PRIM’ALPE DI CANZO, UN RIFUGIO DEMANIALE IMMERSO NELLA FORESTA

DAL 1° DICEMBRE SEDE UFFICIALE DEL CENTRO VISITE DELLA RISERVA NATURALE SASSO MALASCARPA

 

Nel 1800 era un classico cascinale di montagna, probabilmente ricostruito su rovine ancora più antiche, immerso in un ambiente suggestivo di frassini e castagni che in autunno assumono tinte accese sfumanti dal giallo ocra ad un rosso vivo e infuocato. Vi si trovano, nelle vicinanze, anche altri importanti quanto pittoreschi alberi d’alto fusto come il faggio, l’acero, il carpino nero, la roverella e il noce. Sul sentiero che da Canzo porta agli omonimi Corni, che è anche definito percorso geologico, il rustico giace nella tranquilla e serena pace del bosco, abbastanza isolato dal centro abitato e abbastanza vicino, collegato al paese da un pratico e comodo sentiero che all’occorrenza può essere percorribile con automezzi autorizzati.

Adesso è un Centro culturale della Regione Lombardia e dal primo dicembre scorso è diventato ufficialmente la nuova sede del Centro Visite della Riserva Naturale Sasso Malascarpa e di un museo naturalistico ed etnografico. La riserva, di interesse paesistico e geomorfologico, comprende l’area estesa tra il monte Rai e i Corni. La sua attrazione principale sono le varie rocce dolomitiche, calcaree e carbonatiche incise da scanalature di tipo erosivo o caratterizzate da pieghe di origine tettonica. Questi massi intrappolano tra i sedimenti di cui sono costituiti molti fossili di organismi viventi risalenti al paleozoico-mesozoico. Sui rilievi montuosi una preziosa flora autoctona che comprende specie rare e pregiate sfuma, a quote più basse, in una foresta di conifere recentemente ripopolata da piantumazione di pini e abeti. Un habitat favorevole alla sopravvivenza di molte specie animali: cinghiali, caprioli, volpi, scoiattoli, tassi e volatili rapaci.

Già da alcuni anni l’Azienda Regionale Foreste aveva ristrutturato l’edificio, che costituiva la prima località d’alpeggio della Val Ravella, ma con attenzione scrupolosa applicando tecniche moderne di riconsolidamento strutturale atte a mantenerne intatta l’autenticità e a rivalutarne le proprietà architettoniche. Nelle grandi ali disposte a ferro di cavallo intorno alla corte interna sono stati ricavati così un ostello per la notte, costituito da cinque camere per un totale di 24 posti letto, docce calde e riscaldamento centrale, una grande cucina con refettorio ed il museo. L’Alpe, ha mantenuto il vecchio nome ma chiamarla alpe è riduttivo, si presenta sia esternamente sia internamente alquanto affascinante rivelandosi sì rustica ma elegante e pregiata nel medesimo tempo. I muri sono immancabilmente di sasso a vista con infissi e stipiti di legno massiccio. Alcuni locali sono stati adibiti a sala riunioni e attrezzati con computer e collegamento internet, telefono, fax, fotocopiatrice, lavagna luminosa, videoregistratore e proiettore per diapositive. È presente anche un’infermeria e sono state previste le opportune agevolazioni per i disabili. In questo caso sembra che gli incaricati statali abbiano fatto le cose per bene tanto che se ne rimane davvero stupiti, abituati come siamo ormai al malfunzionamento della res pubblica.

La struttura si trova all’interno della Foresta Demaniale Regionale dei Corni di Canzo, a 725 m. di altitudine, ed il suo recupero è stato progettato per ospitare scolaresche e nuclei di lavoro, di studio o di formazione professionale interessati ad approfondire tematiche ambientali. Non funziona come un albergo o un ostello della gioventù e, purtroppo, non dà ospitalità ai singoli individui. Per usufruire dei servizi di cui dispone occorrono una motivazione specifica e l’appartenenza ad un "gruppo di lavoro". A gestirne l’operatività si occupa, dal 1998, una cooperativa sociale di Monza, la Meta (metodologie educative territorio e ambiente).

Le idee su come utilizzare le risorse dell’Alpe sono molte e tantissime le potenzialità, educative o anche semplicemente ricreative, che questa può offrire. Un po’ meno funzionale, forse, l’assetto pubblicitario che dovrebbe rendere note ai molti possibili fruitori le occasioni intelligenti e suggestive di cui è possibile approfittare proprio "sotto casa".

La cooperativa Meta, sui propri depliant, propone alle scuole soggiorni settimanali o fine settimana all’insegna della naturalità con laboratori ecologici, gite, socializzazione. Ma anche seminari di educazione ambientale per amministratori pubblici, associazioni o privati.

La cooperativa può anche, su richiesta, concedere l’utilizzo della struttura ricettiva in autogestione, dalla cucina alle pulizie. Negli ampi spazi esterni è possibile inoltre accamparsi: panche e tavoli, una fontanella, il falò permettono lo svolgimento di cucina da campo e grigliate all’aria aperta. La legna da bruciare sarà ovviamente quella già tagliata e messa a disposizione dalla forestale. Un custode e un obiettore di coscienza sono sempre sul posto pronti a garantire sicurezza e assistenza. Altri obiettori vi lavorano durante il giorno prendendosi carico del museo e del Centro Visite della riserva. Infatti, se ad un occasionale viandante non è permesso né rifocillarsi né pernottare in sede, gli è permesso però di visitare il museo dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 17.30 tutti i giorni.

Prim’Alpe è localizzata a metà strada tra le fonti di acqua minerale Gajum, sopra Canzo, e l’agriturismo Terz’Alpe, sempre di proprietà regionale ma gestito da privati. Immersa praticamente nel cuore del Triangolo Lariano, è strategicamente appetibile in quanto può fungere da punto di partenza per innumerevoli escursioni nel territorio circostante: i Corni di Canzo, il monte Moregallo e il Cornizzolo, la Riserva Naturale Sasso Malascarpa. Quindici minuti a piedi per il rifugio e agriturismo Terz’Alpe, un’ora per il rifugio di Pianezzo sulle pendici del Corno Centrale di Canzo. Non lontana nemmeno dall’Alpe del Viceré, dal Buco del piombo e dal lago del Segrino dove, in estate, è possibile effettuare sport acquatici e canoa. Per gli appassionati di trekking culturale inoltre può far comodo come base d’appoggio per una affascinante gita alla basilica benedettina di San Pietro al Monte, sopra Civate, che adagiata in una verde vallata custodisce da un millennio lo splendido ciclo di affreschi medievali sull’apocalisse, uno dei più importanti in Europa. Nel caso gli ospiti siano dei bambini, Meta può fornire degli operatori didattici specializzati in assistenza socioculturale e, per le attività escursionistiche, gli accompagnatori di media montagna di "La Montagna Incantata". Se poi qualcuno fosse attratto dagli abbinamenti gemellari… Meta gestisce anche il parco di Monza, il più grande parco urbano d’Europa con i suoi 750 ettari su un perimetro di 14 km. La sede della cooperativa è ubicata a Cascina Costa Alta nell’omonimo Centro di servizi e di accoglienza. Si propone con tante iniziative originali adatte a grandi e piccini, dalla caccia al tesoro alla creatività artistica "dal vero". Funzionalità accessibili anche ai disabili.

I prezzi individuali per un soggiorno culturale nel parco, a Prim’Alpe o a Cascina Costa Alta, che comprendono anche l’assistenza di un educatore per classe, possono oscillare dalle 25.000 alle 35.000 lire per un giorno, fino a 160.000 per tre giorni a pensione completa. I costi variano in base alle stagioni, al numero di utenti, al numero di animatori ingaggiati, al tipo di cucina e di altri servizi che si vuole includere per cui è sempre consigliabile richiedere un preventivo personalizzato.

Per arrivare a Prim’Alpe: una volta raggiunto, in treno o con altri mezzi, il paese di Canzo si prosegue fino alle fonti Gajum, a piedi occorrono circa 20 minuti. Qui si parcheggia il mezzo e si prosegue a piedi imboccando il sentiero di sinistra. Trenta minuti circa su ampia e comoda carreggiata per raggiungere il rifugio.

Per informazioni o prenotazioni: Meta, Cascina Costa Alta, Monza, tel. 039.321900 – e-mail: metamonza@tin.it oppure Prim’Alpe, via per le Alpi 7, tel. 031-684878 - e-mail: metacanzo@tin.it

 

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broletto n.64 inv. 2000/2001

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