THE ISLAND
Di M.Bay, USA 2005
Se ti si spezza un’unghia non c’è problema,
puoi sempre staccaglierla a morsi al tuo clone e tutto torna come
prima. Loro sono lì per questo, e intanto aspettano di
vincere la lotteria Italia, visto che fanno addirittura un’estrazione
al giorno. Ma in mezzo a un miliardo di persone c’è
sempre quello che vuol far di testa sua e magari la crocera non
lo attizza più di tanto perché gli piace di più
la montagna. I gusti sono gusti, non puoi farci mica niente. Così
il tizio comincia a farsi delle domande sulla vita e la morte,
tipo: ma sti pigiamini bianchi che mi metto tutti i giorni, chi
me le lava, me li stira e me li conserva nel cassetto tutte le
mattine prima che mi sveglio? Così, un po’ per spirito
d’avventura comincia a seguire le farfalle e finisce per
scoprire il mondo vero. Ma nel mondo vero ci sono un sacco di
incidenti, in autostrada, alla stazione, in città, sull’elicottero.
Insomma il mondo vero è un grosso autoscontro. Così
il tizio decide di tornare a casa ad avvisare i suoi amici col
pigiama bianco, e anche se a quelli stanno bene così come
stanno, lui decide che gli vuol rovinare a tutti i costi la sorpresa
e gli racconta che la lotteria è truccata. Non c’è
nessuna isola, solo premi in gettoni d’oro.
j.n.
FOUR BROTHERS
Di J.Singleton, USA 2005
Di mamma adottiva ce n’è una sola, e pure se era
un po’ rompiballe i quattro fratelli le volevano un sacco
bene, perché lei li aveva tolti dalla strada e gli aveva
insegnato come si sta al mondo. Infatti adesso loro vogliono mettere
in pratica i suoi insegnamenti e cominciano a prendere a mazzate
tutti gli abitanti della città finché quelli non
gli dicono chi è che ha fatto fuori la loro mamma. Non
hanno paura di nessuno, loro. E non importa chi c’è
dietro e quante pallottole ci vorranno, perché chi tocca
la loro mamma muore. Così vanno le cose. E allora non basta
scatenargli contro un intero battaglione dei marines, carriarmati
compresi, perché duecento mila colpi di mitra non bastano
a fermarli. La mamma è la mamma. Ci vuole la bomba atomica.
E così quando trovano il cattivone gli danno appuntamento
al polo nord e gli fanno fare il bagno. Solo che quello aveva
dimenticato il costume e il bagno l’ha fatto coi vestiti,
così poi prende l’influenza e muore. E i fratelli
si possono dividere in pace la casa che la madre gli aveva lasciato.
j.n.
I FANTASTICI 4
Di
Uno scienziato ha un’idea meravigliosa per
fare un bel salto di qualità ed entrare finalmente nell’albo
d’oro degli scienziati. Peccato che la Moratti ha tagliato
i fondi all’Università e adesso non ci sono più
nemmeno i soldi per la macchinetta del caffè. E pensare
che bastavano due lire per organizzare una piccola missione
nello spazio. Per fortuna c’è il suo ex compagno
di classe che gli ha pure fregato la ragazza, che così,
disinteressatamente, gli presta 200 miliardi di dollari, per
finanziare la missione. L’unica cosa che chiede è
una piccolissima percentuale sui guadagni, il 95%. Lo scienziato
si fa due conti in tasca e vede che lo stipendio è sempre
meglio di quello da ricercatore così accetta. Ma l’amico
coi soldi non sa che lo scienziato aveva la calcolatrice difettosa
e si era dimenticato le tabelline. Così quando tutti
assieme tra amici partono per la gita nello spazio, qualcuno
si dimentica di chiudere bene la porta e si beccano un bel po’
di radiazioni. Ma non è mica una cosa brutta. Invece
di morire tutti, gli vengono i superpoteri. Allo scienziato
gli viene voglia di allungare le mani e quando succede alla
sua ex le viene voglia di sparire. L’amico prende fuoco
facilmente e quell’altro ci rimane di pietra. Ma quello
che ci ha rimesso i miliardi non gli viene tanto da ridere,
e il suoi superpoteri lo fanno diventare un po’ incazzoso.
j.n.
LA GUERRA DEI
MONDI
Di S.Spielberg USA 2005
In America hanno finito i nomi per gli uragani
e quando arriva l’ennesimo temporale tutti escono per
strada e guardano in alto per farsi venire in mente un bel
nome nuovo. Solo che i fulmini cadono tutti nello stesso punto
e a nessuno gli viene il dubbio che c’è qualcosa
che non va. Ma TomCruise è il più furbo di tutti
e capisce che è meglio scappare, e in fretta. Frega
l’unica macchina funzionante di tutti gli Stati Uniti,
carica i due figli che la sua ex moglie gli aveva lasciato
per rovinargli il weekend e che già gli hanno spaccato
le palle dopo due ore e approfitta per riportaglierli indietro.
I due ragazzi ci rimangono un po’ male, ma TomCruise
gli dice di non far storie e non guardare indietro perché
stanno succedendo cose brutte, e lui non ha tempo da perdere,
a loro ci penserà la madre.
Il problema è che proprio in quel momento gli alieni
hanno deciso di conquistare il mondo intero e di spolparsi
tutti gli abitanti della Terra. Niente da fare, TomCruise
è bloccato coi due figli rompicoglioni e non può
tornarsene a casa sua. Nel frattempo gli alieni si sono mangiati
quasi tutti gli esseri umani. Il figlio di TomCruise decide
che vuol fare il militare e il padre gli dice “Propro
adesso devi decidere che non c’è tua mamma, poi
quella se la prende con me”, ma quello ha la testa dura
e parte per l’Iraq approfittando del caos. Intanto gli
alieni fanno a pezzi tutte le case che trovano. Poi ci si
mette anche la figlia a rompere le palle e allora TomCruise
si rompe davvero i coglioni e tira un petardo nel sedere di
uno degli alieni e quelli cadono uno dopo l’altro come
i pezzi del domino, ma mica era merito di TomCruise, si erano
beccati tutti l’aviaria!
j.n.
BE COOL
Di F.G.Gary
Il mondo dei produttori musicali è
peggio di quello della mafia. Perciò se sei una ragazzetta
che c’ha voglia di cantare e diventare famosa è
meglio che non ti immischi con la gentaglia che gira in
quest’ambiente. Una cosa da evitare per esempio è
avere a che fare con la DeFilippi e i suoi scagnozzi. Brutta
gente. Se hai fatto l’errore di firmare con loro c’è
una sola persona che ti può tirare fuori dalla trappola.
E’ John Travolta. Lui conosce l’ambiente, sa
come muoversi, può trovarti i contatti giusti, magari
ti fa conoscere pure Uma Tuhrman e ti fa cantare una canzone
ad un concerto degli Aerosmith. Il massimo che ti può
offrire la DeFilippi invece è un’ospitata a
Buona Domenica, da Maurizio Costanzo, in compagnia di Platinette.
Vuoi mettere.
j.n.
SIN CITY
Di R.Rodriguez & F.Miller, USA 2005
C’è il figlio di Silvio che si
diverte a molestare le bambine e un’unica persona
che può fermarlo. E’ un poliziotto che sta
per andare in pensione, ma non prima di aver risolto il
suo ultimo caso. Il suo nome è Di Pietro. La pista
che sta seguendo lo spinge al porto dove becca Piersilvio
col sorcio in bocca e gli spara nelle palle, ma gli amici
del cavaliere gli fanno passare la voglia di giustizialismo
e lo sforacchiano per bene. Ma lui non muore perché
la storia è ancora lunga, e c’è ancora
tempo per passare alla politica. Nel frattempo c’è
uno così brutto, ma così brutto che nemmeno
le prostitute se lo filano, anche se lui è disposto
a pagare bene. Il suo nome è La Russa ed è
un tipo davvero duro e nero, così duro e nero che
pure se lo tiri sotto con la macchina lui non si fa un graffio
ed è subito pronto a rialzarsi per farti il dito.
Lui è innamorato di una amica sua a colori che ha
pure lei il vizio del dito medio, ma si vede che deve aver
sfidato lo studente sbagliato, uno che assomiglia a Tremonti
da piccolo e che anche se ha gli occhiali alla John Lennon
è uno che se lo fai incazzare ti fa a pezzi e ti
mangia in un boccone solo. Ma guai a toccargli la Santanché
al povero La Russa che diventa una bestia e non vede l’ora
di vendicarsi usando tutti quei trucchetti che gli hanno
insegnato i suoi amici poliziotti del G8. E quando comincia
non c’è santo che tenga, lo puoi fermare solo
se lo minacci di raccontare tutto alla mamma. Piuttosto
si fa friggere sulla sedia elettrica che dare un dispiacere
alla madre.
C’è un altro poliziotto che vuole fare il brillante
e per dimostrare ai suoi amici che lui è il più
figo di tutti piglia a schiaffi la sua ragazza che intanto
gli ha già fatto il servizio con un altro. Quando
lo scopre il commissario decide di vendicarsi andando a
puttane e siccome che è un po’ nervosetto le
signorine decidono di insegnargli le buone maniere facendolo
a fette a lui e a tutti i suoi amici. Ma questo non si può
fare, perché lo sanno tutti che con la polizia c’è
un accordo, io non do fastidio a te e tu non dai fastidio
a me. Scoppia il finimondo e la mala vuole mettersi di mezzo
e fare la spia alla polizia, però le prostitute sono
più allenate, sparano più in fretta dei mafiosi
e vincono.
Poi alla fine torna Di Pietro che intanto s’è
fatto qualche anno di galera perché avava mandato
un avviso di garanzia al presidente del consiglio. Quando
esce va a trovare la ragazzina che aveva salvato dalle grinfie
del figlio del premier prima di finire in gabbia, solo che
adesso lei non è più una ragazzina, ma è
una ballerina di lap dance e quando la vede comincia a farci
qualche pensierino. Ma pure Piersilvio si fa venire le voglie,
diventa giallo dalla gelosia e rapisce la ragazza, ma Di
Pietro risolve tutto. E tutti quelli che alla fine del film
sono riusciti a rimanere vivi vissero felici e contenti.
j.n.
SAW - L’ENIGMISTA
Di
Può capitare di svegliarti in una
stanza buia, con una catena al piede, prigioniero di un
maniaco sadico con l’hobby dei giochi a premi. E
questa volta il premio è resatre vivi. Peccato
che per vincere ti tocca fare delle cose bruttissime come
mangiarti un occhio di bue, bere latte e sangue, cantare
una canzone di Albano o cercare le chiavi del lucchetto
nell’intestino del tuo compagno di gioco. Solo che
il maniaco sadico è furbo e anche quello che a
te sembrava il presentatore del quiz, invece fa parte
del gioco, e pure lui deve stare attento a fare bene il
presentatore sennò non lo fanno più lavorare.
Ma allora chi è la talpa, si chiede il protagonista
mordendosi le unghia dei piedi per la rabbia, e sparando
a destra e sinistra pensando così che prima o poi
in questo modo lo becca. Ma il maniaco è furbo
e si è nascosto bene proprio sotto il suo culo,
così lui si arrende e decide che va bene così,
ha perso, il gioco non gli piace più e non fa niente
se lo eliminano. E allora lo eliminano.
j.n.
Quando ho visto L'Enigmista ho subito pensato
a mia nonna. Mia nonna è abbonata alla settimana
enigmistica, ma questa è un'altra storia. Mia nonna
non ha visto The Saw. Eppure non fa che lasciarmi in giro
per casa bigliettini e cassettine con la sua voce registrata.
L'ultimo biglietto che ho trovato faceva più o
meno così: "Se quando torno non hai ancora
portato fuori la spazzatura, succederà qualcosa
alla tua famiglia". Eppure anche lei era una della
famiglia. Poi ho scoperto che lei doveva farlo perchè
altrimenti il nostro cane, era lui la mente sadica, le
avrebbe pisciato sul tappeto . E' proprio vero che non
ci si inventa più niente.
p.n.
BLUE BERRY
Di
Quando scarichi un film da internet devi
sempre controllare l’audio. Mica basta sentire che
il film è in italiano e in dolby surraund, e anche
se il sonoro è registrato col walkman nel cinema
vicino casa, va bene lo stesso. Tanto si sapeva che non
era sto grande film. Il problema è che i cowboy
qui cominciano a parlare in italiano, poi dopo cinque
minuti incontrano gli indiani e imparano subito la loro
lingua. Mi fa piacere per loro che è gente sveglia
e si adatta subito con le usanze straniere, ma qui dopo
dieci minuti si finisce per non capirci più una
mazza. L’unica cosa che ho capito è che gli
indiani non sono mica sti grandi cuochi, visto che il
protagonista deve aver mangiato qualcosa che gli ha fatto
male parecchio perchè a lui gli ha fatto venire
le visioni e l’amico suo lo ha steso definitivamente.
j.n.
IO ROBOT
di A.Proyas, USA 2004
Io sti robot proprio non li capisco. Mica
ci si può fidare di loro. Meglio toglierli di mezzo.
Meglio tornare ai vecchi tempi. Molto meglio quei comodi
extracomunitari senza permesso di soggiorno di una volta.
Quelli si che costavano poco e quando ti stancavi di loro
potevi sempre dargli la colpa di tutto. Magari li rispedivi
nel centro di accoglienza dove lo avevi comprato e se
era difettoso lo potevi sempre sostituire con uno nuovo
di zecca, tanto ne arrivavano a centinaia ogni notte e
potevi scegliere il modello che ti piaceva (marocchino,
nigeriano, iracheno, curdo, cinese...). E se poi non ti
serviva più potevi scricarli in mare senza farti
tante domande, tanto erano biodegradabili. Di questi robot
invece mica te ne puoi liberare così facilmente.
E poi ti saranno costati pure un occhio della testa. Se
ne stanno sempre lì a fare i perfettini. Che palle!
E se poi gli viene voglia di una svolta a destra e decidono
di toglierci di mezzo a tutti è pure facile che
ci riescano. No, no. Molto meglio i vecchi tempi, e i
servi di una volta.
j.n.
LE CONSEGUENZE
DELL'AMORE
Di P.Sorrentino, Ita 2004
Una delle conseguenze dell'amore è
che puoi finire come niente in mezzo a due metri di cemento
a presa rapida. Un modo frivolo come un altro di pagare
il conto per uno come Titta Di Girolamo, uno che di frivolo
ha soltanto il nome. Si perché certi scherzi alla
mafia non glieli puoi mica fare. E poi tutto quello sforzo
per regalare una BMW nuova alla sua ragazza. Ma a quella
non gli bastava un mazzo di rose? Non importa se Titta
si è sempre comportato bene, se non ha mai sgarrato
una volta, nemmeno con la sua dose di eroina una volta
alla settimana, da venticinque anni. Se ha fatto sempre
come si deve il suo lavoro. Gli servivano dei soldi? Bastava
chiedere. Poi loro magari ti dicevano di no, ma è
questione di educazione. Lo sai che la mafia ci tiene
a certe cose, no?
j.n.
THE AVIATOR
Di M.Scorsese, USA 2004
Tutto ha un prezzo a parte i microbi.
I microbi non sono in vendita. I microbi non li corrompi.
La loro forza è nel numero. Per muoversi loro
non hanno bisogno di aerei. Un giorno sono in Europa,
il giorno dopo se ne stanno allegramente sulla maniglia
della porta della toilette che Howard non riesce proprio
a toccare. I microbi in guerra non ci vanno. Il mondo
di Howrad Hughes è come il mondo di Quark. Un
interminabile documentario sui microbi, la vera ossessione
di Hughes, dopo gli aerei. Quelli della PanAm sono un
vero bastone tra le ruote. Perchè allora non
progettare un modello d'aereo senza ruote, così
quelli il bastone non sanno dove metterlo. Il sogno
prende quota. Uno così veloce non c'era mai stato.
Howard Hughes, il sognatore più veloce della
storia. Tremila piedi, duemila piedi, mille piedi, cento
piedi, dieci piedi, poi restano solo i tuoi di piedi
e il sogno svanisce.
p.n.
THE FORGOTTEN
Di J.Ruben, USA
Se stai a sentire il regista ogni volta
che cade un aereo è perché gli alieni
hanno finito le cavie per gli esperimenti. Tutta una
manovra delle compagnie di assicurazione per non pagare
i danni, visto che ultimamente gli aerei hanno la
tendenza ad atterrare sul muso piuttosto che sulle
ruote.
Insomma, pensateci bene, che se ne fanno gli alieni
di un gruppo di turisti di ritorno dalla villeggiatura?
Di sicuro non vogliono vedere i loro filmini delle
vacanze. Magari se li vogliono fare allo spiedo o
forse gli servono degli animaletti nuovi per i loro
zoo. Tutti motivi validissimi, ma non mi convincono.
E poi che ci vuoi fare se a certi genitori bastano
i soldi dell’assicurazione e una mano di bianco
alla cameretta del figlio per dimenticarselo. Mi sa
che ci penso due volte a salire su un altro aereo
quest’anno, visto che i miei hanno già
comprato le latte di bianco.
j.n.
MILLION
DOLLAR BABY
Di C.Eastwood, USA 2004
Con la boxe “rispetti te stesso
togliendo il rispetto agli altri”. Quando la
capisco mi iscriverò anch’io a una palestra,
sempre se il vecchio Clint è d’accordo.
Lui non è uno che si fa pregare. E poi il prete
non lo convince con quella storia della trinità,
che sarebbe come un panino a tre strati o qualcosa
del genere. No, non lo convinsci con scemenza del
genere. Lui, Clint, ha il grilletto facile, poco importa
se è in sella a un cavallo o se se ne sta comodamente
seduto in ufficio. E’ un dritto. Poi arriva
lei. Anche lei è una dritta. E tra dritti ci
si intende. E' una ragazza da un milione di dollari,
dollaro più, dollaro meno. Lui non è
uno che da il resto. Lei sale sul ring per provare
che li vale tutti quei verdoni. E li varrebbe pure
se non fosse per la sua avversaria che gioca sporco.
Un po' Rocky, un po' Jack La Motta, un po' Bomber.
L'ultimo round su un letto d'ospedale. L'incontro
è truccato. Clint lo sa, ma non si tira indietro.
Lei perde ai punti, ma questo non le impedirà
di alzare lo stesso il braccio in segno di vittoria.
p.n.
HOSTAGE
Di F.Sari, USA
Non c’è problema, risolverò
anche questo sequestro, del resto è il mio
mestiere… sapete una volta c’era un tizio
che aveva preso in ostagg… - Capo scusi se la
interrompo, ma quel pazzo in casa ha fatto saltare
il cervello a mamma e figlio, che facciamo ora?- Oh
cazzo… adesso mi manderanno a dirigere il traffico
in Valtellina!
Ma pure in montagna non c’è da stare
tranquilli. Ti può capitare tra le mani un
tizio che si vuole disfare dei suoi zii o magari ti
capitano dei giovani che in mancanza di cavalcavia
si divertono a sequestrare famiglie legate alla mafia.
Ma a Bruce Willis gli puoi ammazzare il cane, gli
puoi rigare la macchina o gli puoi sequestrare la
famiglia che non gli si sposta un capello. E poi,
vista l’occasione, viene anche inaugurata la
nuova versione del supereroe made in USA: il poliziotto
ignifugo.
j.n.
THE MANCHURIAN
CANDIDATE
di ?, USA 2004
Mettiamo che tua mamma voglia che tu
sia a tutti i costi il prossimo presidente degli Stati
Uniti. E diciamolo pure, non è che brilli per
intelligenza, come i tuoi predecessori del resto.
Sembra che tu abbia tutte le carte in regola, ma per
certe cose meglio andare sul sicuro. Meglio affidarsi
a gente del mestiere, gente che sa come prendersi
cura della tua immagine. Ma quello che credevi un
intervento di chirurgia estetica in realtà
è tutt'altro. E da allora, non appena alla
televisione compare Giucas Casella, cominciano a venirti
dei mal di testa e dei vuoti di memoria pericolosi,
perché lui ne approfitta e ti convince a fare
cose spaventose come intrecciare le mani sopra la
testa o a sdraiarti su due sedie e rimanere rigido
mentre lui, il porcello, ti tocca un po’ qua
e un po’ là. Per fortuna che tra il pubblico
c’è qualcuno che sta storia di Giucas
Casella non gli va più bene e vuole fare un
po’ di pulizia, così lo fanno fuori a
lui, a Pippo Baudo, alla mamma e a tutti quegli altri
dinosauri che stanno a Domenica in. E ora il mondo
è salvo.
j.n.
A TEMPO
PIENO
di L.Cantet, Fra 2001
Se ti capita di perdere il lavoro
puoi sempre far finta di nulla, puoi continuare
ad uscire ogni mattina come niente fosse. Scusa
cara, questa sera farò un po' tardi, ho una
cena di lavoro. Tanto chi vuoi che se ne accorga,
l'importante e mantenere le abitudini. Una cosa
da non fare invece è cominciare a spararle
troppo grosse. Un lavoro all'ONU per uno che non
è certo una cima può far sorgere qualche
sospetto. Se poi fai pure quello che incontra Bush
e Putin per dargli consigli su questioni importanti,
allora vuol dire che sei uscito fuori di testa.
Le promesse non incantano più nessuno, nemmeno
quelli di famiglia. Nemmeno se gli prometti di diminuirgli
le tasse o di portare a termine le grandi opere.
Inutile a questo punto chiedere la fiducia, meglio
elezioni anticipate.
j.n.
A SNAKE
OF JUNE
di S.Tsukamoto, Giappone 2002
Non è che puoi andartene tranquilla
per casa palpeggiandoti come ti pare, in Giappone
non devono ancora aver saputo niente della legge
sulla privacy. Così un fotografo professionista
con l'hobby del cancro allo stomaco, allegramente
appollaiato chissà dove, ha scattato un servzio
fotografico da qualche migliaio di foto che neanche
i professionisti della moda saprebbero fare meglio.
La ragazza è sposata ad uno che in confronto
Lino Banfi è mr.Universo e che fa pure lo
schizzinoso, forse perché pure lei ha un
hobby strano, il cancro al seno.
Certe foto non possono circolare come niente fosse,
c'è chi sarebbe disposta tutto pur di non
fare scandalo. Per questo la ragazza accetta di
farsi due passi per il centro commerciale in minigonna,
senza mutande e con un attrezzo di gomma infilato
voi sapete dove, come il fotografo maniaco le ha
chiesto. Ma è tutto a fin di bene, perché
alla fine è solo una questione di mancanza
di comunicazione, come nei film svedesi. Solo che
in Giappone ti fanno passare la voglia di star zitto
a colpi di falli meccanici e altre diavolerie del
genere. Solo per il tuo bene, naturalmente.
j.n.
SUPERSIZE
ME
di M.Spurlock, USA 2004
Se mangi schifezze finisci male,
mica c'è bisogno di un documentario per
saperlo, basta chiedere a tua nonna e in un'ora
e mezza ti farà passare del tutto la voglia
di mangiare, a furia di sentire di come un tempo
tutto era più buono, più salutare
e i treni arrivavano in orario.
Trenta giorni, tre pasti al giorno da McDonald's
è un nuovo tipo di tortura in via di sperimentazione
a Guantanamo. Una chiara violazione dei diritti
umani. Ma se sei un volontario, uno di quelli
che festeggiano il sedicimilesimo big Mac con
clown e tutto il resto, sono affari tuoi.
Se diventi una mongolfiera puoi sempre farti accorciare
l'intestino o farti togliere una parte dello stomaco
e tornerai nuovo come prima. Come Maradona. Allora
non c'è niente di cui preouccuparsi: sei
panini al giorno, tre porzioni super di patatine
fritte, quattro litri di coca e un mega gelato.
Questa è la Macdieta, datti da fare che
il tuo medico ti aspetta.
j.n.
TOKYO
FIST
di S.Tsukamoto, Giappone
Sei hai un amico pugile che non
vedi da molto tempo è pericoloso invitarlo
a casa tua, soprattutto se tua moglie muore
dalla voglia di provare qualcosa di nuovo. Lei
è una dai gusti forti, le piacciono le
botte e chi meglio di uno che le dà per
mestiere. Ma se lei non ha tutte le rotelle
a posto, il pugile non è da meno. Quando
mena, mena. Roba da restarci secco, se lo fai
incazzare diventa peggio dell'incredibile Hulk,
ma sotto sotto è un bonaccione. Allora
l'amico che di mestiere è assicuratore,
ma che ha un sacco di tempo libero decide di
diventare Rocky e comincia ad allenarsi. Peccato
che ha i muscoli di burro e la faccia da schiaffi
così tutti lo menano e più si
allena e più lo menano, moglie compresa.
E quando non gli bastano le legnate si diverte
a spaccarsi la testa contro i muri. Forse perché
ha troppo tempo libero, come il regista che,
aspettando che gli venga in mente qualcosa per
far decollare la storia si diverte a inquadrare
palazzi nell'attesa che qualcuno meni pure lui.
E alla fine, quando scopri che regista e assicuratore
sono la stessa persona, tutto torna.
j.n.
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