COMITATO di GEMELLAGGIO
Pensiamo
che la presentazione migliore del COMITATO di GEMELLAGGIO non la possa fare che
Romano, il nostro caro fondatore, scomparso il 6 aprile
2001, dopo aver speso tutta la sua vita cercando di mettere a
frutto quei TALENTI che il Signore aveva a lui donati, come dona
a tutte le sue creature.
Ecco una relazione
da lui scritta il 22 gennaio 2001.
Il 27 Dicembre
del 1977, dopo la prima visita fatta in Bangladesh (dal 14 novembre
al 7 dicembre 1977), ci riunimmo, nella casa parrocchiale di
San Domenico in Modigliana, con parte dei partecipanti al viaggio
ed amici di Modigliana per puntualizzare le impressioni avute
nel visitare uno dei paesi più popolati e più poveri
del mondo, uscito da poco da una guerra civile.
Cercammo i motivi
di questa grande miseria dove la vita media non arrivava ai 40
anni e dove l'analfabetismo superava l'80% della popolazione.
I ricchi, circa il 10% della popolazione, detenevano e detengono
ancora quasi il 90% della ricchezza, il 50% erano privi di tutto
e solo le attività artigianali promosse e seguite dai
Missionari permettevano a poche famiglie fortunate di vivere
con decenza e davano la possibilità almeno ad un figlio
per famiglia di poter frequentare la scuola; l'altro 40% possedeva
il rimanente 10% della ricchezza.
Anche nel 1977
la scuola statale era obbligatoria ed aperta a tutti, ma la mancanza
di mezzi da parte dello Stato non ha mai permesso il funzionamento
delle scuole elementari e medie. Solo i ricchi potevano permettersi
di studiare magari con insegnanti privati ed i pochi privatisti
che studiavano con l'aiuto delle adozioni, erano comunque tartassati
quando si presentavano alla commissione statale per sostenere
l'esame di licenza media, con un esborso esagerato di tasse e
cose varie (cosa che succede ancora oggi).
La ragione principale
della estrema povertà del Bangladesh è causata
dall'analfabetismo.
Nel mondo attuale nessuno può pensare di sfondare in qualsiasi
attività se non sa né leggere né scrivere.
All'infuori di alcune attività artigianali che hanno appreso
fin dall'infanzia, gli abitanti del Bangladesh non sanno fare
null'altro, ma quei lavori artigianali non sono più di
moda, molti sono stati soppiantati dalle industrie europee, asiatiche
ed americane, per la sostituzione della Juta (primi esportatori
del mondo) con la plastica che, oltre ad impoverire maggiormente
gli abitanti bengalesi, inquina il suolo rendendolo una costante
discarica.
Che fare per
aiutare questa gente?
Nel 1977 erano circa 80 milioni di abitanti, ora si parla di
oltre 135 milioni.
Non è possibile pensare di alimentarli continuamente,
perché la spesa sarebbe eccessiva e non risolverebbe nulla.
Mandare tecnici per aumentare la produzione, vorrebbe dire aiutare
i ricchi e benestanti, senza alcun beneficio per i più
poveri.
L'unica via è
quella dell'istruzione, "modesta spesa e grandi risultati",
e così abbiamo intrapreso questa forma di aiuto studiando
però un modo per apparire non come benefattori, ma come
cooperatori.
Ci siamo costituiti,
nel Dicembre del 1977, in Comitato appartenente alla CARITAS
Parrocchiale di San Domenico in Modigliana e, dopo 22 anni, questo
Comitato, già coadiuvato da diverse Parrocchie di Forlì,
Ravenna, Rimini, è stato iscritto nella SEZIONE PROVINCIALE
DI FORLI' - CESENA del REGISTRO REGIONALE DEL VOLONTARIATO, quindi
come O.N.L.U.S. (Organismo non lucrativo di utilità sociale),
con la stessa dicitura suggerita in quel lontano Natale e cioè:
COMITATO DI
GEMELLAGGIO E COOPERAZIONE FRA I POPOLI.
Questo Comitato
che ha iniziato ad interessarsi principalmente al Bangladesh,
pur continuando col massimo impegno, guarda oggi un po' a tutto
il mondo e, collaborando con amici comuni, contribuisce per modesti
progetti.
Ci siamo dati un regolamento e, quindi, la priorità alle
varie necessità dei poveri e abbiamo messo al primo posto
l'istruzione, seguita dalla sanità, dall'aiuto
materiale alle famiglie più povere fra i poveri, all'intervento
straordinario durante le calamità, che sono purtroppo
frequenti e di natura diversa, tanto che molte famiglie rimangono
prive di tutto, compresa la casa.
Prevediamo anche contributi per la realizzazione di progetti
artigianali dove, soprattutto le donne trovano lavoro contribuendo
al magro salario del marito e all'istruzione di tutti i loro
figli.
Quindi al primo posto c'è l'istruzione, che da sola assorbe
un contributo maggiore della somma di tutti gli altri interventi.
In che cosa consiste questo contributo per la scuola?
Noi siamo legati alle missioni, che nel caso del Bangladesh sono
rette da Missionari Saveriani o da Missionari laici, ma sotto il controllo
del Vescovo locale, il quale è garante del programma che noi
adottiamo.
I missionari
stessi ci suggeriscono il contributo per ogni allievo che a tutt'oggi
è quantificato in queste cifre:
corso |
Lit. / anno |
Euro / anno |
1° - 5° (elementare) |
240.000 |
124,00 |
6° -10° (media) |
300.000 |
155,00 |
11° - 12° e diploma |
360.000 |
186,00 |
Università |
600.000 |
310,00 |
Abbiamo scelto
il sistema delle adozioni a distanza, per il quale molte famiglie
italiane si impegnano a versare la somma per uno o più
scolari che, se proseguono gli studi, diventano poi studenti
universitari.
Ogni contributo, versato nei conti del Comitato, viene inviato
periodicamente, tramite bonifici bancari, ai missionari, in base
agli impegni presi.
Il Comitato però pretende dagli studenti una cooperazione,
ossia che si impegnino a fornire notizie riguardanti studio,
famiglia, lavoro e attività in genere, e che possibilmente
mantengano un rapporto epistolare anche dopo la cessazione dell'adozione
a distanza, quando sono occupati in un lavoro o si sono formati
una famiglia.
COMITATO
DI GEMELLAGGIO E COOPERAZIONE significa per noi un segno di amicizia:
come cristiani, vogliamo dare l'esempio di amore per il prossimo,
in base al detto evangelico "Ama il prossimo tuo come te stesso" e, quindi, far fruttare
quei talenti che ognuno di noi ha avuto in dono dal Signore.
Abbiamo visto
a Mymensingh un gruppo di giovani islamici laureati, figli di
ricchi o benestanti, che insegnavano ai più emarginati
come si coltivano i prodotti della terra, dagli ortaggi ai fiori,
alle piante ornamentali, l'ordine nelle costruzioni ed il mantenimento
delle loro case, vivendo anche loro nelle capanne insieme a questi
emarginati, comportandosi alla stregua dei nostri volontari.
Padre Tonino
Decembrino, morto nel dicembre 1997, ci scriveva che alcuni avvocati
locali si erano associati per la difesa dei poveri, senza la
pretesa di ricevere alcun compenso in danaro. La maggior parte
di questi giovani volontari o avvocati ha studiato nelle scuole
dei nostri missionari.
In tutte le scuole,
il programma di studio è imposto dal Governo e nessuno
può fare propaganda religiosa. Insegnanti e studenti sono
di religioni diverse, ma apprendono comunque lo spirito evangelico.
Il Missionario paga le spese per i più poveri, provvede
al mantenimento ed alla costruzione delle strutture scolastiche,
allo stipendio degli insegnanti, i quali sono scelti sempre tra
i diplomati o laureati meglio preparati, senza distinzione di
credo religioso. E questo tramite i contributi che gruppi come
il nostro inviano annualmente.
Occorre tenere
presente che in Bangladesh anche se gli Hindù rappresentano
solo il 14% della popolazione (cioè circa 18.000.000),
la maggioranza di essi proviene dalle caste più basse,
addirittura dall'ultima classe che è quella dei Fuori-casta,
considerati esseri spregevoli, inferiori persino alle bestie
(le caste
sono state abolite dal Governo, ma di fatto tale suddivisione
fortemente discriminante nei confronti dei ceti inferiori non
è venuta meno all'interno della società).
Oltre a questi emarginati, bisogna aggiungere anche i poverissimi
musulmani, i quali molte volte sono schiavi dei ricchi e devono
sottostare alle loro volontà per sopravvivere.
Siamo ancora
a oltre il 70% di analfabeti e la scuola ancora non è
in grado di dare molto, perché oltre al fatto che le strutture
sono carenti ed inadeguate, anche l'insegnamento non è
ottimale, anzi.
Oltre al sostegno
a distanza dei singoli studenti, ci siamo gemellati con scuole di villaggio, dove noi contribuiamo
al miglioramento delle strutture e del metodo di insegnamento.
Infatti pretendiamo locali più efficienti, luminosi e
con gabinetti e, nel giro di 3 anni, ormai i villaggi con noi
gemellati hanno le scuole in muratura.
Pretendiamo pure che gli insegnanti siano periodicamente aggiornati
e che siano qualificati, diplomati al College o, meglio, laureati
all'Università.
Questi insegnanti hanno bisogno di aiuti finanziari per andare
nelle città, dove possono seguire i corsi di aggiornamento
o di qualificazione e devono pure avere uno stipendio mensile
che permetta loro di non avere problemi finanziari e di dedicarsi
esclusivamente e a tempo pieno all'insegnamento.
Tutti gli anni,
io e mia moglie, accompagnati da alcuni amici, che cambiano sempre,
facciamo visita alle missioni del Bangladesh, con cui abbiamo
rapporti di sostegno agli studenti o a cui forniamo contributi
per le varie attività, non tanto per verificare quanto
avviene nelle scuole, quanto per portare un segno di amicizia
e solidarietà.
Sarebbe utile se tutti potessero partecipare a questi viaggi
che non sono turistici, ma missionari, per rendersi conto
della realtà del paese e poter così meglio operare.
Comunque, la validità di questi incontri è il segno
della solidarietà che noi Cristiani esprimiamo con l'amore.
Purtroppo sono
molti nel mondo che chiedono aiuto ed al primo posto ci sono
i bambini i quali senza scuola sono in balia di loro stessi,
senza alcuna speranza futura.
I politici promettono uguaglianza ma non è così,
i poveri sono emarginati da tutti e nessuno li aiuta, anzi sono
sempre più sfruttati, perché i ricchi fanno leva
sui loro bisogni immediati.
Molti sono gli orfani o gli abbandonati fin dai primi anni di
vita.
In tutti i Paesi dell'America Latina, dove ci potrebbe essere
la possibilità di vivere bene, notiamo delle disuguaglianze
eclatanti: latifondi di migliaia di ettari dove ai poveri non
è nemmeno permesso di guardare.
I nostri missionari sono tutti impegnati nella promozione umana,
hanno anche collaboratori locali, pochi in verità, ma
a loro, oltre all'ostruzionismo dei ricchi, mancano i mezzi per
fare studiare i poveri.
Se in quei Paesi si capovolgessero le percentuali, cioè
invece del 20% di ragazzi che possono studiare adesso, fossero
almeno l'80%, non ci sarebbe più né la miseria
né l'ingiustizia che notiamo adesso.
Le cause della
povertà latina ed africana sono diverse da quelle della
povertà bengalese, ma sono tutte risolvibili mediante
l'istruzione.
Questa, l'istruzione, porta comunque ad un maggiore equilibrio
sociale.
Non ci sarà mai la giustizia perfetta, perché l'uomo
è ancora troppo egoista, ma sicuramente si potrà
arrivare ad una minore discriminazione fra la gente.
Questo Comitato,
quindi, accetta di collaborare con i missionari di tutto il mondo
per il PROGETTO
SCUOLA. Non
sarà sempre impostato sull'adozione a distanza del singolo
studente, ma sarà un contributo per l'intero istituto,
scuola, orfanotrofio, o villaggio a seconda dei luoghi dove si
opera.
Da parte dei vari missionari avremo sempre l'aggiornamento dell'andamento
scolastico.
Il lavoro capillare
che si attua in Bangladesh non è ripetibile in tutte le
parti del mondo, perché oltre al modesto numero di missionari
che devono interessarsi di grandi distanze, non ci sono adeguati
mezzi di comunicazione facili e l'ostruzionismo dei ricchi, anche
se si dicono cristiani, è molto pericoloso per gli operatori
di pace.
Non ci sono integralisti religiosi, come nei paesi islamici,
ma ci sono integralisti economici dove il ricco è il padrone
del povero e lo governa come uno schiavo.
Noi vogliamo
considerare questa gente come prossimo, farci veramente "servi
inutili" al servizio del Signore e mettere a disposizione
di tutta la gente i nostri talenti, non soltanto per aiuti umanitari,
ma principalmente per promuovere quell'amore di Dio che ha creato
l'universo per l'uomo e quell'amore di Cristo che si è
fatto crocifiggere, a braccia aperte per tutta l'umanità.
Non è
povero solo quello che non ha nulla, ma anche l'egoista che non
si sazia mai; questa sazietà può avvenire soltanto
considerando il valore dell'amore.
Tutti i santi ed in particolare il nostro Santo Padre Giovanni
Paolo II, hanno ribadito che l'amore è più potente
delle armi sofisticate e non ha bisogno né di corazzate,
né di aerei, né di carri armati: un sorriso vale più
di tutte le armi.
Per quello che
facciamo, poco o molto, non siamo qui a dover dare un giudizio.
Facciamolo con amore e vediamo nel prossimo povero l'immagine
di Cristo: "Quello
che fate al più piccolo di questi, lo avete fatto a me".
Questo Comitato
permette l'istruzione a circa 3500 tra ragazzi e ragazze, dalla
pre-scuola fino all'Università.
Per
il Comitato
Il presidente Romano Maglioni
Modigliana, li
22 GENNAIO 2001