Martin Heidegger

Vita e opere
Da Cioffi…, I libri di diàlogos, cit., vol. F, p. 87

La vita di Martin Heidegger è povera di avvenimenti esteriori: se si eccettuano gli anni 1933-34, durante i quali aderì, come rettore dell’Università di Friburgo, al partito nazista, le date della sua vita coincidono con le tappe più significative del suo itinerario filosofico. Nato a Messkirch, nel Baden, nel 1889 da genitori di confessione cattolica e di modeste condizioni economiche, si avvicina nel 1907 alla filosofia attraverso la lettura del libro di Brentano Sul molteplice significato dell’ente in Aristotele. Segue all’Università di Friburgo corsi di teologia e poi di filosofia, tenuti dal neokantiano Rickert, conseguendo il dottorato nel 1914. Lo studio della filosofia aristotelica e del neokantismo trova una prima sintesi nella tesi di libera docenza del 1918: La dottrina delle categorie e del significato in Duns Scoto. Sul giovane Heidegger operano tuttavia anche altri stimoli filosofici (Kierkegaard, Nietzsche, Dilthey) e letterari (Hòlderlin, Dostoevskij, Rilke, Trakl): allo studio dei grandi nodi del pensiero occidentale si accompagna la ricezione della cultura della ‘crisi’ e della decadenza europea
Nel 1916 diventa assistente di Husserl a Friburgo. Dal 1923 al 1928 insegna all’Università di Marburgo. Nel 1927 pubblica Essere e tempo: l’opera, che ebbe subito una vasta risonanza, era dedicata a HusserI, il quale però vide nel libro dell’allievo un attacco alla sua "fenomenologia trascendentale". Questo non impecfi a HusserI di proporre Heidegger come suo successore all’Università di Friburgo nel 1928, dove tenne nel 1929 la sua prolusione dal titolo Che cos’è la metafisica? e scrisse l’opera Kant e il problema della metafisica.
Nel 1933, è eletto rettore dell’Università di Friburgo. Aderisce poco dopo al Partito nazionalsocialista, ma come rettore proibisce agli studenti nazisti la diffusione di volantini antisemiti all’interno dell’università. Il suo comportamento nei confronti del regime è ambiguo: se in occasione del referendum del 12 novembre 1933 sull’uscita della Germania dalla Società delle Nazioni invita a votare secondo la direttiva di Hitler, nel febbraio del 1934 si dimette dalla carica di rettore. Nel dopoguerra, egli non negherà la sua adesione al regime, circoscrivendola però al periodo di assunzione del rettorato. Il testo chiave del periodo della sua adesione al regime è il pubblico discorso L’autoaffermazione dell’università tedesca, che Heidegger pronuncia al momento dell’assunzione del rettorato.
Dopo le dimissioni da rettore Heidegger si occuperà solo dell’insegnamento e dei suoi studi. Tiene conferenze che segnano una nuova strada rispetto a Essere e tempo, come il discorso Hòlderlin e l’essenza della poesia, tenuto nel 1936 a Roma (dove Heidegger si incontra con Gentile), e la conferenza su L’origine dell’opera d’arte, pronunciata in varie occasioni fra il 1935 e il 1938. Nelle lezioni del 1935 Introduzione alla metafisica si accenna ancora alla "intima verità e grandezza" del movimento nazionalsocialista. Peraltro i corsi tenuti da Heidegger fra il 1936 e il 1940 su Nietzsche configurano una lettura della filosofia nietzscheana che nulla ha a che vedere con i tentativi di appropriarsene da parte dei nazisti. In quegli anni le sue pubblicazioni sono rade: La dottrina platonica della verità (1942), Sull’essenza della verità (1943). Dopo la guerra il Comando alleato proibì a Heidegger ogni attività didattica, che egli poté riprendere solo nel 1952. A favore della sua riammissione all’insegnamento si pronunciò Karl Jaspers, antico amico di Heidegger, da cui si era diviso a seguito dell’adesione di questi al nazismo.
Del 1946 è la Lettera sull’umanismo, in cui sono svolti i temi principali del pensiero heideggeriano successivo a Essere e tempo e che erano rimasti, fino allora, sconosciuti al pubblico degli studiosi.
Agli anni cinquanta risalgono importanti conferenze, fra cui La questione della tecnica. Incurante delle critiche radicali al suo pensiero (Lukàcs, Adorno) e anche delle accuse circa le sue vicende passate, Heidegger svolge un’intensa attività di scrittura: ricordiamo le importanti raccolte Sentieri interrotti (1950), In cammino verso il linguaggio (1959), e Segnavia (1967). Dal 1966 vive nella baita-rifugio presso Todtnauberg. Muore nel 1978 nella sua città natale.



1-La fenomenologia esistenziale
2-I modi dell'esserci
3-La svolta verso l'essere
4-La tecnica, l'arte. il linguaggio
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