PROGETTI
CHALNA - sud Bangladesh
La comunità Papa
Giovanni XXIII vive a Chalna nel sud del Bangladesh dal 1999.
Chalna un villaggio situato
ai piedi della foresta, circondato da numerosi affluenti del
grande fiume indiano: il Gange. La comunità abita nel
villaggio degli intoccabili, o "fuori casta",
area di povertà estrema in cui è difficile garantirsi
il cibo per la sopravvivenza.
Gli intoccabili,
rifiuti della società, sono l'effetto di una situazione
di esclusione, di disprezzo e di emarginazione che si protrae
da secoli. Queste persone sono ritenute meno umane degli umani
dal punto di vista della dignità e della considerazione
sociale. Vengono considerate sporche, puzzolenti, da tenere alla
larga, maleducate e ladre. Fino a poco tempo fa era impedito
loro di entrare nei bar a bere qualcosa con gli altri o andare
dal barbiere a farsi fare la barba.
Grazie all'aiuto
e ai progetti di sviluppo dei missionari questa mentalità
si sta lentamente modificando anche se il marchio di "intoccabile"
sembra essere ben impressa nella pelle persino in coloro che
studiando hanno avuto la possibilità di riscattarsi e
di riconquistarsi la loro dignità di "persona".
Sono costretti a vivere di lavori umili e umilianti a servizio
di coloro che godono il privilegio di appartenere a caste superiori.
I mestieri a loro permessi sono quelli di lavorare la pelle,
pulire le fogne, fare i calzolai ambulanti, guadagnarsi la giornata
schiacciando pietre e mattoni dall'alba al tramonto, per fare
la ghiaia, inesistente in Bangladesh. Chiaramente sono quasi
tutti analfabeti per l'impossibilità di mezzi economici
atti a garantirsi una educazione scolastica.
Il governo non
fornisce alcun contributo economico neppure alle categorie più
povere; qualsiasi servizio, da quello sanitario a quello
scolastico, è a pagamento. Spesso e volentieri
succede che se si hanno soldi per la visita dal dottore poi non
ce ne sono per comperarsi le medicine. Da uno stipendio medio
una famiglia riesce a malapena garantirsi il cibo.
I
genitori che hanno figli in età scolare sono costretti
a mandare il piccolo sulle strade a guadagnarsi qualche spicciolo
e "saziarsi" almeno per quel giorno. Mandare allora
un figlio a scuola vuol dire assumersi un doppio costo: pagare
l'onere scolastico per tutto l'occorrente e sfamarlo. La
famiglia non se lo può permettere. Prima ancora di rispondere
al bisogno educativo è necessario poter riempire la pancia
vuota. Allora le strade si riempiono di bimbi che cercano di
fare la giornata come meglio possono sia nel bene che nel male.
La nostra comunità
crede fortemente che tutti siamo figli dello stesso Padre e di
uguale dignità e sente la necessità di rimuovere
le cause che creano il bisogno e le ingiustizie tra gli uomini
al fine di poter garantire ad ognuno una vita rispettosa. La
nostra presenza qui tra questi fuori casta vuole essere un grido
forte, incessante verso Dio e i fratelli per essere voce di chi
non ha voce o di chi, pur avendola, non può esprimere
il suo bisogno perché non conta nulla.
La casa in cui
viviamo è abitata da diverse persone, bimbi di diverse
età, dalle più svariate problematiche: alcuni orfani,
altri che pur avendo i genitori non possono farsene carico per
le condizioni disagiate in cui vivono, alcuni ragazzi handicappati
dei quali non si sa nulla del loro passato che sono arrivati
da noi e si sono fermati e ormai fanno parte della nostra famiglia.
Ci sono alcuni anziani, i nonni di casa, alcune mamme con i figli,
che sono state abbandonate dai mariti: vivono con noi e fanno
da mamma ad altri bimbi soli, poi abitano anche alcune ragazze
che studiano. E' una grande famiglia allargata con delle persone
di riferimento molto precise e si vive in un'atmosfera di solidarietà
e di aiuto reciproco costante. Tutti sono figli di tutti. Esperimentiamo
ogni giorno che ogni volta che riusciamo a mettere la nostra
vita con ognuno di loro, facendoci carico delle loro situazioni,
cresciamo sempre più in umanità e in solidarietà.
Dopo un attento
esame della situazione economica e culturale abbiamo pensato
di impostare un progetto d'intervento e di azione sociale che
rispondesse in maniera sempre più attenta ai valori di
dignità, di rispetto e di responsabilità. I
soldi dei bambini adottati a distanza non vengono consegnati
direttamente alle famiglie d'origine perché dalle
esperienze passate si è visto che al bambino non arrivava
alcun beneficio. Si verificava che il padre sicuro dell'ammontare
mensile smetteva di lavorare e il sostegno ricevuto invece di
spenderlo per lo studio o le cure mediche veniva utilizzato per
il proprio sostentamento.
Da questa analisi
abbiamo realizzato diversi progetti.
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Abbiamo aperto una
scuola all'interno della missione per rispondere alle esigenze
di quei ragazzini/e già grandi che non possono più
accedere alla scuola pubblica e insegnare loro a leggere e scrivere
al fine di toglierli da una situazione di inferiorità
e di ignoranza. |
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Molti bambini invece
frequentano la scuola pubblica e, oltre a garantire loro il pagamento
dell'iscrizione e del materiale scolastico, gli offriamo due
pasti al giorno, il vestiario e l'assistenza sanitaria. Nonostante
questo servizio sia offerto da due anni molti genitori pensano
ancora che andare a scuola non sia così indispensabile
quanto il venire a mangiare e avere a proprio carico bocche in
meno da sfamare. |
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Nella scuola pubblica
le classi sono formate da 50/60 bambini circa e succede che chi
segue va avanti, chi incontra delle difficoltà viene automaticamente
escluso. A questo proposito si è pensato di organizzare
un doposcuola pomeridiano, un corso di recupero scolastico per
quei bambini che incontrando più difficoltà possono
qui essere seguiti personalmente e con più regolarità.
Questo servizio lo offriamo per lo più ai bambini che
dispongono dell'adozione a distanza. Abbiamo circa una decina
d'insegnanti impegnati in questo servizio. |
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Girando per le strade
si vedono tanti bimbi piccoli, di due tre anni, da soli e in
situazione di pericolo. Da quegli incontri è nata l'idea
di aprire un asilo il cui obiettivo è quello sia di togliere
il bambino dall'abbandono sia di abituarlo ad una regolarità
di vita e di educazione. In questo momento ci sono due insegnanti
a garantire questo tipo di servizio. |
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Un valore in cui
crediamo molto è quello di accogliere qualunque fratello
che si presenta al nostro cancello al di là dell'idea
politica o della religione di appartenenza. Non ospitiamo i poveri
in difficoltà per istruirli, guarirli e toglierli dall'abbandono
ma perché il Signore li ama, ce li manda, e poiché
vogliamo loro bene cerchiamo di curarli, di istruirli, di riconoscere
le loro capacità e predisposizioni. |
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La persona handicappata
vive una condizione di estremo isolamento ed abbandono, è
costretta a vivere chiusa nella capanna per tutta la vita. Non
le è permesso di frequentare la scuola pubblica statale.
E' considerato una vergogna ed una maledizione. Si è visto
la necessità di aprire un centro di fisioterapia sia per
rispondere al bisogno di cura dal punto di vista fisico che della
socializzazione. Escono dalle loro case e si offre loro un intervento
specialistico e didattico essendo alcuni di loro inseriti in
corsi scolastici di recupero privati, interni alla missione.
Abbiamo notato in questi anni che la condivisione sotto lo stesso
tetto di persone sane e di quelle considerate handicappate o
inutili ha permesso ad ognuno di sperare e di riconsiderare il
valore della vita. L'anziano che tiene in braccio un piccolo
e l'handicappato che si relaziona con un suo coetaneo valorizza
la propria esistenza e quella di colui che gli sta di fronte. |
Siamo grati a
tutti voi che ci permettete di vivere e di rispondere alla nostra
esigenza di amore e di amare quei fratelli che non sono nella
condizione di vivere la propria esistenza con dignità
perché schiacciata da una ingiusta miseria umana, sociale
ed economica.
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Puoi collaborare
venendo a visitarci e renderti così conto di persona di
che cosa significa Bangladesh (vedi sezione "i viaggi") |
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a distanza") |
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