Bruno Cassinari, 1953
La finestra sul mare
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Il Neorealismo artistico si affermò in Italia a
partire dal 1948. Promosso da un gruppo di artisti in precedenza
appartenenti a
Corrente o
coinvolti nell’esperienza del
Fronte nuovo delle arti
fu, almeno in principio, fortemente sostenuto dal partito comunista.
Fra le personalità più impegnate nel movimento figurano
Renato Guttuso, Bruno Cassinari, Armando Pizzinato,
Ernesto Treccani.
In aperta polemica con le correnti astratte e informali, sviluppatesi nel
paese a partire dalla fine degli anni Quaranta, gli artisti neorealisti
promossero una concezione dell’arte come mezzo di analisi e denuncia sociale
e come strumento di intervento politico.
Il linguaggio più adatto ad assolvere a tale scopo doveva essere
immediatamente comprensibile, antintellettualistico e diretto, mentre i
contenuti dovevano apparire chiaramente riferiti alla realtà.
Le posizioni politiche del gruppo neorealista furono evidenti nella seconda
mostra intitolata
L’arte contro le barbarie
(1949), connotata da una forte polemica antiamericana.
Dal 1952 organo ufficiale del movimento fu la rivista
Realismo.
Nel 1955, in occasione del dibattito sul romanzo
Metello di Pratolini, fu fatto oggetto di studio e discussione il problema
del rapporto fra arte e società. Guttuso osservò che si erano battute
“strade troppo facili” e populiste, dichiarando così aperta la crisi del
movimento.
Con un linguaggio molto eloquente, frutto dell’esempio di Picasso e della
pittura espressionista, i pittori neorealisti affrontarono temi di scottante
attualità, come le lotte contadine e le condizioni di lavoro nelle
fabbriche, e analizzarono la storia recente con opere dedicate alle ragioni
e ai modi della Resistenza.
BRUNO CASSINARI
Nato a Piacenza nel 1912, si formò in questa città e a Milano, seguendo i
corsi serali dell'Accademia di Brera. Dal 1938 al 1941 aderì al gruppo
milanese di
Corrente
e proprio nella Galleria di Corrente espose per la prima volta (1940) le sue
opere, presentate da Elio Vittorini.
Il suo stile iniziale, cubista ed espressionista, ispirato da Picasso e da
Van Gogh, ma aperto all'influsso di Modigliani, s'inquadra nel clima di
reazione antiretorica, antiaccademica e di apertura europea favorito dai
pittori di Corrente.
Nel 1946 aderì alla Nuova secessione artistica italiana, dalla
quale si ritirò quando essa si trasformò nel Fronte nuovo delle arti (1947).
L'influsso di Picasso fu rafforzato da una permanenza a Parigi nel 1947, da
un incontro con il maestro ad Antibes nel 1949 e dalla mostra delle sue
opere che allestì proprio nel Museo Picasso di Antibes nel 1950.
Nel 1952
vinse il Gran Premio per la pittura alla Biennale di Venezia e nel 1956
l'analogo riconoscimento della Quadriennale di Roma.
La struttura cubista,
animata da un colore intenso ed evocativo (Natura morta rosa, 1952, Galleria
Nazionale d'Arte Moderna, Roma), ha caratterizzato anche gli ultimi anni
della carriera dell'artista, che si è avvicinato inoltre all'astrattismo e
all'espressionismo astratto. Nella produzione artistica di Cassinari
rientrano anche sculture, stampe, cartoni per arazzi. Muore a Milano nel 1992.
Ampie retrospettive della sua opera sono state allestite a Piacenza (1983) e
a Milano (1986). |
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