta l'intervento coordinato di più enti od
amministrazioni competenti in via ordinaria e che non necessita per
essere fronteggiato, di mezzi e poteri straordinari (legge n.225/92
art. 2 lett. b).
|
Metodo
Augustus
|
Il metodo
Augustus consiste in linee guida per la pianificazione d'emergenza,
utilizzate per uniformare gli indirizzi, i protocolli ed i termini,
tali da rendere più efficaci i soccorsi che si pongono in essere in un
sistema complesso.
Deriva la
denominazione dall'imperatore Ottaviano Augusto che, duemila anni fa,
ebbe ad affermare che "il valore della pianificazione diminuisce con la
complessità dello stato delle cose", una frase che raccoglieva una
visione del mondo unitaria fra il percorso della natura e la gestione
della cosa pubblica;
In buona
sostanza, Augusto coglieva pienamente l'essenza della moderna
pianificazione d'emergenza che s'impernia proprio su concetti come
semplicità e flessibilità.
|
Metodo
VIGILPRO
|
E’ un
sistema concepito di recente (1999) che si propone come obiettivo
principale quello di dare impulso all’integrazione del sistema di
protezione civile, soprattutto attraverso il necessario coinvolgimento
del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nella decisiva attività di
programmazione e pianificazione.
|
Microemergenza
|
E'
quell'evento naturale o connesso con l'attività dell'uomo, che riguarda
una parte limitata del territorio comunale e che può essere
fronteggiata mediante interventi attuabili dai singoli enti ed
amministrazioni competenti in via ordinaria (legge n. 225/92 art.2
lett. a).
|
Ministro
dell'Interno
|
Esercita
il potere d'indirizzo sull'attività dell'Agenzia che è sottoposta alla
vigilanza del medesimo.
Propone
al Consiglio dei Ministri le nomine del Direttore e del Comitato
direttivo dell'Agenzia.
Il
Ministro dell'Interno si avvale dell'Agenzia:
a.
Per le attività di cui
all'articolo 107, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 31 marzo
1998, n. 112;
b.
Per la predisposizione
di provvedimenti normativi in materia di protezione civile e nelle
materie di cui al comma 1° dell'art. 81 del decreto legislativo 30
luglio 1999, n. 300.
|
Ministro
per il coordinamento della protezione civile
|
E'
solitamente un ministro senza portafoglio posto a capo del Dipartimento
della p.c., ma non si esclude che la relativa delega da parte del Capo
del Governo, possa andare ad un sottosegretario o ad un Ministro già a
capo di un dicastero.
Ove
designato, fa le veci del Presidente del Consiglio dei Ministri per
incombenze in materia di p.c..
|
Modello
d’intervento Metodo Augustus
|
(Parte C
del Piano secondo il metodo Augustus): consiste
nell’assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e
controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del
costante scambio d’informazioni nel sistema centrale e periferico di
protezione civile, nell’utilizzazione delle risorse in maniera
razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi
dislocati sul territorio.
|
Modello
d'intervento
|
Consiste
nell'assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e
controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del
costante scambio d'informazioni nel sistema centrale e periferico di
protezione civile, nell'utilizzazione delle risorse in maniera
razionale.
Rappresenta
il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio.
|
Modello
integrato
|
E’
l’individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle
aree d’emergenza e la relativa rappresentazione su cartografia, e/o
immagini fotografiche e/o da satellite. Per ogni centro operativo i
dati relativi all’area amministrativa di pertinenza, alla sede, ai
responsabili del centro e delle funzioni di supporto sono riportati in
banche-dati.
|
Modulistica
|
Schede
tecniche, su carta e su supporto informatico, finalizzate alla raccolta
e all’organizzazione dei dati per le attività d’addestramento, di
pianificazione e di gestione delle emergenze.
|
Modulo
d’intervento
|
Struttura
organizzativa composta da uomini e mezzi con una specifica funzione che
costituisce un elemento attivabile per la formazione del dispositivo
d’intervento.
|
Noria
d’evacuazione
|
Movimento
delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal PMA agli
ospedali e viceversa al fine dell’ospedalizzazione delle vittime.
|
Noria
di salvataggio
|
Insieme
delle operazioni effettuate da personale tecnico, anche sanitario,
volte al trasporto di feriti dal luogo dell’evento al PMA e viceversa.
|
Ordinanza
|
E' uno
strumento giuridico che viene utilizzato in caso d’azioni indifferibili
ed urgenti da porsi in essere anche in deroga a norme di legge, ma nel
rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. Ove emanata
per l'attuazione degli interventi conseguenti alla dichiarazione dello
stato d’emergenza, è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana e trasmessa ai Sindaci interessati per la
pubblicazione negli Albi Pretori dei Comuni.
|
Organizzazioni
di volontariato di Protezione Civile
|
Una delle
strutture fondamentali del sistema di protezione civile, sono regolate
dal DPR 613/94 e consistono nelle associazioni iscritte all’elenco
della Presidenza del Consiglio dei Ministri - D.P.C. iscritte nei
registri regionali del volontariato.
|
Ospedali
da Campo
|
Dispositivi
d’intervento composti da uomini e mezzi in grado di assicurare alle
vittime della catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo
soccorso ed il trattamento definitivo. Offrono la possibilità di
effettuare interventi chirurgici d’urgenza assistenza intensivistica
protratta per più ore e degenza d’osservazione clinica. Sono sinonimi
di centro medico d’evacuazione.
|
Parte
generale Metodo Augustus
|
(Parte A
del Piano secondo il metodo Augustus): è la raccolta
di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai
rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti,
all’elaborazione degli scenari.
|
Pericolosità
(H)
|
E' data
dall’imprevedibilità e dall'indomabilità da parte dell'uomo dell'evento
calamitoso ipotizzato. E' la probabilità che un fenomeno di una
determinata intensità (I) si verifichi in un dato periodo di tempo ed
in una data area
|
Piani
nazionali d’emergenza
|
Sono
predisposti dal Dipartimento nazionale di p.c. per far fronte ai rischi
che per le modalità del loro verificarsi possono interessare il
territorio nazionale, in altre parole fasce territoriali di limitata
estensione ed omogenee per categoria di rischio.
|
Pianificazione
d’emergenza
|
L’attività
di pianificazione consiste nell’elaborazione coordinata delle procedure
operative d’intervento da attuarsi nel caso si verifichi l’evento
atteso contemplato in un apposito scenario. I piani d’emergenza devono
recepire i programmi di previsione e prevenzione.
|
Piano
comunale di protezione civile
|
E'
redatto a cura dei comuni allo scopo di gestire adeguatamente
l'emergenza ipotizzata per il territorio considerato in relazione ai
vari scenari; questi ultimi dovrebbero essere ricavati dai rischi
considerati nell'ambito dei pertinenti programmi di previsione e
prevenzione di livello provinciale e regionale.
|
Piano
di bacino
|
E' lo
strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale
sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate
alla conservazione, alla difesa ed alla valorizzazione del suolo,
all'utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche
ed ambientali del territorio.
|
Piano
per fronteggiare l’emergenza sul territorio della provincia
|
E'
predisposto e curato dal prefetto per tutto il territorio della
provincia di competenza, sulla base del programma provinciale di
previsione e prevenzione.
|
Posto
Comando soccorso sanitario (PCSS)
|
Struttura
mobile che consente al Direttore dei soccorsi sanitari di coordinare
l’attività del dispositivo d’intervento e di mantenere i contatti con
la centrale operativa 118.
|
Posto
medico Avanzato (PMA)
|
Dispositivo
funzionale di selezione e trattamento sanitario delle vittime
localizzato ai margini esterni dell’area di sicurezza o in una zona
centrale rispetto al fronte dell’evento. Può essere sia una struttura
(tende, containers), sia un’area funzionalmente deputata al compito di
radunare le vittime, concentrare le risorse di primo trattamento e
organizzare l’evacuazione sanitaria dei feriti.
|
Potere
d’ordinanza
|
E’ il
potere del Commissario delegato, in seguito alla dichiarazione dello
stato d’emergenza, di agire anche a mezzo d’ordinanze in deroga ad ogni
disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali
dell’ordinamento giuridico.
|
Preallarme
|
Si
realizza attraverso l'attivazione di un ufficio competente in relazione
al tipo d’evento calamitoso, per fornire tutte le indicazioni e
valutazioni di carattere tecnico, necessarie a seguire l'insorgere e
l'evolversi del fenomeno che interessa la p.c. .
|
Prefetto
|
E'
autorità di livello provinciale in emergenze di p.c.; al verificarsi
d’eventi calamitosi rilevanti o gravi: informa il Dipartimento della
protezione civile, il presidente della giunta regionale e la direzione
generale della protezione civile e dei servizi antincendio del
Ministero dell'interno; assume la direzione unitaria dei servizi
d’emergenza da attivare a livello provinciale, coordinandoli con gli
interventi dei sindaci dei comuni interessati; adotta tutti i
provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi; vigila
sull'attuazione, da parte delle strutture provinciali di p.c., dei
servizi urgenti, anche di natura tecnica. A seguito della dichiarazione
dello stato d’emergenza, opera quale delegato del Presidente del
Consiglio dei Ministri. E' preposto all'ufficio territoriale del
Governo ed è coadiuvato da una conferenza permanente, presieduta dal
medesimo e composta dai responsabili delle strutture periferiche dello
Stato; nella prefettura capoluogo di regione, assume anche le funzioni
di Commissario di Governo.
|
Presidente
del consiglio dei ministri
|
Nominato
con decreto del Presidente della Repubblica è Capo del Governo ed ha
poteri di direzione e vigilanza sui singoli Ministri; per il
conseguimento delle finalità del S.N.P.C., promuove e coordina le
attività delle amministrazioni dello Stato, centrali c periferiche
delle regioni, delle province, dei comuni, degli enti pubblici
nazionali e territoriali e d’ogni altra istituzione ed organizzazione
pubblica e privata presente sul territorio nazionale; per lo
svolgimento di dette finalità si avvale del Dipartimento della p.c.. Al
fine di consentire opportune verifiche dell’efficienza dei programmi e
dei piani nazionali, dispone l'esecuzione di periodiche esercitazioni,
promuove, d'intesa con il Ministro dell'università e della ricerca
scientifica e tecnologica, studi sulla previsione e prevenzione delle
calamità naturali e delle catastrofi ed impartisce indirizzi ed
orientamenti per l'organizzazione e l'utilizzazione del volontariato.
|
Prevenzione
|
Consiste
nelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la probabilità che
si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi anche sulla
base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di
previsione. E' la seconda attività di p.c. .
|
Previsione
|
Consiste
nelle attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause
dei fenomeni calamitosi, all’identificazione dei rischi ed
all’individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi.
E' la prima attività di p.c. .
|
Procedure
d’intervento
|
E' una
sequenza d’attività scaturente dall'attribuzione di compiti ad
autorità, enti, soggetti, gruppi od organizzazioni, deputati a porli in
essere in caso d’emergenza, osservando i tempi assegnati.
|
Procedure
operative
|
E’
l’insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e
temporale, che si effettuano nella gestione di un’emergenza. Sono
stabilite nella pianificazione e sono distinte per tipologie di rischio.
|
Programma
provinciale di previsione e prevenzione
|
E'
redatto a cura delle amministrazioni provinciali partendo dalla
ricognizione delle problematiche afferenti il territorio provinciale e
prevedendo l'individuazione delle possibili soluzioni alle prefigurate
calamità, con specifico riferimento ai tempi ed alle risorse
disponibili; Rappresenta il punto di riferimento per la determinazione
delle priorità e delle gradualità temporali in attuazione degli
interventi di p.c., in funzione della pericolosità dell'evento
calamitoso, della vulnerabilità del territorio, nonché delle
disponibilità finanziarie.
|
Programmazione
|
L'attività
di programmazione è afferente alla fase di previsione dell'evento,
intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul
territorio, nonché alla fase della prevenzione intesa come attività
destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato
dell'attività di programmazione sono i programmi di
previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la
pianificazione d'emergenza.
|
Protezione
civile
|
Politica
dei pubblici poteri finalizzata alla tutela dell'integrità della vita,
dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente, dai danni o dal pericolo
di danni, derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri
eventi calamitosi.
|
Provincia
|
Ente
locale territoriale che rileva nella protezione civile quale componente
del Servizio nazionale, partecipando all'organizzazione ed attuazione
del medesimo ed assicurando lo svolgimento dei compiti relativi alla
rilevazione, alla raccolta ed all’elaborazione dei dati interessanti la
p.c.; predispone il programma provinciale di previsione e prevenzione
ed il piano d’emergenza. Sono attribuite alle province le funzioni
relative:
1) all'attuazione, in ambito provinciale, delle attività di previsione
e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e
piani regionali, con l'adozione dei connessi provvedimenti
amministrativi;
2) alla predisposizione dei piani provinciali d’emergenza sulla base
degli indirizzi regionali;
3) alla
vigilanza sulla predisposizione da parte delle strutture provinciali di
protezione civile, dei servizi urgenti, anche di natura tecnica, da
attivare in caso d’eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma 1,
lettera b) della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
|
Rapporto
di sicurezza
|
E' un
elaborato trasmesso dalle aziende industriali a rischio, alla regione
nel cui territorio l'opificio ricade, affinché si provveda alla
vigilanza sullo svolgimento dell'attività ed al prefetto competente,
per la predisposizione del piano d’emergenza esterna all'impianto (da
redigersi sulla base delle conclusioni dei ministri dell'ambiente e
della sanità) per l'opportuna informazione da dare alla popolazione,
attraverso il sindaco.
|
Regione
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Ente
locale territoriale costituzionale; partecipa all'organizzazione ed
all'attuazione delle attività di p.c., assicurando, nei limiti delle
competenze proprie o delegate dallo Stato e nel rispetto dei principi
stabiliti dalla legge n.225/92, lo svolgimento delle attività di p.c.;
provvede all'ordinamento degli uffici ed all'approntamento delle
strutture e dei mezzi necessari per l'espletamento delle attività di
p.c., avvalendosi di un apposito Comitato Regionale di p.c.. Favorisce
nei modi e con le forme ritenuti opportuni, l'organizzazione di
strutture comunali di p.c. . Sono attribuite alle regioni le funzioni
relative:
1) alla
predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi,
sulla base degli indirizzi nazionali;
2)
all'attuazione d’interventi urgenti in caso di crisi determinata dal
verificarsi o dall'imminenza d’eventi di cui all'articolo 2, comma 1,
lettera b), della legge 24 febbraio 1992, n. 225, avvalendosi anche del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
3) agli indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali
d’emergenza in caso d’eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma 1,
lettera b), della legge n. 225 del 1992;
4) all'attuazione degli interventi necessari per favorire il ritorno
alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi
calamitosi;
5) allo spegnimento degli incendi boschivi, fatto salvo quanto
stabilito al punto 3) della lettera f) del comma 1 dell'articolo 107;
6) alla dichiarazione dell'esistenza d’eccezionale calamità o avversità
atmosferica, ivi compresa l'individuazione dei territori danneggiati e
delle provvidenze di cui alla legge 14 febbraio 1992, n. 185;
7) agli interventi per l'organizzazione e l'utilizzo del volontariato.
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Regolamento
delle ispezioni e delle verifiche
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Disciplina
il sistema d’ispezioni sugli atti e di verifiche delle procedure poste
in essere per l'attuazione delle attività amministrative relative agli
interventi d’emergenza. E' stato emanato con DPR 30 gennaio 1993, n. 51.
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Relief
plan
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E' un
piano d’emergenza redatto per soccorrere popolazioni e realtà esterne
al territorio di competenza.
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Ricerca
operativa
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Disciplina
che studia le conseguenze delle decisioni; ottimizza la "corsa contro
il tempo" che caratterizza la gestione d’ogni emergenza.
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Rischio
(R)
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E’ il
valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà
e delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di
un particolare fenomeno di una data intensità. Il rischio totale è
associato ad un particolare elemento a rischio E e ad una data
intensità I è il prodotto: R (E;I) = H (I) V (I;E) W(E).
Gli
eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili
(idrogeologico, vulcanico) e non prevedibili (sismico, chimico -
industriale, incendi boschivi).
S’intende
in qualsiasi evento il rapporto fra pericolosità e salvaguardia; una
maggiore salvaguardia fa diminuire il rischio in un determinato
territorio.
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Risposta
operativa
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E’
l’insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni
di emergenza determinate dall’avvicinarsi o dal verificarsi di un
evento calamitoso.
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Role
playing
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E' un
gioco in cui si simula uno scenario calamitoso ipotetico in un dato
territorio; i partecipanti devono assumere un ruolo ed una nuova
identità ed agire in modo conseguente, come meglio possono.
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Rovina
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Effetto
dannoso che pregiudica parzialmente o totalmente una costruzione, senza
incidere su persone, altrimenti sarebbe un "disastro".
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Ruolino
dei volontari
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E'
istituito su base provinciale presso ogni prefettura per iscrivervi
nominativamente cittadini volontari che chiedano di essere inseriti in
interventi di p.c. .
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Sala
Operativa
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E’ l’area
del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui
partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel
territorio colpito dall’evento secondo quanto deciso nell’Area
Strategia.
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Salvaguardia
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L'insieme
delle misure volte a tutelare l'incolumità della popolazione, la
continuità del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali.
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Scenario
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E’ la
rappresentazione dei fenomeni che possono interessare un determinato
territorio provocandovi danni a persone e/o cose e costituisce la base
per elaborare un piano di emergenza;
Al tempo
stesso è lo strumento indispensabile per predisporre gli interventi
preventivi a tutela della popolazione e/o dei beni in una determinata
area.
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Scenario
dell’evento atteso
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E’ la
valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe al
verificarsi dell’evento atteso.
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Self safety plan
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E' un
piano di autoprotezione che tiene conto delle difficoltà di attivazione
della macchina dei soccorsi coinvolgendo unità colpite dall'evento
medesimo.
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Servizi
tecnici nazionali
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Istituiti
nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri in apposito
dipartimento, i servizi tecnici nazionali erano quattro: sismico,
idrografico e mareografico, geologico, dighe. Le funzioni ed i compiti
tecnico-operativi e scientifici in materia di p.c. del servizio sismico
nazionale, sono stati trasferiti all'Agenzia di p.c., mentre gli altri
sono stati soppressi e le loro attribuzioni sono transitate all'Agenzia
per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici.
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Servizio
nazionale della protezione civile
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Istituito
al fine di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e
l'ambiente da danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da
altri eventi calamitosi.
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Sindaco
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E'
autorità comunale di p.c.; al verificarsi dell'emergenza nell'ambito
del territorio comunale assume la direzione ed il coordinamento dei
servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita e provvede
agli interventi necessari, dandone immediata comunicazione al prefetto
ed al presidente della giunta regionale. Chiede l'intervento di altre
forze e strutture quando la calamità o l'evento non possono essere
fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune. In caso di
emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente
locale, le ordinanze sono adottate dal Sindaco quale rappresentante
della comunità locale. In caso di emergenza che interessi il territorio
di più comuni, ogni Sindaco adotta le misure necessarie fino a quando
non intervengano i soggetti competenti. Ha inoltre competenze in
materia di informazione della popolazione su situazioni di pericolo per
calamità naturali.
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Sinistro
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Termine
genericamente usato per indicare un incidente.
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Sistema
"Mercurio"
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E' una
raccolta di dati conoscitivi di strutture e mezzi pubblici e privati,
operata sul territorio dalle prefetture tramite i comuni e rimessa poi
dalle stesse al superiore Ministero dell'interno che lo detiene e ne
promuove periodicamente l'aggiornamento.
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Sistema
di comando e controllo
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E’ il
sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza a
livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i
seguenti centri operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C..
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Soccorso
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Consiste
nell'attuazione degli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni
colpite dagli eventi calamitosi ogni forma di prima assistenza. E' la
terza attività di p.c. .
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Soglia
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E’ il
valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale
scatta un livello di allerta.
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Squadre
di soccorso
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Unità
comprendenti operatori sanitari che provvedono alla gestione sanitaria
delle vittime sul luogo dell’evento ed al loro trasporto fino al Posto
Medico avanzato.
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Squadre
sanitarie
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Unità
comprendenti personale sanitario e mezzi che operano all’interno del
Posto Medico Avanzato e seguono il paziente fino al suo ricovero in
ospedale.
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Stato
di calamità
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E’ una
situazione conseguente al verificarsi d’eventi naturali calamitosi di
carattere eccezionale, ma non gravissime che prevede il ristoro dei
danni causati alle attività produttive e commerciali.
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Stato
di emergenza
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E'
deliberato dal Consiglio dei Ministri su proposta del suo Presidente o
del Ministro per il coordinamento della p.c. o del Sottosegretario a
seguito del verificarsi di calamità naturali, catastrofi od altri
eventi che per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con
mezzi e poteri straordinari. Attraverso l’emanazione di provvedimenti
(ordinanze). Sotto il profilo giuridico la dichiarazione dello stato di
emergenza è regolata dall’art. 5 L. 225/92. Tale stato prevede talvolta
la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza. E’ una
situazione di grave/gravissima crisi al verificarsi di eventi di tipo
"c" (art. 2, L.225/92).
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Struttura
comunale o intercomunale di protezione civile
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E’ una
struttura operativa finalizzata all’organizzazione locale dei servizi
di protezione civile nell’ambito di un comune o di più comuni tra loro
consorziati o di comunità montane. E' un ufficio di coordinamento
capace di coinvolgere l'intero organico comunale o parte di esso, sia
in attività poste in essere a scopo preventivo, sia in attività di
soccorso; rientra nel potere di autorganizzazione dell'ente locale cui
è riconosciuta una potestà statutaria ed una regolamentare verso i
propri uffici in modo da rispondere alle esigenze della comunità, ivi
comprese quelle di tutela da eventi calamitosi.
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Strutture
effimere
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Edifici
presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole,
palestre ecc.), mentre in emergenza diventano sede di centri operativi.
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Superamento
dell’emergenza
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Consiste
nell'attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti,
delle iniziative necessarie ed indilazionabili volte a rimuovere gli
ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita. E' la quarta
attività di p.c. .
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Tecnica
del Delfi
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Consiste
nel selezionare un gruppo di esperti in varie discipline che sono di
volta in volta consultati separatamente sulla credibilità di scenari ad
essi prospettati e sulle eventuali modifiche da apportare al piano
sottoposto al loro vaglio.
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Triage
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E' una
tecnica organizzativa utilizzata in medicina dei disastri, nata per
ottimizzare le operazioni di carattere sanitario. Il termine e di
derivazione francese e si traduce "scelta". Processo di suddivisione
dei pazienti in classi di gravità in base alle lesioni riportate ed
alle priorità di trattamento e/o di evacuazione.
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Unità
mobile medico chirurgiche
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Dispositivi
di intervento composti da uomini e mezzi in grado di assicurare alle
vittime della catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo
soccorso ed il trattamento definitivo. Offrono la possibilità di
effettuare interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensivistica
protratta per più ore e degenza di osservazione clinica.
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Unità
Mobili di soccorso sanitario (UMSS)
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Struttura
mobile con caratteristiche di mobilitazione immediata, attrezzata per
funzionare come PMA, comprendente 2 (massimo 3) tende pneumatiche;
barelle leggere per 50 feriti; generatori di energia (elettricità e gas
compresso); materiale sanitario suddiviso in casse di colore
corrispondente alla destinazione d’uso (rosso: infusioni; giallo:
materiale non sanitario; verde: medicazione/immobilizzazione; blu:
ventilazione).
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Valore
esposto (W)
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Rappresenta
il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli
elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo
di elemento a rischio: W = W (E).
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Vittima
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Persona
coinvolta nell’evento. Comprende feriti, illesi e deceduti.
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Volontariato
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E'
costituito da cittadini che sono dediti a prestazioni aliene e gratuite
e che in genere si organizzano in associazioni.
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Vulnerabilità
(V)
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E’ il
grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi
esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data
intensità. È espressa in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita
totale) ed è in funzione dell'intensità del fenomeno e della tipologia
di elemento a rischio: V = V (I; E).
Le
definizioni di Rischio, Pericolosità, Vulnerabilità e Valore Esposto
sono tratte da: UNESCO (1972) Report of consultative meeting of experts
on the statistical study of natural hazard and their consequences. Document SC/WS/500 pagg. 1-11.
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Vulnerabilità
socio – sistemica
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E' data
dal carente dominio degli eventi che alterano il raggiunto equilibrio
del sistema socio – ambientale - territoriale.
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