duemilatre dalla M alla Z

The Mexican
Minority Report
Monster's ball
New York, New York
Nosferatu
L'ora di religione
Panic room
La promessa
The Ring
Secretary
The Shipping News
Solaris
Soldi sporchi
Sweet Sixteen
U-Turn.
L'uomo senza passato
Velluto blu
Zatoichi

 

THE MEXICAN
Di G.Verbinski, USA 2001
Con J.Roberts, B.Pitt

Le cose si mettono subito male per lo spettatore. Samantha, la nostra amica dalla bocca larga (J.Roberts) comincia subito a far roteare i suoi occhioni come nelle più classiche commediole romantiche che a noi piacciono tanto. Stavolta il malcapitato(si fa per dire) è Jerry (B.Pitt), un ladruncolo da strapazzo che non fa che combinare guai. Per riparare alla sua ultima cazzata deve andare in Messico a recuperare una pistola, non una pistola qualunque, ma “the Mexican”, una stupida pistola con una storia tutta sua raccontata come in un cortometraggio all’interno del film… E va bene, la trama non è poi diversa da tanti altre. Poi, però, le cose si mettono peggio. Pitt continua con le cazzate e i suoi capi mettono sulle tracce della sua ragazza un energumeno tutto muscoli e pistola per convincerlo ad andare fino in fondo. Peccato che l’energumeno si rivela un killer finocchio dal cuore tenero, ma spietato sul lavoro… che marea di cazzate. Da qui in poi il film degrada sempre più verso il genere tenerello e a noi viene il latte alle ginocchia a furia di tutto quel miele e facciamo una fatica mostruosa a resistere alla tentazione di spingere il pulsante rosso del nostro telecomando. Eppure sarebbe stato meglio. j.n.

joenat
 ½
paolo
 ½ 
berto
 
nexuno
 

MINORITY REPORT
di S. Spielberg, USA 2002

Spielberg non è tra i miei registi preferiti, meglio chiarirlo subito. Devo anche dire che ho letto prima il racconto di Philip K. Dick da cui questo film è tratto, e come spesso accade il libro è meglio del film. Il problema non è la storia, va bene un futuro in cui i crimini sono da prevenire (meglio prevenire che curare), vanno bene pure i precog (precognitivi) che vedono in anticipo i delitti permettendo di catturare i colpevoli prima che infrangano la legge, vanno bene anche i dubbi di coscienza che una tale pratica può indurre in onesti poliziotti che vogliono solo applicare la legge, va bene anche l’idea di città futura e futuristica, con autostrade aeree, palazzi immensi e navi spaziali della polizia… ma perché aggiungere una serie di cazzate che lo scrittore non aveva messo (e P.K.Dick non è certo uno che risparmia colpi di scena nei suoi racconti).
1. John Anderton (Tom Cruise) perché deve per forza aver perso un figlio? (nel libro non c’è nessun bambino)
2. Perché Vitwier viene ammazzato da Lamar Burgess (Max von Sydow)? (nel libro non c’è, Vitwier non è un funzionaro che vuole far chiudere la precrimine, ma solo un “assistente” nominato per sostituire Anderton quando questo andrà in pensione, e Lamar è un vecchio membro delle forze armate che vuole tornare al potere sbarazzandosi della precrimine).
3. E soprattutto, perché i precog (compreso la più potente, Agatha), non “vedono” l’omicidio di Vitwier da parte di Lamar Brugess?
Quando si ha un buon racconto da cui partire è meglio lasciare le cose come stanno… perché aggiungere suspance a qualcosa che già ne ha fin troppa? Andatelo a chiedere a Spielberg, perché Dick ormai non potrà più rispondervi!
j.n.

joenat
 **
paolo
 
berto
 
nexuno
 

MONSTER’S BALL
Di M.Forster, USA 2002

Un figlio di puttana fa la guardia carceraria. Si occupa dei condannati a morte. Con lui lavora il figlio. Non ha lo stomaco forte. I due si odiano. Troppo diversi anche se entrambi bianchi. Devono far fuori un nero, sulla sedia. Uno che per passare il tempo fa ritratti. Il nero ha una moglie e un figlio obeso. Bisogna dirsi addio. La sedia elettrica è un posto riservato, non certo ai culi importanti.
Il figlio di puttana vive col padre, un vecchio acido e razzista che ce l’ha coi negri . Nella gara a chi è più stronzo, all’inizio figlio di puttana e vecchio sono alla pari (più che essere figlio di puttana è figlio di puttaniere) poi quando il figlio, quello troppo debole per vivere, si suicida le cose cambiano. Il vecchio conservatore non
muove il culo dalle sue posizioni oltranziste, mentre il figlio cambia rotta. Il premio Stronzo dell’anno se lo aggiudica il vecchio. Per ritirarlo bisogna presentarsi in una casa di ricovero. Lui ci va e poi finisce che non ci esce più da quel posto. La donna col figlio obeso ne passa di tutti i colori. I soldi non bastano. Piove sempre sul bagnato. Il bambino obeso viene investito. Il figlio di puttana che non è più stronzo come una volta carica il figlio in macchina, ma non serve a nulla.
Una nera e un bianco con lo stesso sassolino nelle scarpe. Un figlio morto di fresco. Sarà l’alcool, sarà l’astinenza dal sesso va a finire che i due si scordano in fretta dei loro morti in casa e ci danno dentro come scimmie in calore. Nuovo lavoro, nuova macchina possono significare una nuova vita. La madre dice la sua sulla situazione attuale dell’America… “in America non puoi essere negro e obeso allo stesso tempo” sarebbe troppo, anche per un conservatore che vuole chiudere un occhio. Citazioni a parte, ci sentiamo di far rientrare nella categoria “figli di puttana” tutti quelli che fanno dal pubblico alle condanne a morte.
p.n.

joenat
 *½
paolo
*½  
berto
 
nexuno
 

NEW YORK, NEW YORK
di M.Scorsese, USA 1977
Con R.DeNiro, L.Minnelli


Ehi tu, sai dirmi chi è quella? No che non la conosco, altrimenti non sarei venuto qui a domandartelo, non trovi? Su, va da lei e dille che sono un eroe di guerra. Non ci credi? Guarda un po’ come cammino. La vedi la mia gamba? Ma che ti parlo a fare. Sei solo una perdita di tempo. Smamma, me la caverò da solo. Guarda e impara, ragazzo.
Salve. Aspetta qualcuno? Se vuole la porto a fare un giro. Allora, dove vuole che la porti. No che non scherzo. Una come lei che se ne sta sola in una bettola del genere fa pensare. No, non pensavo a quello. E va bene l’ho pensato. Lei che fa nella vita? Non è serata. Già. Facciamo che ci si rivede un’altra di queste sere allora?
Jimmy Doyle non si tira indietro. Vuole fare colpo su Francine. Non la molla un attimo seguendola da un albergo all’altro e riesce sempre a farla franca quando c’è da pagare. Nella vita contano tre cose o come lo chiama Jimmy il “magico accordo”: le donne, la musica e i soldi. Per la musica non ci sono problemi, Jimmy ci sa fare con il suo sassofono. Non resta che trovarsi una donna e allora sta a vedere che i soldi prima o poi arriveranno. Francine è una bomba, lui, beh lui lo sa di essere un grande, ma nessuno ha in mente di offrirgli un contratto. Solo audizioni. La solita storia. Mi dispiace non fai al caso nostro - questa roba non funziona - la gente vuole solo divertirsi. Gira che ti rigira qualcuno prima o poi lo trovi. Le cose cominciano a girare nel verso giusto. Si riempiono le balere e si intascano un mucchio di quattrini. E’ inevitabile sospettare che prima o poi la fortuna si rivolti contro. Un bambino, un dannato bambino. Manteniamo la calma. Io credevo... no tu credevi male. Ognuno per la sua strada. Francine torna a New York e Jimmy continua il tour con il resto della band. Ma senza Francine non è la stessa cosa. E’ tempo di fare i bagagli e tornarsene da dove si è partiti.
Vediamoci all’angolo alle otto. Ti aspetto. Niente da fare. Non si torna indietro.
Pregiudizi sul film: io i musical, Sammy Davis junior e Lisa Minnelli non li digerisco.
Risultato: non era un musical, Sammy Davis junior non c’è mai stato e Lisa Minelli è sopportabile quando hai di fronte uno strepitoso De Niro che fa il mattacchione. E poi De Niro coi capelli incollati alla testa in quel modo farebbe invidia anche al laccatissimo Sammy Davis junior.
p.n.

joenat
***½ 
paolo
***½ 
berto
 
nexuno
 

NOSFERATU
di F.W.Murnau, Ger 1922

La storia è un classico dell’orrore: il protagonista parte per i Carpazi per comprare un castello, ma scopre che il padrone è un morto vivente, un vampiro. Questo, non si sa bene perché, raggiunge la città del protagonista e provoca una quantità di morti che vengono scambiati per appestati. C’è un solo modo per fermarlo. Una donna “pura di spirito” si deve sacrificare intrattenendosi col vampiro fino al nascer del nuovo giorno, provocandone così la morte.
Nosferatu, pur essendo un vecchietto piuttosto malridotto, con le unghie lunge e le orecchie a punta, si dimostra ben più agile del giovane protagonista, che in sua presenza non fa altro che arretrare come colpito da una paresi, o farsi beccare addormentato nei momenti clou del film. Tocca così alla moglie, tra svenimenti e sospiri salvare la città dal vampiro che, per quanto cattivo, non può far altro che sciogliersi al sole, come vuole la tradizione.
j.n.

joenat
s.v. 
paolo
** 
berto
 
nexuno
 

L’ORA DI RELIGIONE
di M.Bellocchio, Ita 2001

Negli ultimi anni la Chiesa Cattolica, per rilanciare la sua immagine, ha lanciato la moda di “fare” più santi possibili. Così il protagonista di questa storia scopre da un giorno all’altro che sua madre è in odore di “santità”. La cosa può rivelarsi un grosso affare per la famiglia, e come al solito c’è chi ne vuole approfittare. Lui è un pittore in crisi (i quadri che si vedono sono opera del regista)… con la moglie, con la famiglia, con il lavoro… Si trova coinvolto suo malgrado in una storia che non lo interessa… in una festa in casa di nobili monarchici… in un duello all’alba, per aver sorriso al momento sbagliato… in una storia con la maestra di religione del figlio… sospeso… alla ricerca di se stesso. Bravo Castellitto, orribili tutti gli altri attori/attrici, a cominciare dalla moglie (lobotomizzata), le zie (per carità), i fratelli, il prete, lo sfidante… sarebbe ora di aprire qualche scuola di recitazione! j.n.

joenat
**½ 
paolo
** 
berto
 
nexuno
 

PANIC ROOM
Di D.Fincher, USA 2001
Con J.Foster, F.Whitaker, K. Stewart

C’è una bella casa in centro. Qualche miliardo di mq, quattro piani, una cinquantina di stanze, si sa mai che venga qualcuno a trovarvi, un ascensore e una panic room. Cos’è una panic room? Una stanza blindata, fornita di tutto punto, telecamere comprese, linea telefonica con la polizia e tutto il resto per la sicurezza. Semmai qualche malintenzionato avesse voglia di derubarvi e non avete voglia di fargli un buco nel cervello, potete nascondervi lì, finché non se ne vanno. Ma è difficile che succeda qualcosa del genere, ci sono anche le sbarre alle finestre! Dopotutto se sei ricco e vuoi vivere in pace in centro, è meglio che ti chiudi in gabbia con tutti i tuoi soldi perché là fuori è pieno di gentaccia pronta a tutto pur di fregarsi i tuoi soldi.
La comprate? Ok è vostra. Chi paga? Ah il suo marito divorziato! Capisco.
Un giorno. Due giorni. Ecco i ladri. Sto’ stronzo di un venditore di case deve portare iella. Madre e figlia si chiudono nella stanza blindata, ma è proprio lì che i ladri stanno cercando qualche milione di dollari nascosto dall’ex proprietario. E non se ne andranno finché non avranno quello che vogliono, a costo di ammazzarle tutte e due e di ammazzarsi a vicenda. Basterebbe chiamare la polizia, ma non hanno pagato la bolletta. Basterebbe raggiungere il cellulare che hanno lasciato in camera. E lo raggiungono, ma è scarico. Cazzo organizzatevi un po’ meglio.
Poi si fa un po’ a turno a stare dentro la cella, è così divertente… e così, fino allo scontro finale, col solito ladro buono che le aiuta a rimanere vive.
Tutto è bene ciò che finisce bene, ma la prossima volta prendiamo una casa più piccola e se i ladri entrano dalla porta scappiamo dalla finestra. Forse è meglio.
j.n.

joenat
 *
paolo
Ø  
berto
 
nexuno
 

LA PROMESSA
Di S.Penn, USA 2002

In un film, un poliziotto al suo ultimo giorno di lavoro prima della pensione, che sia Nickolson, Pacino, Freeman, può fare solo una cosa. Risolvere un ultimo caso prima di ritirarsi a miglior vita. Che venga a sapere della notizia per telefono o alla sua festa di addio poco conta. Lui ci vuole essere per l’ultima volta. Non penserà di certo ai nipotini a casa che potrebbero di punto in bianco trovarsi senza nonno. Non è un irresponsabile, sa già come andrà a finire, copione o non copione alla mano.
Quelli alla centrale, vecchi amici o nuove leve, possono solo cercare di mettergli il bastone tra le ruote. Come? Regalandogli un biglietto per un’isola lontana o togliendogli l’arma di ordinanza. Sanno già che non funzionerà, ma loro sono lì per quello: lasciare un’ultima possibilità al loro vecchio collega.
L’ultimo caso è quasi sempre sensazionale, mai che uno finisca la carriera con qualcosa di poco conto. La cattura di un individuo sospetto (molto spesso barboni, indiani, finti dottori e chiunque abbia connotati posticci per cui si intuisce che sono messi lì più per folklore che per mandare fuori strada le indagini) indurebbe all’archiviazione del caso, se non fosse che quella palla al piede che dovrebbe essere già in pensione, non se la beve così facilmente. Lui lavora di sottobanco. Va in giro qua e là alla ricerca di indizi. E qui siamo al punto in cui i registi sono liberi di inventarsela di tutti i colori. Gli indizi sono la variabile su cui si può maggiormente giocare nei film di questo genere. Nel caso, l’indizio è un disegno fatto da una bambina. Ma facciamo un passo indietro.
La vittima, spesso una prostituta, una bambina, un politico non serve certo ad allungare la trama. Si può fare la scenetta dei parenti che ricordano i bei giorni andati, ma più di tanto non conviene. Il film deve andare avanti. Primo comandamento: superare i novanta minuti. Basta buttarci dentro un’altra persona. O un nuovo collega che si occupa del caso oppure qualcuno che manda fuori strada il nostro poliziotto. Per questo sono state inventate le donne. Ci vuole una donna. Lei ci va a letto. La pistola lui se la mette sotto il cuscino. E’ uno che sta all’occhio. Il finale non può che essere a senso unico. Lui risolve il caso e se ne va in pensione dopo una stretta di mano che equivale a quello che nel mondo dell’atletica è il passaggio di testimone. Se poi non si è contenti del risultato si può inserire un episodio spiacevole. Il poliziotto finisce in ospedale per un infarto o come in questo caso il poliziotto non si salva l’anima perché non mantiene la promessa fatta a uno dei genitori della vittima: trovare l’assassino della figlia. Si perché l’assassino muore, ma per un banale incidente in macchina e non per merito suo. Che ci volete fare? Anche una strada, prima di andare in pensione, ha diritto ad avere un ultima occasione per far fuori qualcuno.
p.n.

joenat
 *
paolo
*  
berto
 
nexuno
 

THE RING
di H.Nakata, Giap 2002

Abbiamo deciso di non farci mancare proprio niente.. allora vai con l’horror, che era un po’ che sentivamo il bisogno di sangue gratis e paura, chissà, forse un tardivo ritorno alla gioventù, forse un attacco immotivato di immunodeficienza! Eravamo rimasti un po’ indietro. Un film dell’orrore non sapevamo più da che parte prenderlo… c’è la versione USA… c’è la versione originale dall’Oriente(Giappone). Vada per l’originale! OK, mettiamo la cassetta nel videoregistratore e cosa scopriamo? Che tra 7 giorni saremo morti! Bè, poco male, non avevamo grandi progetti per il prossimo fine settimana. Comincia male, con le prime ragazzine sul punto di schiattare… la cosa ci puzza un po’ di Scream (e così ci viene davvero paura), ma proseguiamo verso il nostro breve destino. Pare che nella cassetta ci sia una qualche anima che cerca giustizia (sai che novità) e allora così, tanto per la gioia della sceneggiatura, i protagonisti cominciano a cadere uno dopo l’altro… qualche colpetto di scena (che non guasta mai), qualcuno che deve morire non muore e qualche altro che non doveva schiattare ci rimette le penne… e perché?
Tenetevi forte che vi spiego il motivo… muori se dopo aver visto la videocassetta non la passi a qualche altro sfortunato… una cazzo di catena di Sant’Antonio in videocassetta! Bè, per fortuna che sta cagata l’abbiamo noleggiata...ora la riportiamo dove l’abbiamo presa e la lasciamo a voi… Auguri!
j.n.

joenat
 0
paolo
berto
 
nexuno
 

SECRETARY
di S. Shainberg, USA 2002
con James Spader, Maggie Gyllenhaal

La Sindrome Spader...Questo film è una vaccatAAAA! Aahh, scusate ma ne avevo proprio bisogno; è il minimo dopo un simile supplizio (quando l'avrete visto, capirete); ancora non mi capacito di aver buscato una simile cantonata, ma sono entrato in quella sala letteralmente rincorso da demoni tonanti e problemi rotolanti in cerca di due ore di tregua, e invece chi ti trovo? James Spader protagonista!
Dovete sapere che ogniqualvolta in un film compaia il nostro JS, immediatamente, ineluttabilmente e all'apparenza per questo solo motivo, il rischio di trovarsi al cospetto di una boiata centuplica all'istante! Non che sia colpa sua, no, poichè nonostante l'eccezionale fissità espressiva, il solo JS non sarebbe sufficiente contro sceneggiatura, regia, fotografia, musica, intero cast e tutto il resto. E' più come se il nostro possedesse l'inestimabile talento di saper presentire quando un film, pure e anzi spesso dalle buone premesse, virerà inspiegabilmente nella boiata, e conseguentemente, consapevole o meno, con l'aiuto di forze terrene o trascendenti, riuscisse ad entrare nel cast! (fossi regista pagherei Spader ORO solo per dirmi se gli interessa fare questo o quel film..) Se poi è protagonista, il film è dannato, lasciate la sala e chiamate un esorcista.
Purtroppo il mio era già impegnato fuori, così ho preso un bel respiro e mi sono visto questa pellicola che parla di ... (tenetevi) ... (dominatevi!) ...
sadomasochismo ... e in verità balena il sospetto che a parlarne si preferisca praticarne con lo spettatore, e in ciò si rivelerebbe forse opera geniale e ben riuscita.
Il pretesto è di gettare un tenue bagliore oltre gli oscuri confini di questa nuova frontiera del tabù. Ciò attraverso il racconto intimista della maturazione di una ragazza, del suo incontro con un uomo dall'animo a lei complementare e della reciproca, difficile elaborazione di pulsioni, pensieri, modi d'essere e di sentire per nulla codificati nella società e nella cultura (se non negativamente e superficialmente). Una storia da cui cominciare a comprendere cosa può animare un simile fenomeno, di cosa possa essere espressione profonda e come non sia sinonimo di depravazione o devianza da reprimere e curare.
Meraviglioso, no? Sfortunatamente il film si mostra a tratti terribilmente hollywoodiano e dunque resta sospeso ed irrisolto, nefastamente in bilico tra l'approfondita e partecipe analisi e la commediola ridereccia e rassicurante. (Questi film lasciateli fare agli europei!) Non lasciatevi ingannare dal premio raccolto al Sundance, perchè se pure la produzione è indipendente ed il soggetto insolito, il suo svolgimento lascia insoddisfatti: proprio laddove ci si aspetta approfondimento, riflessione, introspezione, si cerca invece la gag, la scenetta divertente, il ritmo, quel situazionismo di puro intrattenimento.
Disclaimer: (ovvero, non si salva proprio niente?)
Fra tutti i film che gli Usa potevano partorire sul sadomasochismo, questo non è il peggiore che riesca ad immaginare. Le intenzioni paiono buone e qualche barlume di messaggio sembra filtrare. La fotografia è buona; inoltre la Gyllenhaal è molto bella e la cinepresa vi indugia spesso e volentieri.

RATED: S come: Solo Se Seguenti Sedici Sale Sono Sepolte Sotto Solite Stronzate Senza Speranza Sedetevi a Sorbire Sta Salamoia
lorenzo
.

joenat
**½ 
paolo
 
berto
 
nexuno
 

THE SHIPPING NEWS
Di L.Hallstrom
Con K.Spacey, J.Moore

Una vecchia casa in riva al mare in una terra desolata all’estremo nord non è il posto migliore dove andare a vivere, ma se la tua famiglia viene da lì allora puoi anche chiudere un occhio. Altro che chiudere un occhio, la casa cade a pezzi, piove dentro, non viene aperta da almeno cinquanta anni (eppure ha ancora le tendine alle finestre), e rimane in piedi solo grazie ai tiranti che la tengono saldata al suolo. Ma la casa ha una storia tutta sua. E’ stata costruita dai tuoi avi e portata lì sul mare, lontano dalle altre, dopo che qualche membro della tua famiglia si era comportato davvero male. Pare che fossero discendenti di pirati. Brutta gente, ma le colpe dei padri si sa, ricadono sui figli. Così quando metti piede in città non è che la gente muoia dalla voglia di conoscerti. Però in te c’è qualcosa di diverso. In questo paesello di pescatori accaniti tu sei l’unico che odia l’acqua. Non sai nemmeno nuotare. Difficile trovare lavoro con queste credenziali, invece no. Sai scrivere a macchina? Bè, allora puoi fare il giornalista… proprio come Emilio Fede (anche se dubito che lui sappia scrivere a macchina). All’inizio ti toccano previsioni del tempo e cronaca nera, tanto per fare pratica: incidenti in macchina, in barca, a piedi… cose divertenti insomma. Ma tu cominci ad entrare nella parte, cominci ad integrarti. Vuoi portare un po’ di ottimismo in questo paese così triste, dove una donna su tre ha perso il marito in mare. Ti compri anche una barchetta per sentirti uno di loro. Ma c’è un segreto nella storia della tua famiglia. Roba brutta. E allora si ripiomba tutti insieme nel pessimismo. E quando anche il tuo capo muore in un incidente di mare gli fate il funerale ancora prima di accertarvi che sia del tutto morto. Non era del tutto morto, anzi. Non era proprio morto e a metà del funerale si risveglia creando un po’ di scompiglio tra i partecipanti. Niente di male, anzi, un’altra bella storia per il tuo giornale… j.n.

joenat
 Ø 
paolo
Ø  
berto
 
nexuno
 

SOLARIS
di S.Soderbergh, USA 2002

Ormai questo regista alterna prodotti Hollywoodiani a film indipendenti a film con budget Hollywoodiano e finalità artistiche, passando dall’uno all’altro con grande facilità. Questa volta Soderbergh cerca di rifare Solaris di Tarkovskij (l’originale con i suoi 180 e passa minuti è un opera bella e pesante.. e ve lo possiamo dire perché l’abbiamo appena visto nella versione integrale, con scene tagliate nella precedente versione italiana, con una cinquantina di minuti in più, tutti in lingua originale russa!!!). Se il film di Tarkovskij aveva intenti filosofici, questo è più basato sulla psicologia dei protagonisti.
Lo psicologo Chris Kelvin deve partire per Solaris e ricondurre a Terra un gruppo di scienziati cui pare si sia fuso un po’ il cervello, ma giunto sulla stazione spaziale scopre che uno di loro si è suicidato, e gli altri vivono in pieno stato confusionale. Contemporaneamente comincia ad avere visioni che lo riportano sulla Terra dalla sua moglie Rheya suicidatasi di recente. Poi Rheya appare veramente, ma non è una apparizione, è di carne e ossa. Prova ad eliminarla, ma lei riappare… il fenomeno è inspiegabile, ma per il protagonista è l’occasione per farsi perdonare dalla moglie. Insomma Solaris si prende gioco di lui o gli sta dando una seconda possibilità? Il finale è diverso da quello di Tarkovskij, lì Kelvin torna sulla Terra alla sua solitudine. Qui Kelvin rimane con sua moglie… ma è lui a rimanere o il suo doppio?
j.n.

joenat
 ****½
paolo
***** 
berto
 
nexuno
 

SOLDI SPORCHI
di S.Raimi, USA 1998
con B.Paxton, B.B.Thornton, B.Fonda

Un aereo privato sepolto sotto la neve del Minnesota. Il sogno americano sta dentro una sacca da ginnastica: quattro milioni e quattrocentomila dollari. A trovarlo sono tre amici. Per cui farebbero poco meno di un milione a cinquecentomila dollari a testa. La vita da quelle parti non è un granché. Le volpi se la passano di sicuro meglio con tutti i pollai che ci sono in giro. E i corvi se ne stanno sugli alberi aspettando che la morte faccia quello che deve fare.
Hank lavora in una fabbrica di mangimi e sua moglie fa la bibliotecaria. Jakob, il fratello di Hank (Thorton, il trasformista) è un buono a nulla che dalla vita non ha ricavato niente, Lou è un bevitore spiantato con una moglie rompicoglioni. Hank è il tizio più affidabile. Un tipo serio e di buone maniere che fa sbellicare gli altri dalle risate per come beve il wisky e quant’altro. Lui i soldi li darebbe alla polizia, ma gli altri non ne vogliono sapere. Allora si fa così: li terrà lui e se nessuno li reclama entro la primavera si spartiranno il bottino. Il problema è che gli altri due non sanno proprio mantenere un segreto. Jakob da che parte sta, con lui o con Lou? Hank di ritorno a casa è il primo a raccontare tutto alla moglie. Certo, sono soldi sporchi, ma non è che si navighi nell’oro. La moglie sta al gioco e i suoi piani non sono poi così male. E’ lei la più avida di tutti, invelenita dal suo svilente lavoro da bibliotecaria. Jakob intanto ne combina una dietro l’altra. Per poco non ammazza un vecchio contadino, sarà Hank poi a farlo fuori per togliere dai guai il fratello. Un omicido tira l’altro. Entrano tutti in una brutta spirale. Hank le prime due volte sbaglia fidandosi dei consigli della moglie. Jakob ne combina un’altra delle sue. Fa fuori Lou. Si mette davvero male. Ora Hank farà di testa propria. Ascolta Jakob tu alla polizia dirai quello che ti sto per raccontare, funzionerà anche questa volta. La resa dei conti. Uno dell’FBI la dà a bere al poliziotto. Non è dell’FBI. E’ venuto a riprendersi i soldi che stanno nell’ aereo privato. Jakob e Hank lo sanno e recitano la parte, il poliziotto invece non sa nulla Altri spari nella neve. Due corpi cadono a terra. E’ facile intuire di chi si tratti, ma non è detto che siano gli ultimi a finire male. Se ci tenete a scoprire come va a finire sapete come fare, non addormentatevi.
p.n.

joenat
**** 
paolo
****  
berto
 
nexuno
 

SWEET SIXTEEN
di K. Loach, Gb 2002

Liam è disposto a tutto pur di comprare una casa a sua madre e tirarla fuori dal giro della droga e allontanarla dalle braccia dello spacciatore “pezzo di merda” con cui sta. E’ pronto a fregare la “roba” del bastardo e rivenderla, a mettere su un giro tutto suo di pony express consegna-pizze & droga a domicilio e gli “affari” vanno più che bene. La madre sta per uscire e lui ha già abbastanza da comprarle un prefabbricato… ma qualcuno gli da fuoco, e tutto comincia daccapo. Si mette al servizio di spacciatori più grossi di lui, ma deve conquistare la loro fiducia per essere ricompensato…
Ken Loach è in forma e questo risulta tra i suoi film migliori. Come sempre dà il meglio quando affronta le vite dei disadattati dei sobborghi delle città Inglesi. Dietro la ricchezza c’è sempre qualcosa che no va
. j.n.

joenat
 ****
paolo
 ***½
berto
 
nexuno
 

U-TURN - Inversione di marcia
di O.Stone, USA 1997

La Mustang del ’64 ha un problemino. Meglio fermarsi. Già se non fosse che ti trovi nel bel mezzo del deserto. Qui le poche anime vive si contano sulle dita di una mano. Se poi di dita su una mano te ne restano poche, per colpa dei debiti non pagati a quelli della mafia russa, allora le anime vive che riesci a contare sono proprio poche e non tutte hanno le rotelle a posto. Un meccanico sulla strada. Ci si può fidare di un tipo del genere? Cos’altro fare. Ti fai piacere anche l’essere più spregevole e cafone quando sei nella merda fino al collo. Superior, un cazzo di paese dell’Arizona. Qui di matti ce ne sono quanti ne vuoi, ma non metterti a cercarli saranno loro a trovarti. Se poi hai le tasche vuote perché i soldi che ti sei portato per saldare i debiti coi russi fanno una brutta fine allora stai certo che uscirne fuori sarà più difficile del previsto. Non dare retta a quel cieco che si porta dietro il suo cane morto, quello è solo un filosofo da baraccone.
Non fare il gentile con quella mezzosangue che ti sculetta davanti agli occhi altrimenti finisci nei guai. Quella ha una brutta storia alle spalle, incesto. Ti chiede di far fuori il marito, che scopri essere per la verità il padre, non prima che lo stesso marito ti abbia chiesto lo stesso tipo di favore. Non sei un assassino ma sei alle strette. Sei senza soldi e russi ti stanno cercando per farti la pelle. Vai alla tavola calda e se offri un giro al juke boxe a una ragazzina mezza scema ti tocca vedertela col suo ragazzo che non vede l’ora di difendere il suo onore facendo a cazzotti con tutti quelli che si avvicinano alla sua donna. Anche lo sceriffo mezzo alcolizzato se la fa con la mezzosangue. Ma come, chi l’avrebbe mai detto che quella l’avesse data a tutti? Qui è difficile credere a chiunque. Rischi di impazzire. Bene si può fare. Uccidere per soldi. Ma non per una marea di soldi. Alla fine ti accontenti di pagare il lavoretto fatto alla Mustang da quel figlio di buona donna di Darrell, il meccanico, che ti ha tenuto in pugno per tutti questi stramaledetti giorni. Fanculo Darrell, fanculo Superior. Aiuti la mezzosangue. Il marito lo fate fuori assieme. Ve ne andate via con un mucchio di soldi. Sulla strada ci si mette lo sceriffo. Ammazzare non è più un problema. Il deserto, la Mustang, lei, lo sceriffo, il marito… E’ l’inizio di una nuova vita. Non le credi più. Vuole te o sei solo il prossimo di cui si sbarazzerà? E’ pazza. Quella squilibrata ti butta di sotto. Siete tu, lo sceriffo e il marito. Lei vorrebbe filarsela via con la Mustang, ma tun non sei così scemo, ti sei portato dietro le chiavi. Adesso la freghi. Lei ti aiuta perché vuole che tu le dia le chiavi. Col cazzo. Falla fuori. La ami ma non ti fidi. Lei trova sollievo nella morte. Così dicono. Tu te ne ritorni alla Mustang di sopra. Cazzo. Te ne vai. Giri la chiave. Qualcosa va storto. Quella dannata riparazione del meccanico si fotte proprio adesso. Mai fidarsi nella vita. Sei fregato… e gli avvoltoi stasera faranno gli straordinari.
p.n.

joenat
**** 
paolo
***½ 
berto
 
nexuno
 

L’UOMO SENZA PASSATO
di A.Kaurismaki, Fin 2002

Una botta in testa può cambiarti la vita. Si comincia da capo. Niente ricordi. Niente passato. Un posto per vivere vale un altro, se sei uno che si accontenta. Helsinki non fa una piega. Bisogna trovarsi un nuovo nome, per quello che può servire un nome quando ti trovi con le tasche bucate in mezzo alla strada. Con un nome però l’ufficio di collocamento potrebbe chiudere un occhio su tutto il resto. Magari un tempo avevi un lavoro, una casa, una moglie. Piangersi addosso non è il modo migliore per trovare una via d’uscita. Prima o poi i ricordi torneranno quindi non ti rimane che metterla sul ridere e i finlandesi si sentono a loro agio negli skatch alla Stanlio&Onlio. Ci va di mezzo anche un cane e il pubblico in sala si smascella dal ridere. Ma cosa mai deve fare un cane per essere preso sul serio. Pubblico arcigno.
Lo “smemorato” intanto si arreda il suo container e pianta con arte delle patate quasi fosse un uomo di campagna. Trova carina una donna di nome Irma (memorabile la scena in cui Irma per infilare la serratura della porta di casa si prepara con la chiave puntata verso il buco quando mancano una decina di metri per arrivare alla porta) ma prima di farsi avanti deve mettersi un po’ a posto. La donna alla fine cede. La musica finlandese non è certo la musica del diavolo. Se Dio avesse delle orecchie se le tapperebbe pur di non sentire quelle note dolenti. I barboni come spesso nei film capita sono un po’ artefatti. Qualcuna delle comparse per la rigidità di movimenti ricorda “L’Argent” di Bresson. Tirate di sigaretta; un modo come altri per consolarsi e pavoneggiare.
Un uomo cattivo a parole nei fatti non riesce ad esserlo. Per questa volta passi. Rapina in banca: l’uomo senza passato viene coinvolto. La polizia fa la polizia come si è sempre visto al cinema e nei telefilm. Scene da interrogatorio. Tazze di caffè allungato. Hai diritto a una telefonata e così via.
Alla fine lo smemorato viene reclamato dalla moglie. Fortuna vuole che lui e la moglie non andassero d’amore e d’accordo. Le carte per il divorzio sono già pronte. Meglio così, tanto lui non se la ricordava la vita con quella donna. Happy end. Viaggiare su un treno in Finlandia è come stare in un ristorante giapponese. Lui ritorna da Irma. Fine. Gli arcigni tolgono il disturbo mentre scorrono i titoli di coda. E io quasi quasi mi fumo una sigaretta.
p.n.

joenat
***½ 
paolo
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berto
 
nexuno
 

VELLUTO BLU
di D.Lynch, USA 1986

Passeggiando per un prato potrebbe capitarvi di trovare un orecchio. La prima cosa da fare è andare dalla polizia e la seconda, cercare di risolvere da solo il mistero. Non resta che intrufolarsi nella casa sospetta col trucco più vecchio del mondo, la disinfestazione, rubare le chiavi e tornarci la notte stessa. Quando tornate nell’appartamento, sarà meglio evitare di andare in bagno, il rumore dello sciacquone potrebbe impedirvi di sentire l’arrivo della padrona di casa… e allora, dritti dentro l’armadio. Potrebbe capitarvi di scoprire che quell’appartamento è abitato da una cantante dai gusti sessuali un po’ violenti, magari lei vi scopre e vi costringe a mettervi a culo nudo… In 5 minuti potreste scoprire più di quanto la polizia abbia scoperto dopo mesi di appostamenti. E mentre la vostra fidanzatina acqua&sapone sogna pettirossi, potreste spassarvela con la cantante. Ma attenti, Frank il “cattivo” potrebbe incazzarsi e per voi sarebbero guai. E non insistete nel dichiarare che la vostra birra preferita è la Heineken, Frank si arrabbierebbe visto che lui è un fan della Bud, potrebbe persino uccidervi. Se poi anche la vostra fidanzata scopre che avete fatto i furbi allora dovrete subire anche le sue smorfie di dolore (con le espressioni più assurde della storia del cinema), senza effetti speciali! Già, perché gli effetti speciali è meglio conservarli per il lieto fine, investendo tutto su un pettirosso meccanico con un insetto in bocca (anche quello meccanico), come non ne avete mai visti prima.
Insomma, la prossima volta che trovate un orecchio, buttatelo nel sacchetto dell’umido…
j.n.

joenat
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paolo
 
berto
 
nexuno
 

ZATOICHI
Di T.Kitano, Giappone 2003
Con Beat Takeshi, T.Asano, T.Oguso, Y.Natsukawa

Vuoi vedere un film in un cinema completamente vuoto? Un modo c’è. Basta andare a vedere l’ultimo di Kitano. Silenzio in sala. In tutto saremo in 12, sparsi per le poltroncine. Solo noi siamo in 4. C’è pure la ragazza della biglietteria, una cosa per intimi. Prima novità: la concorrenza del multisala li ha costretti a rivedere la loro idea di cinema come “luogo di tortura”. Fino all’anno scorso stare seduto per due ore su una delle loro poltroncine era comodo come la buca in cui hanno beccato Saddam. Ora ci sono meno posti ma alla fine del film non serve più una visita ortopedica per riattivare le articolazioni. Seconda novità: prima del film c’è un corto(metraggio). Buona idea. Il titolo è “Non dire gatto”, ma Trapattoni non c’entra.
Ma veniamo al film. Giappone, XIX secolo, e questo significa inevitabilmente uomini in “vestaglia” per almeno due ore… cercheremo di sopportare anche questo!
Zatoichi è un maestro samurai, cieco e biondo, ma quest’ultimo particolare non è indispensabile per la trama. Si mantiene vincendo sempre al gioco d’azzardo, e si sa che i cechi affinano gli altri sensi, no? Suo malgrado viene a trovarsi in mezzo a una battaglia tra mafie per il controllo del villaggio. Ci sono anche due geishe che cercano di vendicarsi degli assassini dei loro genitori, un imbecille che continua a perdere al gioco e segue il “maestro” per imparare il suo segreto e un ronin che deve tornare a mettersi al servizio dei potenti e fare l’assassino professionista per pagare le medicine per la tosse della moglie. Oltre al solito scemo del villaggio in mutande che non poteva certo mancare. Via ai combattimenti, tra sangue e umorismo giapponese che lascia un po’ il tempo che trovano(..freddo, molto freddo), il tutto a tempo di musica, come un grande musical che si chiude col balletto finale con tutti i protagonisti del film…
j.n.

joenat
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paolo
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FILM