CAPITOLO II Sono due giorni che il nonno non
viene, ormai la febbre si è abbassata e le bolle sono in fase di maturazione.
Tuttavia non mi è consentito, anzi mi è assolutamente vietato, di mettere le
gambe fuori dal letto, neanche di osservare dalla finestra ciò che accade. |
"Suvvia,
vuoi rovinare tutto? Restando un altro po’ a letto non fai altro che
avvantaggiare la tua situazione, su!" "Hai ragione, nonno!" dico prontamente "sai ho ripensato alla fiaba che mi hai raccontato l’altro giorno. Ma, anche tu, quando eri ragazzo, raccoglievi la cicoria?" "Beh, no! Io ero un contadino!" Risponde il nonno. "Un contadino?" "Certo! Allora le cose erano ben diverse da come sono ora! Pensa, io sono andato a scuola fino a dieci anni e poi ho iniziato a lavorare i campi assieme alla mia famiglia! Eravamo tutti nell’agricoltura" "Davvero?" chiedo incredulo "beato te!" "Sai, allora le famiglie erano così numerose che tutti dovevamo lavorare per mangiare" "Ed era faticoso quel lavoro, nonno?" |
"Sì! Infatti iniziavamo
a lavorare verso le cinque della mattina, poi vi era una piccola pausa per il
pranzo e tua nonna veniva a portarmi un po’ di pane e polenta. In seguito si
riprendeva fino al calar del sole."
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"D’inverno si
vangava il terreno, si sistemavano le siepi di confine e si potavano le
viti."
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"Il lavoro allora era
sempre tanto, mamma mia!!" |