PROGETTI
SHELABUNIA - Mongla
Port
A Shelabunia
opera un missionario a cui siamo particolarmente legati: padre
Marino Rigon, saveriano, traduttore in italiano di molte
opere di Tagore. Con lui collaboriamo, dal 1977, per sostenere
l'ospedale, le scuole (oltre Shelabunia anche Amtola) e vari
progetti.
Mongla è
un piccolo porto sulla riva del Pursur (uno dei bracci del delta
del fiume Gange), nel distretto di Bagerhart, regione di Khulna,
a circa 70 km dal Golfo del Bengala. Ha una popolazione di circa
140.000 abitanti, di cui l'86 % risiede nell'area rurale.
Il territorio della regione è disseminato di villaggi
di pescatori e di agricoltori. La zona è interessata per
sei mesi l'anno da acqua alta salata. La città più
vicina è Khulna, a circa 45 km, raggiungibile con due
attraversamenti del fiume, uno con traghetto, l'altro con barche,
e un collegamento di bus. Mongla si trova nell'area della riserva
forestale di Sundarbans e soffre di problemi di impatto ambientale,
come l'aumento della salinità, l'inquinamento a causa
degli scarichi in mare delle petroliere, la presenza di rifiuti
chimici industriali che hanno causato la perdita di molte specie
botaniche e ittiche, la deforestazione. Anche la potabilità
dell'acqua è problematica con le relative gravi conseguenze
sanitarie.
Ma lasciamo raccontare
a Marino qualcosa del Bangladesh. Ecco una sua lettera in occasione
della Santa Pasqua 2000.
Carissimi,
i Rishi di Amtola, gente miserabile, alla deriva della società
umana, che appartiene agli intoccabili fuori casta, quest'anno
hanno celebrato in anticipo la Settimana Santa. Il 14 aprile
scorso, un uragano si è abbattuto sulla sponda ovest del
fiume Poshur e con violenza ha spazzato via le capanne di fragile
paglia e fango.
I Rishi sono ora rifugiati nella scuoletta della Missione. Così
noi abbiamo potuto vedere un altro tipo di crocifissione e abbiamo
potuto imprimere in mente e in profondità le piaghe del
Signore.
Abbiamo letto la scorsa domenica, Domenica delle Palme, la Passione
di Cristo secondo Marco.
Marco racconta la Passione di Gesù in tutta la sua crudezza,
senza nulla attenuare, presentando la realtà dei fatti,
così come sono avvenuti. Ed io vorrei poter descrivere
la realtà di altri fatti, che avvengono e non cessano
di avvenire: il contrasto del mistero di due umanità,
una dedita al benessere, un'altra abbandonata alla miseria; vorrei
poter descrivere e convincere tanta gente quanto sia cruda e
stridente questa diversità.
Nell'agonia del Getzemani, Marco mette in risalto la "debolezza"
di Gesù; io vorrei mettere in risalto la nostra debolezza,
debolezza di noi missionari che siamo qui dentro un uragano che
è difficile percepire anche da chi è qui da molti
anni e non sempre ha la possibilità, preso dalla tragedia,
di percepire ciò che sta succedendo; l'impossibilità
di affrontare questi problemi troppo grossi per noi, anzi impossibili
a risolvere al momento e per lunghi anni a venire.
Ci assale la paura daventi alla sofferenza, all'angoscia, alla
tristezza, quasi un disorientamento di fronte a queste tragedie
di coloro che si sentono abbandonati. Tristezza che stenta a
capire il piano di Dio sull'umanità; disorientamento di
chi si sente a volte abbandonato da Dio stesso, di chi urta contro
un piano di salvezza che sembra smentire la forza dell'amore.
Basta il nostro amore o ci vuole la solidarietà di tutto
il mondo per affrontare e risolvere i problemi dell'umanità?
Marco compone il racconto della Crocifissione mettendo in risalto
che Cristo morente resta "solo", sta in "silenzio".
"Solitudine e silenzio" sono l'unico grido di chi "non
ha voce".
Penso che "solitudine e silenzio" del mondo povero
siano un grande castigo per coloro che danzano nella massa umana
ricca che strilla dentro una musica stonata.
Questi Rishi, si voglia o non si voglia capire, sono i giusti
abbandonati, lasciati soli dall'umanità gaudente e messi
in silenzio dalla ricchezza materiale e dalla povertà
spirituale dell'umanità potente, capace di miracoli economici,
ma incapace di salvare il povero.
Molti mi domandano se sono stato in Terra Santa. Rispondo semplicemente
che non sento il bisogno di andarvi. La verità è
che la Terra Santa l'ho qui in questi villaggi di intoccabili;
nel loro volto vedo gli sputi e gli schiaffi dati a Cristo; nelle
loro vesti stracce vedo il manto regale, da burla di Gesù,
sul loro capo vedo la corona di spine e nelle loro mani e nel
loro petto vedo le ferite del Crocifisso.
Intoccabili fatti ladroni e prostitute da persone benpensanti.
Il centurione riconosce il Figlio di Dio in Gesù morente,
nella morte.
La mia fede è nata nel Battesimo ed è stata nutrita
dai sacramenti, ma s'è fatta forte, incrollabile nell'osservare
e meditare su questa umanità sofferente intoccabile.
Saluti e Buona Pasqua!
padre
Marino s.x.
A Shelabunia
sosteniamo, con offerte, l'ospedale e alcune scuole di villaggio
(65 bambini). Poi, direttamente tramite adozioni a distanza,
sosteniamo la frequenza a scuola di 200 ragazzi.
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venendo a visitarci e renderti così conto di persona di
che cosa significa Bangladesh (vedi sezione "i viaggi") |
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qualcuno dei tanti nostri bambini in lista d'attesa (vedi sezione "adozioni
a distanza") |
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