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Nacque a Santo Stefano Belbo nel 1908 da una
famiglia di origine contadina. Studiò a Torino, dove si laureò e divenne
specialista di letteratura angloamericana. Nel capoluogo piemontese si legò
al gruppo degli intellettuali vicini alla casa editrice Einaudi e collaborò
alla rivista
La Cultura, intorno
alla quale si erano radunati molti antifascisti.
Nel 1935, quando La Cultura venne chiusa, fu condannato al confino a
Brancaleone Calabro, dove cominciò a tenere un diario, che sarebbe stato
pubblicato postumo con il titolo
Il mestiere di vivere
(1952).
Nel 1936, tornato a Torino, riprese la sua attività di traduttore e
saggista. Durante la guerra, dopo aver diretto per un breve periodo quello
che rimaneva dell'Einaudi, si nascose presso la sorella Maria, sulle colline
del Monferrato. Da questa esperienza nacque uno dei libri migliori di
Pavese, il romanzo
La casa in collina
(1948), incentrato sul dramma interiore e sull'isolamento dell'intellettuale
che non trova il coraggio e la determinazione di partecipare direttamente
all'esperienza della Resistenza partigiana.
Pavese aveva esordito con la raccolta poetica
Lavorare stanca
(1936), caratterizzata dall'originale soluzione metrico-stilistica del verso
lungo, molto vicino al ritmo della prosa narrativa. A questo volume seguì il
romanzo
Paesi tuoi (1941),
con cui lo scrittore, fortemente influenzato dai modelli di narrativa
nordamericana, rappresentava, con crudo realismo spesso però trasfigurato in
mito, un mondo contadino tormentato e violento incomprensibile agli occhi
del protagonista-narratore, un proletario in fuga dalla città.
Dall'esperienza del confino derivano i racconti lunghi e politicamente
impegnati
Il carcere (1938-39,
poi pubblicato insieme a La casa in collina con il titolo comune
Prima che il gallo canti,
1949) e
La spiaggia (1941). A
questi seguirono i racconti di
Ferie d'agosto
(1946), il romanzo
Il compagno (1947) e
i racconti lunghi di
La bella estate
(1949), che comprendono, oltre al testo omonimo, anche
Il diavolo sulle colline
e
Tre donne sole.
I Dialoghi con Leucò
(1947) sono un'originale rilettura psicoanalitica dei miti classici.
La consacrazione definitiva di Pavese avvenne con
La luna e i falò
(1950), storia di un uomo che, dopo aver trascorso
molti anni in America, torna al suo paese e alla difficile ricerca della
propria identità culturale. Dopo aver ricevuto per questo romanzo il premio
Strega, Pavese si tolse la vita sotto il peso di una depressione a lungo
combattuta negli anni, cedendo a quello che aveva chiamato il "vizio
assurdo". Dopo la sua morte venne pubblicata un'altra raccolta poetica,
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
(1951). |
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