COMISO E COMISANI
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SCRITTI SU COMISO
In
questa pagina vengono presentati scritti di Salvatore Lauretta-Cassisi e di
Fulvio Stanganelli (pseudonimo del
can. Raffaele Flaccavento).
Lo
scritto di Salvatore Lauretta-Cassisi è tratto
dal libro NOTIZIE STORICHE DI KASMENAE OGGI
COMISO, stampato nel 1893 dalla tipografia
Lauretta-Cassisi.
Lo
scritto di Fulvio Stanganelli
(1870-1951) è tratto dal libro
VICENDE STORICHE DI COMISO ANTICA E MODERNA,
stampato nel 1926 dall'editore Di Mattei di
Catania e fatto ristampare nel 2004 dal Rotary
Club di Vittoria per iniziativa del dott.
Salvatore Molino.
(Accendendo le
casse acustiche in sottofondo
si può ascoltare il brano musicale "Pirrera")
|
da NOTIZIE STORICHE DI
KASMENAE OGGI COMISO
(anno 1893)
|
dal Capo
sesto)
Comiso si mostra una delle prime città antiche
di Sicilia, essa è capoluogo di mandamento,
collegio uninominale, avendo aggregate a sé
Vittoria, Biscari e Santa Croce; dipende dalla
Provincia ed archidiocesi di Siracusa.
Circondario tribunale di Modica, corte d'appello
di Catania e Cassazione di Palermo......omissis......
La superficie
del suolo è nella maggior estensione piana, con
un po' di pendio al
sud-est. La maggior parte delle strade bellissime
d'un diritto filo selciate, e altre un po'
tortuose con poco pendio da sud-nord.
L'aria che si
respira in Comiso è bellissima, con un clima
salubre, mite calore nell'està.
L'inverno, alle volte, è più rigido; ma il
freddo si mantiene svariato nelle sue
graduazioni; i venti dominanti sono: il Levante,
alle volte molto impetuoso e dannoso ai nostri
campi, specialmente agli alberi di Carrubo, di
Olivo ed ai vigneti.
Il Libeccio nell'inverno vi apporta spesso molto
freddo, ma di poca durata, e facile a variar
subito; il Mezzo-giorno vi suole arrecare le
pioggie, che qualche volta sono di lunga durata.
Comiso è posta
appiè dei monti Iblei, che gli fanno una lunga
frontiera distesa a semicerchio; essi
nell'intorno racchiudono la magnifica pianura
detta di Comiso, dove, oltre Comiso, sorgono
Vittoria, Biscari, Santa-Croce e Scoglitti. Le
montagne che formano la bella frontiera di questa
vasta pianura si diriggono da una parte verso il
mare Africano, e dall'altra verso il mare Jonio e
mar Tirreno.
Essi, secondo la testimonianza di alcuni
scrittori, sono i monti Iblei od
Erei, ove nacquero i
poeti Dafni e Galeo il
divinatore dei sogni.
Comiso ha un
territorio di 3667 Ettari pari a salme 2100;
produce Vino, Olio, Carrube, Frumento ed altri
cereali.
E' decorata di
due magnifiche Collegiate (della Chiesa Madre e
della Chiesa della SS. Annunziata), due Monasteri (teresiani), tre Conventi (de'
padri Cappuccini, padri Filippini e padri
Conventuali, oggi tutti soppressi), oltre dieci
Chiese minori d'antica data.
Riguardo agli
abitanti di Comiso, secondo il Marzo,
fu prelevato il primo censimento sotto Carlo
Imperatore, e furono le case 1034 e 2184 abitanti.
.....omissis......
Comiso possiede
varie decorazioni e molti privilegi; notiamo:
Agenzia dell'Imposte, Ufficio del Registro
Demaniale, Agenzia dei Tabacchi grezzi, Magazino
di Vendita di Tabacchi, Delegazione di pubblica
sicurezza, Stazione di prima classe dei Reali
Carabinieri, Stazione Ferroviaria di 2ª Classe
Tipo C. primo; un Ospedale Comunale, due Circoli
di mutuo soccorso; varie piazze; Scuole
elementari Maschili e Femminili di corso
completo, e tre serali; una Biblioteca Comunale
circolante; un Ufficio Tipografico e uno
Fotografico diretto dal sig. La Leta; il Postale (diretto) dai fratelli don
Raffaele e don Nenè Mingoia; e il Telegrafico
con capo ufficio don G. Straccadaini e un secondo
aiutante ufficio Amarù-Lauretta; un Museo
Comunale Scentifico-Artistico diretto dal prof.
Giuseppe Giallongo; due Casini di Civili, uno di
Proprietari, e un Teatro Comunale; possiede
ancora graziosi negozzi, caffè ristoranti ed
alberghi; svariate pitture e scolture dell'antica
e moderna scuola, che sarebbe lungo a numerare.
Occorre pure in Comiso, nella 2ª
Domenica di Luglio, la fiera per la festa di S.
Biagio, apresi la sudetta per quasi nove giorni,
per tessuti, chincaglierie, biscotterie e
bestiame; nel 14 Novembre accorreva un'altra,
detta la fiera delle anime del purgatorio,
che durava circa otto giorni, smerciando tessuti,
argenteria ed altri oggetti. Nel Lunedì dopo
Pasqua di Resurrezione occorre la terza fiera di
due giorni, continuando sempre lo sviluppo
commerciale.....
dal Capo
settimo) Comiso
dal Nord-ovest si presenta pittoresca. Ha la
apparenza di una vera città assai più grande di
quella che effettivamente si vede. Offre un
panorama superbo, sorprendente.
In un bel
mattino estivo, quando l'orizzonte Comisano si
dimostra tersissimo nella massima sua
trasparenza, si vedevano alzare al di qua della
città quella antica porta, o antiche mura; che
credesi di essere stati fondati ai tempi dei
Saraceni, per difendere la città dalle
improvvise invasioni. I Greci, i Cartaginesi, i
Romani, i Vandali, i Goti, i Saraceni, i
Normanni, gli Angioini, gli Aragonesi, i
Piemontesi, gli Austrieci, gli Spagnuoli; ed
altri invasori ebbero in dominio la nostra bella
patria.
Colui che
percorre Comiso, coll'animo di chi non fa la sua
visita colla metodica indifferenza e coll'arte
critica del Touriste di professione, si
sente dominato da due sentimenti, che s'incalzano
e premono sull'animo e la fantasia di cui può
essere suscettibile.
Colpisce la
solenne grandiosità di quelle rovine che non
hanno riscontro in nessuna parte della storia....
(Salvatore
Lauretta Cassisi)
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da VICENDE STORICHE
DI COMISO ANTICA E MODERNA
(anno 1926)
|
dall'Introduzione) 1.- Come quel viandante
che spossato da un lungo viaggio, giunto ai piedi
d'un monte, lì senz'altro pianti le sue tende,
lasciando, per il momento, ad altri la gioia
dell'ascesa e d'un più libero orizzonte; così
giace Comiso = Còmisu
al 2° 5' 56" di longitudine Est di Roma e
al 36° 55' 7" di latitudine, mollemente
distesa su le prime pendici dei suoi colli
ubertosi, tra il cozzo Apollo (m. 450) a
Est, e il vallone Profindi a Ovest. I
fertili colli di cui parlo, sono appunto gli
ultimi contrafforti della catena degli Iblei occidentali
che, partendo propriamente dal m. Altore (m. 753),
a Est di Bucchieri, prosegue per Licodia,
Monterosso, Chiaramonte Gulfi, Ragusa e, poco
prima di raggiungere la nostra città, comincia a
declinare al mare verso il capo Scaramia,
a Sud di S. Croce Camerina. 2.- Situata com'è,
sopra un lieve pendio, a m. 245 sul l. d. m. (convento
degli ex Cappuccini), Comiso non ha veramente
l'aspetto di una città, e nemmeno quello di un
villaggio; essa inoltre non è antica e non è
moderna; ma è un po' di tutto questo.
Accanto infatti a lunghe e diritte vie, e palazzi
degni di città, voi troverete strade tortuose,
vicoli e vecchie catapecchie. Ancora, presso
l'automobile rombante che divora le distanze, voi
vedrete l'asinello spelacchiato dell'acquaiolo,
il quale dalla fonte cittadina va e viene di
corsa, con le risonanti sue brocche di latta, per
portar l'acqua ai clienti; come, del pari, ai
fianchi della dama in pelliccia, veste alla moda
e cappello dernier cri, voi non di rado
scorgerete delle popolane coperte di poveri
cenci, nella foggia tanto cara alle nonne loro.
Degni di grande interesse e considerazione, sono
agli occhi esercitati di chi ha senso d'arte,
questi aspetti contrastanti di Comiso; ma,
d'altra parte, non lo è meno la sua posizione
panoramica, d'annoverarsi fra le più gaie e
deliziose.
Le si stendono dinanzi a N-E, sterminate e
ridenti di vigneti, mandorleti, oliveti, messi e
infiniti casolari, la pingue pianura che prende
il suo nome, e, oltrepassata la valle della Fontana
della volpe, quella ancor più vasta di
Vittoria, che il Dirillo separa dai
famosi "Campi geloi" di
Terranova. A Ovest il mare Africano,
nell'inviarle i baci dei suoi effluvi salutari,
sembra invitarla a sé da lungi con il suo
scintillio tentatore; mentre le sovrastano a Sud
dei veri boschi di carrubi secolari, che ne
imbalsamano l'aria, e che, insieme alla vigna,
formano la sua più vera ricchezza. Insomma tutto
un incanto è il paesaggio comisano; alla cui
bellezza altresì conferisce tanto la magica
visione dell'Etna lontano, col suo non
raro pennacchio di fumo, e di parecchie città
popolose aggrappate sui monti circostanti, come,
da destra a sinistra dello spettatore,
Chiaramonte, Grammichele, Licodia, Caltagirone, S.
M. Niscemi e infine Vittoria troneggiante nella
pianura pampinosa.
3.- Quel che però, agli occhi del viaggiatore
intelligente, che non sempre si lascia sedurre
dalle mete di prammatica, caratterizza e rende più
interessante e poetico il panorama della nostra
città, è lo storico Ippari
il cui nastro d'argento, fiancheggiato da un
eterno mare di verzura e da interminabili filari
di noci, pioppi, salici, ontani e via dicendo,
attraversa in lungo il territorio nostro e quello
di S. Croce, quattro decimi dei quali devono a
lui tutt'i tesori della loro ubertà. Questo
fiume che scorre a un duecento metri
dall'abitato, fu detto enfaticamente da Pindaro:
«largo - di sacre linfe»; mentre, come Silio
Italico affermava con più esattezza, è molto «povero
d'acqua»; povertà che la larghezza e profondità
spropositate del suo alveo, fanno apparire più
desolante.
..................omissis......
Giusta le regie
concessioni, le acque dell'Ippari, e segnatamente
quelle del fonte Diana, appartenevano ai conti
Naselli, ai cittadini ne era riserbato solo l'uso.
Oggi qualche strappo a cotesta privativa,
devoluta da tempo ai successori di quella
famiglia, s'è fatta dal Comune; ma nella
sostanza, le cose restano com'erano ab
immemorabili.
Con tanta copia d'acqua, quasi tutto il
territorio potrebbe venire irrigato agevolmente;
però causa le molte, troppe accidentalità del
terreno, cotesto bene non è accordato, nell'està,
che a un'esigua quantità di terre privilegiate.
4.- Il
territorio di Comiso è angustissimo, più
angusto di quello dell'unico comune che
costituisce il suo Mandamento, cioè di S. Croce
Camerina, che, secondo l'estimo del 1844, ha
un'estensione di salme catastali 2504 e millesimi
865, pari a Ett. 4368.48.
Il nostro, giusta quell'estimo è infatti
calcolato in salme catastali 2099.797, pari a Ett.
3666.93. Una vera irrisione che, a oriente
confina con l'ex feudo Canicarao del
territorio di Ragusa, che eziandio gli è
limitrofo a mezzogiorno e ponente; a tramontana
confina finalmente con l'ex feudo Boscorotondo
del tenere di Vittoria e con quello di
Chiaramonte Gulfi. Esso che è diviso in 93 contrade,
i nomi delle quali, per chi può avervi interesse
anche dal lato toponomastico, si danno in nota,
secondo l'estimo anzidetto, era così
classificato: Ett. 218.10 seminativo raso;
377.93 seminativo alberato; 195.45 oliveto;
127.40 carrubeto; 92.55 oliveto e
carrubeto insieme; 242.50 vigneto
alberato; 2045.62 irriguo; 209.28 giardino
secco; 73.28 canneto; 80.30 frutteto
e 2.52 bosco.
Il vigneto, che in seguito stava per soppiantare
quasi tutte le culture rimanenti, superata la
crisi gravissima subita, tra il 1888 e i1
1893 a causa dell'invasione
filosserica, cui si riparò sollecitamente mercè
l'adozione in larga scala del port'innesto
americano, ora occupa gran parte del territorio.
Dove l'industre mano dell'agricoltore nostro,
trova nondimeno sempre di che consacrare alla
coltivazione arborea e dei cereali, su la quale
con lodevole proposito non manca d'insistere.
Per quanto però si arrabatti, essendo
l'estensione del territorio, specie se paragonata
a quella delle prossime città, quali:
Chiaramonte (Ett. 10509), Vittoria (15692) e
Ragusa (29805), addirittura incapace a soddisfare
i suoi bisogni, ne viene di conseguenza che, per
provvedervi, egli si vede costretto a cercar
fortuna nei vicini. Ai quali dà tutti i tesori
della sua energia, senza peraltro che il suo
luogo natio possa, dei frutti di quell'energia
aspirare a goder la sua parte, che va invece a
ingrassare delle amministrazioni comunali, che
con lui nulla hanno da vedere.
Gli è per questo segnatamente che Comiso,
malgrado sia dotata d'un ferace territorio, dove
le buone strade nazionali, provinciali e comunali
non si fan desiderare, non riesce a sopperire
agli imprescindibili suoi bisogni, che il tempo e
il crescente progresso impongono anche alle città
più arretrate e insignificanti.
(Fulvio
Stanganelli)
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