Bevilacqua 04 Giugno 2002
Confagricoltura.
Bianca Zamboni Montanari regina della pesca.
Bianca Zamboni Montanari, un'imprenditrice agricola 35enne di Bevilacqua,
è stata chiamata a Roma a rappresentare la Confagricoltura nel Comitato pesca
dell'organismo interprofessionale. La pesca, del resto, è una coltura che ha tutte le
carte in regola per aprirsi un varco nell'economia agricola della Bassa, assicurando un
forte impulso al comparto frutticolo dove, attualmente, la parte del leone spetta a mele,
fragole e pere, reduci da una ripresa insperata dopo un decennio di crisi imperante. Che
l'estrema propaggine della provincia sia in grado, se non di insidiare, almeno di
competere a buon livello con la rinomata produzione allocata nell'area di Bussolengo, ne
è certa Bianca Zamboni Montanari: un'imprenditrice agricola di 35 anni, titolare a
Bevilacqua di un'azienda sviluppata su circa 60 ettari, che da alcune settimane è stata
chiamata a Roma a rappresentare la Confagricoltura nel Comitato pesca istituito alla fine
di aprile all'interno dell'Organismo interprofessionale operativo da un anno nella sede
dell'Unaproa. «Per la prima volta nella storia della nostra categoria - spiega la
neo-delegata, che siede anche nella Commissione federveneta frutta e nei consigli di
amministrazione degli Orti di Giulietta, del Consorzio ortofrutticolo di Minerbe e del
Consorzio di tutela della mela di Verona - tutta la filiera, vale a dire produttori,
commercianti, esportatori ed industriali, si trova riunita allo stesso tavolo per
esaminare le problematiche del settore e cercare di mettere a punto dei provvedimenti in
grado di sostenerlo e rilanciarlo». Un'azione sinergica, insomma, che si articola in
cinque comitati di prodotto - agrumi, mele, pomodori, kiwi e pesche - in cui crede
fermamente la produttrice veronese trasferitasi alcuni anni fa dalla città nella Bassa
con il marito Federico Besa Bevilacqua, l'ex presidente del Consorzio di Minerbe scomparso
nel 2000, per seguire l'azienda di famiglia in cui si coltivano anche tre ettari e mezzo
di pesche.
Una coltura, che sta particolarmente a cuore alla giovane imprenditrice, che nel comitato
si batterà «per una politica di prodotto in grado di dare impulso alla produzione
peschicola nazionale in sintonia con gli altri 14 operatori della filiera entrati a far
parte dell' organismo». E di questo ruolo beneficerà anche il Basso veronese dove la
dolce frutticola, seppur parcellizzata, è in netta espansione grazie ai risultati
apprezzabili in termini di pezzatura, colore, conservabilità e consistenza garantiti da
Big Top, Royal Gem e Royal Glory, le varietà più diffuse. «Un'opportunità - sostiene
Bianca Zamboni Montanari - che le imprese del nostro areale facilitate da impianti giovani
con raccolti abbondanti e di buona qualità, non devono sicuramente lasciarsi sfuggire. Le
difficoltà, tuttavia, non mancano in quanto la pesca è una coltura difficile, che
richiede notevoli investimenti e manodopera. Fortunatamente i filari della Bassa non
devono, però, fare i conti con lo sharka, il terribile virus che negli ultimi anni ha
causato ingenti perdite di prodotto nella zona del lago, danneggiando irrimediabilmente
gli impianti».
Stefano Nicoli
(tratto da : "L'Arena" il giornale di
Verona). |