MITI E LEGGENDE
Sono molte le storie e le leggende che vanno dal passaggio dei soldati di Re Arduino diretti alla roccaforte del Castelletto, a fiabe di masche (streghe) che si riunivano in cerchio presso i “Reü” (luogo di incontro) o che celebravano i loro Sabba (festa delle streghe) negli spazi verdi lungo il sentiero.

Masche, viandanti e banditi rappresentavano motivi di racconti che hanno riscaldato l'ambiente delle stalle dove, sino alla metà del Novecento, la gente si raccoglieva per stare al caldo, giocare a carte o raccontare fiabe e storie.
La seconda parte della mulattiera che da Alpette porta all'alpe Musrai, è interessata dai “Curs”: i percorsi degli antichi Celti, popolazione preromana, che svolgevano sul sentiero le loro misteriose processioni.
I Celti scomparvero come popolazione quando, sconfitti dai romani, i superstiti (circa 30000) vennero venduti come schiavi al mercato di Ivrea che a quei tempi si chiamava Eporedia (Eporedia- Eporea- Iprea- Ivrea), che significava stazione di cavalli (a causa del passaggio legioni romane che andavano in Francia e in Gran Bretagna).


Visita del vescovo, Anno Domini 1645

E' noto che Alpette venne elevata al rango di parrocchia il 26 luglio 1609. In quell'occasione venne fatta una grande festa e cominciarono i primi tentativi per staccare Alpette da Pont, poi trasformatisi in fatti concreti che si conclusero il 15 ottobre 1773 quando Re Emanuele Filiberto emise il decreto di distacco da Pont e proclamò il paese “Comune”.

Si rileva che eretta Alpette a parrocchia venne presentata l'istanza perché venisse effettuata la prima visita pastorale del vescovo.

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Le masche
Dopo una giornata di lavoro Tonio si incamminò, come era solito fare, lungo il sentiero che da Pont andava ad Alpette. All'altezza del Reü del Cabbe (grande pietra dove ci si fermava per riposare e per bere alla vicina fonte) vide due monaci seduti su una pietra con il cappuccio abbassato per nascondere il viso.

Si spaventò, ma proseguì e, senza perdere tempo, offrì ai monaci una parte del poco pane che aveva nel bòrgiot (bisaccia). “Grazie”- rispose uno dei monaci spiegando che essi erano le masche dei Bardanjj- “se non fosse stato per la tua offerta non ti avremmo fatto passare, ora puoi andare”.
Tonio si avviò verso Alpette felice di aver superato quel difficile momento.



Pedrassa
Pedrassa era arrivato ad Alpette all'età di 20 anni, dalla “cà granda” di Cuorgnè, ovvero l'ospedale ed orfanotrofio sulla cui porta venivano abbandonati i bambini indesiderati.

Non era tanto alto e aveva un corpo tozzo e muscoloso, tanto da essere dotato di una forza spaventosa. Un vero e proprio “Ercole” in grado di trasportare sulle spalle anche cinque quintali.

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Comune di ALPETTE (TO) - Sito Ufficiale
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