26 maggio 2002: al monte Trebbio (Modigliana)
GIORNATA MISSIONARIA del COMITATO

 

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PROGETTI  


SHELABUNIA - Mongla Port

A Shelabunia opera un missionario a cui siamo particolarmente legati: padre Marino Rigon, saveriano, traduttore in italiano di molte opere di Tagore. Con lui collaboriamo, dal 1977, per sostenere l'ospedale, le scuole (oltre Shelabunia anche Amtola) e vari progetti.

Mongla è un piccolo porto sulla riva del Pursur (uno dei bracci del delta del fiume Gange), nel distretto di Bagerhart, regione di Khulna, a circa 70 km dal Golfo del Bengala. Ha una popolazione di circa 140.000 abitanti, di cui l'86 % risiede nell'area rurale.
Il territorio della regione è disseminato di villaggi di pescatori e di agricoltori. La zona è interessata per sei mesi l'anno da acqua alta salata. La città più vicina è Khulna, a circa 45 km, raggiungibile con due attraversamenti del fiume, uno con traghetto, l'altro con barche, e un collegamento di bus. Mongla si trova nell'area della riserva forestale di Sundarbans e soffre di problemi di impatto ambientale, come l'aumento della salinità, l'inquinamento a causa degli scarichi in mare delle petroliere, la presenza di rifiuti chimici industriali che hanno causato la perdita di molte specie botaniche e ittiche, la deforestazione. Anche la potabilità dell'acqua è problematica con le relative gravi conseguenze sanitarie.

Ma lasciamo raccontare a Marino qualcosa del Bangladesh. Ecco una sua lettera in occasione della Santa Pasqua 2000.

Carissimi,
i Rishi di Amtola, gente miserabile, alla deriva della società umana, che appartiene agli intoccabili fuori casta, quest'anno hanno celebrato in anticipo la Settimana Santa. Il 14 aprile scorso, un uragano si è abbattuto sulla sponda ovest del fiume Poshur e con violenza ha spazzato via le capanne di fragile paglia e fango.
I Rishi sono ora rifugiati nella scuoletta della Missione. Così noi abbiamo potuto vedere un altro tipo di crocifissione e abbiamo potuto imprimere in mente e in profondità le piaghe del Signore.
Abbiamo letto la scorsa domenica, Domenica delle Palme, la Passione di Cristo secondo Marco.
Marco racconta la Passione di Gesù in tutta la sua crudezza, senza nulla attenuare, presentando la realtà dei fatti, così come sono avvenuti. Ed io vorrei poter descrivere la realtà di altri fatti, che avvengono e non cessano di avvenire: il contrasto del mistero di due umanità, una dedita al benessere, un'altra abbandonata alla miseria; vorrei poter descrivere e convincere tanta gente quanto sia cruda e stridente questa diversità.
Nell'agonia del Getzemani, Marco mette in risalto la "debolezza" di Gesù; io vorrei mettere in risalto la nostra debolezza, debolezza di noi missionari che siamo qui dentro un uragano che è difficile percepire anche da chi è qui da molti anni e non sempre ha la possibilità, preso dalla tragedia, di percepire ciò che sta succedendo; l'impossibilità di affrontare questi problemi troppo grossi per noi, anzi impossibili a risolvere al momento e per lunghi anni a venire.
Ci assale la paura daventi alla sofferenza, all'angoscia, alla tristezza, quasi un disorientamento di fronte a queste tragedie di coloro che si sentono abbandonati. Tristezza che stenta a capire il piano di Dio sull'umanità; disorientamento di chi si sente a volte abbandonato da Dio stesso, di chi urta contro un piano di salvezza che sembra smentire la forza dell'amore.
Basta il nostro amore o ci vuole la solidarietà di tutto il mondo per affrontare e risolvere i problemi dell'umanità?
Marco compone il racconto della Crocifissione mettendo in risalto che Cristo morente resta "solo", sta in "silenzio". "Solitudine e silenzio" sono l'unico grido di chi "non ha voce".
Penso che "solitudine e silenzio" del mondo povero siano un grande castigo per coloro che danzano nella massa umana ricca che strilla dentro una musica stonata.
Questi Rishi, si voglia o non si voglia capire, sono i giusti abbandonati, lasciati soli dall'umanità gaudente e messi in silenzio dalla ricchezza materiale e dalla povertà spirituale dell'umanità potente, capace di miracoli economici, ma incapace di salvare il povero.
Molti mi domandano se sono stato in Terra Santa. Rispondo semplicemente che non sento il bisogno di andarvi. La verità è che la Terra Santa l'ho qui in questi villaggi di intoccabili; nel loro volto vedo gli sputi e gli schiaffi dati a Cristo; nelle loro vesti stracce vedo il manto regale, da burla di Gesù, sul loro capo vedo la corona di spine e nelle loro mani e nel loro petto vedo le ferite del Crocifisso.
Intoccabili fatti ladroni e prostitute da persone benpensanti.
Il centurione riconosce il Figlio di Dio in Gesù morente, nella morte.
La mia fede è nata nel Battesimo ed è stata nutrita dai sacramenti, ma s'è fatta forte, incrollabile nell'osservare e meditare su questa umanità sofferente intoccabile.

Saluti e Buona Pasqua!

padre Marino s.x.

A Shelabunia sosteniamo, con offerte, l'ospedale e alcune scuole di villaggio (65 bambini). Poi, direttamente tramite adozioni a distanza, sosteniamo la frequenza a scuola di 200 ragazzi.

COLLABORA ANCHE TU CON NOI !!!

COSA PUOI FARE?

* Puoi collaborare venendo a visitarci e renderti così conto di persona di che cosa significa Bangladesh (vedi sezione "i viaggi")
* Comprare e propagandare la vendita dei nostri prodotti
* Adottare 'a distanza' qualcuno dei tanti nostri bambini in lista d'attesa (vedi sezione "adozioni a distanza")
* Infine puoi dare il tuo contributo in uno dei mille modi che la fantasia della solidarietà ti propone…

Grazie!

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