LA SOFITA DI RICORDE
LA SOFFITTA DEI RICORDI
Un giorno ti ho portata
- era il 3 dicembre -
nella soffitta dei ricordi.
Nuvole basse
coprivano la valle
ma quando tu hai aperto la casa
uno squarcio di cielo azzurro
riempì le stanze di sole.
Tu correvi sulle scale
come una gatta padrona
e la porta s'aprì
con un gioioso cigolio.
Nella culla rideva la bambola
abbracciata e baciata
in un quadro il profilo di una bimba
cantava l'innocenza.
Nell'armadio un abito da sposa
con ricami di speranza
vestiti neri stinti dal dolore
e in mezzo un vestitino bianco e rosso
come le tue guance.
Il baule delle carte
con lettere degli anni di guerra
e del tempo eterno
dei sentimenti d'amore.
Appese alle pareti
fotografie degli antenati:
tu sembri proprio la nonna.
Facce austere di uomini
a insegnare la dignità.
Con la chiave apristi
il cassetto segreto:
anelli e collane
e medaglie e orecchini
ad ornare di eleganza
le donne della casa
filigrana d'argento
che i ragni hanno filato
ragnatele di ricordi
che il sole illuminava.
Tra le mele mature
e le ventate del pane
tolto dal forno
la soffitta si riempì di profumi.
Sulle travi lisciate
dalla pialla del nonno
vicino al segno di casa
scrivemmo i nostri nomi
sotto un tetto sicuro
un'altra generazione.
Zl armer un nuizal (Nell'armadio un abito da sposa)
DIPINTO di Claudio Mario Feruglio