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Bevilacqua 08 Giugno 2000

 

Il maniero ritrovato svela i suoi segreti.

Dopo dieci anni di lavori, eseguiti sotto l’attento controllo della Soprintendenza,

la famiglia Cervato apre le porte dell’antico castello.

 

Ti appare all'orizzonte all'improvviso con le quattro torri merlate. Un grande parco lo avvolge tutt'intorno e una cinta muraria un tempo insormontabile baluardo per eventuali assalitori, oggi lo nasconde ad occhi indiscreti. Fino a qualche anno fa il castello di Bevilacqua era un sogno proibito e un'alea di segreti avvolgeva le sue ampie sale. Infatti, dopo il furioso incendio scoppiato nel 1966, nessuno più vi era entrato e si pensava che ormai, l'antico maniero, fosse destinato ad una ingloriosa fine. Oggi invece è stato recuperato e riportato all'antico splendore divenendo museo, mostra, centro per iniziative culturali e sede di convention e meeting aziendali oltre che luogo per coronare il momento più bello della propria vita. Di questo castello, fatto costruire dalla nobile famiglia Bevilacqua, molto è stato scritto e di recente lo storico Gianni Moro ha dedicato buona parte del suo libro sulla storia di Bevilacqua e di Marega, proprio sulla storia di questo antico maniero. Eretto nel 1300 su una residenza già preesistente, per secoli e secoli fu dimora di una delle famiglie nobili più importanti dell'intera provincia, quei Bevilacqua che furono per molti anni fedeli consiglieri dei Della Scala, signori di Verona. Ma anche quando la stella della famiglia scese, il maniero continuò ad essere prestigiosa residenza e lo stesso Sanmicheli, su ordine dei proprietari, provvide a progettarne il cortile interno e un bellissimo pozzo. Un furioso incendio avvenuto verso la metà del 1800, lo rovinò parzialmente ma venne subito restaurato e, durante il Secondo conflitto mondiale divenne quartier generale delle SS e prigione per vari partigiani. Quando il castello fu acquistato da Gabriele Cerato, si presentava in condizioni veramente difficili - spiega Roberto Iseppi che con la moglie Miresi Cerato ha avviato la gestione dell'antico maniero - l'incendio del 1966 lo aveva rovinato quasi tutto e non si poteva neppure salire ai piani nobili. I lavori per riportarlo all'antico splendore sono iniziati nel 1990 e la ristrutturazione ha dovuto strutturarsi sui tre piani in cui è diviso il maniero; in tutto 3.200 metri quadrati con circa 40 stanze arredate con mobili antichi e molte altre private. L'intervento, di ristrutturazione e recupero effettuato sotto l'attento controllo della Soprintendenza, ha così ridato bellezza e splendore anche ad un giardino pensile fiorito con piante secolari, il secondo in Europa per estensione. Chi entra nelle sue sale ha l'impressione di tornare indietro nella storia e di vedere gli antichi signori del palazzo aggirarsi tra le stanze. Il castello conserva ancora oggi misteri e leggende, ma alcune sensazionali scoperte sono state fatte durante i lavori di sistemazione. Sono state molte le scoperte che sono state fatte nel corso dei lavori - continua Roberto Iseppi - nel salone delle feste nascoste da un contro soffitto realizzato con canne di bambù agli inizi del 1900, abbiamo trovato le volte seicentesche del castello con grandi ovali; nel salone degli affreschi sono venuti alla luce disegni ed affreschi del 1400. Ma abbiamo anche scoperto la sala delle torture, dove, durante la guerra, venivano torturati ed uccisi partigiani e prigionieri . E sulle leggende che aleggiano attorno al castello? Ve ne sono due - riprende Roberto - una l'abbiamo anche risolta, mentre l'altra rimane ancora oggi un mistero. Da sempre si diceva che sotto il castello si trovava un passaggio segreto che permetteva ai proprietari del maniero di fuggire in caso di pericolo. Ebbene, noi di passaggi segreti ne abbiamo trovati addirittura due, uno che dai sotterranei porta verso la vicina Montagnana passando sotto il fiume Fratta; l'altro che dall'interno del pozzo esce in aperta campagna e che si dirige verso Minerbe. Erano entrambi tunnel abbastanza ampi e ad archi costruiti con "quadrelli" che abbiamo provveduto a chiudere per motivi di sicurezza. La leggenda invece che non abbiamo ancora risolto e che comunque rimarrà sempre tale, è legata ad un credo popolare che vuole che sotto il castello sia stata sepolta la carrozza d'oro delle Contessa Felicita Bevilacqua. , purtroppo, solo una leggenda anche se non mi dispiacerebbe avesse anche un po' di verità , dice ridendo Iseppi. Oggi il castello è visitabile e questo grazie all'impegno e all'audacia di un privato, Gabriele Cerato, restauratore di Vicenza, il quale dopo aver visto il castello in rovina è stato "folgorato" dalla sua bellezza e ha dato subito l'avvio ad un lavoro di restauro durato quasi 10 anni. Tutti i mercoledì e le domeniche dalle 15 alle 19,30 gli appassionati, gli studiosi ma anche chi vuole conoscere qualcosa di più sul nostro territorio, potrà ammirare il salone delle feste, il salone rosa, la sala degli stucchi e degli affreschi ma anche quella delle torture, l'antica cucina medioevale, il prezioso pozzo disegnato dal Sanmicheli, il giardino pensile, una collezione di dipinti antichi del 1800 opera del Saccardo, uno dei più conosciuti macchiaioli dell'epoca. Abbiamo anche ospitato scolaresche, perché qui si può ritrovare l'ambientazione dei veri castelli medioevali - afferma Roberto Iseppi -. Inoltre il castello è divenuto location per banchetti, matrimoni, ricevimenti, manifestazioni culturali. Stiamo però lavorando anche a qualcosa di nuovo. Infatti stiamo pensando ad una rievocazione storica di quelli che sono stati i momenti più importanti del maniero come quello dell'investitura ufficiale dei Bevilacqua da parte dei signori veronesi Della Scala attraverso cene medioevali con pietanze tipiche dell'epoca servite con musiche medioevali nel salone delle feste . Un'idea innovativa che permetterà a tutti di avvicinarsi ad una delle bellezze più interessanti del Basso Veronese. E quanti saranno impossibilitati ad avvicinarsi di persona potranno sempre avvalersi della nuova tecnologia. L'imponente palazzo è anche su internet al sito www.il-castello.it, pronto a farsi scoprire virtualmente nei segreti più nascosti e reconditi.

 

(tratto da : "Primo Giornale"  il giornale del Basso Veronese).

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