26 maggio 2002: al monte Trebbio (Modigliana)
GIORNATA MISSIONARIA del COMITATO

 

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COMITATO di GEMELLAGGIO  


Pensiamo che la presentazione migliore del COMITATO di GEMELLAGGIO non la possa fare che Romano, il nostro caro fondatore, scomparso il 6 aprile 2001, dopo aver speso tutta la sua vita cercando di mettere a frutto quei TALENTI che il Signore aveva a lui donati, come dona a tutte le sue creature.

Ecco una relazione da lui scritta il 22 gennaio 2001.

Il 27 Dicembre del 1977, dopo la prima visita fatta in Bangladesh (dal 14 novembre al 7 dicembre 1977), ci riunimmo, nella casa parrocchiale di San Domenico in Modigliana, con parte dei partecipanti al viaggio ed amici di Modigliana per puntualizzare le impressioni avute nel visitare uno dei paesi più popolati e più poveri del mondo, uscito da poco da una guerra civile.

Cercammo i motivi di questa grande miseria dove la vita media non arrivava ai 40 anni e dove l'analfabetismo superava l'80% della popolazione.
I ricchi, circa il 10% della popolazione, detenevano e detengono ancora quasi il 90% della ricchezza, il 50% erano privi di tutto e solo le attività artigianali promosse e seguite dai Missionari permettevano a poche famiglie fortunate di vivere con decenza e davano la possibilità almeno ad un figlio per famiglia di poter frequentare la scuola; l'altro 40% possedeva il rimanente 10% della ricchezza.

Anche nel 1977 la scuola statale era obbligatoria ed aperta a tutti, ma la mancanza di mezzi da parte dello Stato non ha mai permesso il funzionamento delle scuole elementari e medie. Solo i ricchi potevano permettersi di studiare magari con insegnanti privati ed i pochi privatisti che studiavano con l'aiuto delle adozioni, erano comunque tartassati quando si presentavano alla commissione statale per sostenere l'esame di licenza media, con un esborso esagerato di tasse e cose varie (cosa che succede ancora oggi).

La ragione principale della estrema povertà del Bangladesh è causata dall'analfabetismo.
Nel mondo attuale nessuno può pensare di sfondare in qualsiasi attività se non sa né leggere né scrivere. All'infuori di alcune attività artigianali che hanno appreso fin dall'infanzia, gli abitanti del Bangladesh non sanno fare null'altro, ma quei lavori artigianali non sono più di moda, molti sono stati soppiantati dalle industrie europee, asiatiche ed americane, per la sostituzione della Juta (primi esportatori del mondo) con la plastica che, oltre ad impoverire maggiormente gli abitanti bengalesi, inquina il suolo rendendolo una costante discarica.

Che fare per aiutare questa gente?
Nel 1977 erano circa 80 milioni di abitanti, ora si parla di oltre 135 milioni.
Non è possibile pensare di alimentarli continuamente, perché la spesa sarebbe eccessiva e non risolverebbe nulla. Mandare tecnici per aumentare la produzione, vorrebbe dire aiutare i ricchi e benestanti, senza alcun beneficio per i più poveri.

L'unica via è quella dell'istruzione, "modesta spesa e grandi risultati", e così abbiamo intrapreso questa forma di aiuto studiando però un modo per apparire non come benefattori, ma come cooperatori.

Ci siamo costituiti, nel Dicembre del 1977, in Comitato appartenente alla CARITAS Parrocchiale di San Domenico in Modigliana e, dopo 22 anni, questo Comitato, già coadiuvato da diverse Parrocchie di Forlì, Ravenna, Rimini, è stato iscritto nella SEZIONE PROVINCIALE DI FORLI' - CESENA del REGISTRO REGIONALE DEL VOLONTARIATO, quindi come O.N.L.U.S. (Organismo non lucrativo di utilità sociale), con la stessa dicitura suggerita in quel lontano Natale e cioè:

COMITATO DI GEMELLAGGIO E COOPERAZIONE FRA I POPOLI.

Questo Comitato che ha iniziato ad interessarsi principalmente al Bangladesh, pur continuando col massimo impegno, guarda oggi un po' a tutto il mondo e, collaborando con amici comuni, contribuisce per modesti progetti.
Ci siamo dati un regolamento e, quindi, la priorità alle varie necessità dei poveri e abbiamo messo al primo posto l'istruzione, seguita dalla sanità, dall'aiuto materiale alle famiglie più povere fra i poveri, all'intervento straordinario durante le calamità, che sono purtroppo frequenti e di natura diversa, tanto che molte famiglie rimangono prive di tutto, compresa la casa.
Prevediamo anche contributi per la realizzazione di progetti artigianali dove, soprattutto le donne trovano lavoro contribuendo al magro salario del marito e all'istruzione di tutti i loro figli.
Quindi al primo posto c'è l'istruzione, che da sola assorbe un contributo maggiore della somma di tutti gli altri interventi.
In che cosa consiste questo contributo per la scuola?
Noi siamo legati alle missioni, che nel caso del Bangladesh sono rette da Missionari Saveriani o da Missionari laici,
ma sotto il controllo del Vescovo locale, il quale è garante del programma che noi adottiamo.

I missionari stessi ci suggeriscono il contributo per ogni allievo che a tutt'oggi è quantificato in queste cifre:

 corso

 Lit. / anno 

 Euro / anno 

 1° - 5° (elementare) 240.000  124,00 
 6° -10° (media) 300.000  155,00 
 11° - 12° e diploma 360.000  186,00 
 Università 600.000  310,00 

Abbiamo scelto il sistema delle adozioni a distanza, per il quale molte famiglie italiane si impegnano a versare la somma per uno o più scolari che, se proseguono gli studi, diventano poi studenti universitari.
Ogni contributo, versato nei conti del Comitato, viene inviato periodicamente, tramite bonifici bancari, ai missionari, in base agli impegni presi.
Il Comitato però pretende dagli studenti una cooperazione, ossia che si impegnino a fornire notizie riguardanti studio, famiglia, lavoro e attività in genere, e che possibilmente mantengano un rapporto epistolare anche dopo la cessazione dell'adozione a distanza, quando sono occupati in un lavoro o si sono formati una famiglia.

COMITATO DI GEMELLAGGIO E COOPERAZIONE significa per noi un segno di amicizia: come cristiani, vogliamo dare l'esempio di amore per il prossimo, in base al detto evangelico "Ama il prossimo tuo come te stesso" e, quindi, far fruttare quei talenti che ognuno di noi ha avuto in dono dal Signore.

Abbiamo visto a Mymensingh un gruppo di giovani islamici laureati, figli di ricchi o benestanti, che insegnavano ai più emarginati come si coltivano i prodotti della terra, dagli ortaggi ai fiori, alle piante ornamentali, l'ordine nelle costruzioni ed il mantenimento delle loro case, vivendo anche loro nelle capanne insieme a questi emarginati, comportandosi alla stregua dei nostri volontari.

Padre Tonino Decembrino, morto nel dicembre 1997, ci scriveva che alcuni avvocati locali si erano associati per la difesa dei poveri, senza la pretesa di ricevere alcun compenso in danaro. La maggior parte di questi giovani volontari o avvocati ha studiato nelle scuole dei nostri missionari.

In tutte le scuole, il programma di studio è imposto dal Governo e nessuno può fare propaganda religiosa. Insegnanti e studenti sono di religioni diverse, ma apprendono comunque lo spirito evangelico.
Il Missionario paga le spese per i più poveri, provvede al mantenimento ed alla costruzione delle strutture scolastiche, allo stipendio degli insegnanti, i quali sono scelti sempre tra i diplomati o laureati meglio preparati, senza distinzione di credo religioso. E questo tramite i contributi che gruppi come il nostro inviano annualmente.

Occorre tenere presente che in Bangladesh anche se gli Hindù rappresentano solo il 14% della popolazione (cioè circa 18.000.000), la maggioranza di essi proviene dalle caste più basse, addirittura dall'ultima classe che è quella dei Fuori-casta, considerati esseri spregevoli, inferiori persino alle bestie (le caste sono state abolite dal Governo, ma di fatto tale suddivisione fortemente discriminante nei confronti dei ceti inferiori non è venuta meno all'interno della società).
Oltre a questi emarginati, bisogna aggiungere anche i poverissimi musulmani, i quali molte volte sono schiavi dei ricchi e devono sottostare alle loro volontà per sopravvivere.

Siamo ancora a oltre il 70% di analfabeti e la scuola ancora non è in grado di dare molto, perché oltre al fatto che le strutture sono carenti ed inadeguate, anche l'insegnamento non è ottimale, anzi.

Oltre al sostegno a distanza dei singoli studenti, ci siamo gemellati con scuole di villaggio, dove noi contribuiamo al miglioramento delle strutture e del metodo di insegnamento. Infatti pretendiamo locali più efficienti, luminosi e con gabinetti e, nel giro di 3 anni, ormai i villaggi con noi gemellati hanno le scuole in muratura.
Pretendiamo pure che gli insegnanti siano periodicamente aggiornati e che siano qualificati, diplomati al College o, meglio, laureati all'Università.
Questi insegnanti hanno bisogno di aiuti finanziari per andare nelle città, dove possono seguire i corsi di aggiornamento o di qualificazione e devono pure avere uno stipendio mensile che permetta loro di non avere problemi finanziari e di dedicarsi esclusivamente e a tempo pieno all'insegnamento.

Tutti gli anni, io e mia moglie, accompagnati da alcuni amici, che cambiano sempre, facciamo visita alle missioni del Bangladesh, con cui abbiamo rapporti di sostegno agli studenti o a cui forniamo contributi per le varie attività, non tanto per verificare quanto avviene nelle scuole, quanto per portare un segno di amicizia e solidarietà.
Sarebbe utile se tutti potessero partecipare a questi viaggi che non sono
turistici, ma missionari, per rendersi conto della realtà del paese e poter così meglio operare.
Comunque, la validità di questi incontri è il segno della solidarietà che noi Cristiani esprimiamo con l'amore.

Purtroppo sono molti nel mondo che chiedono aiuto ed al primo posto ci sono i bambini i quali senza scuola sono in balia di loro stessi, senza alcuna speranza futura.
I politici promettono uguaglianza ma non è così, i poveri sono emarginati da tutti e nessuno li aiuta, anzi sono sempre più sfruttati, perché i ricchi fanno leva sui loro bisogni immediati.
Molti sono gli orfani o gli abbandonati fin dai primi anni di vita.
In tutti i Paesi dell'America Latina, dove ci potrebbe essere la possibilità di vivere bene, notiamo delle disuguaglianze eclatanti: latifondi di migliaia di ettari dove ai poveri non è nemmeno permesso di guardare.
I nostri missionari sono tutti impegnati nella promozione umana, hanno anche collaboratori locali, pochi in verità, ma a loro, oltre all'ostruzionismo dei ricchi, mancano i mezzi per fare studiare i poveri.
Se in quei Paesi si capovolgessero le percentuali, cioè invece del 20% di ragazzi che possono studiare adesso, fossero almeno l'80%, non ci sarebbe più né la miseria né l'ingiustizia che notiamo adesso.

Le cause della povertà latina ed africana sono diverse da quelle della povertà bengalese, ma sono tutte risolvibili mediante l'istruzione.
Questa, l'istruzione, porta comunque ad un maggiore equilibrio sociale.
Non ci sarà mai la giustizia perfetta, perché l'uomo è ancora troppo egoista, ma sicuramente si potrà arrivare ad una minore discriminazione fra la gente.

Questo Comitato, quindi, accetta di collaborare con i missionari di tutto il mondo per il PROGETTO SCUOLA. Non sarà sempre impostato sull'adozione a distanza del singolo studente, ma sarà un contributo per l'intero istituto, scuola, orfanotrofio, o villaggio a seconda dei luoghi dove si opera.
Da parte dei vari missionari avremo sempre l'aggiornamento dell'andamento scolastico.

Il lavoro capillare che si attua in Bangladesh non è ripetibile in tutte le parti del mondo, perché oltre al modesto numero di missionari che devono interessarsi di grandi distanze, non ci sono adeguati mezzi di comunicazione facili e l'ostruzionismo dei ricchi, anche se si dicono cristiani, è molto pericoloso per gli operatori di pace.
Non ci sono integralisti religiosi, come nei paesi islamici, ma ci sono integralisti economici dove il ricco è il padrone del povero e lo governa come uno schiavo.

Noi vogliamo considerare questa gente come prossimo, farci veramente "servi inutili" al servizio del Signore e mettere a disposizione di tutta la gente i nostri talenti, non soltanto per aiuti umanitari, ma principalmente per promuovere quell'amore di Dio che ha creato l'universo per l'uomo e quell'amore di Cristo che si è fatto crocifiggere, a braccia aperte per tutta l'umanità.

Non è povero solo quello che non ha nulla, ma anche l'egoista che non si sazia mai; questa sazietà può avvenire soltanto considerando il valore dell'amore.
Tutti i santi ed in particolare il nostro Santo Padre Giovanni Paolo II, hanno ribadito che l'amore è più potente delle armi sofisticate e non ha bisogno né di corazzate, né di aerei, né di carri armati:
un sorriso vale più di tutte le armi.

Per quello che facciamo, poco o molto, non siamo qui a dover dare un giudizio.
Facciamolo con amore e vediamo nel prossimo povero l'immagine di Cristo:
"Quello che fate al più piccolo di questi, lo avete fatto a me".

Questo Comitato permette l'istruzione a circa 3500 tra ragazzi e ragazze, dalla pre-scuola fino all'Università.

Per il Comitato
Il presidente Romano Maglioni

Modigliana, li 22 GENNAIO 2001


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