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ALBERTO MORAVIA

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NEOREALISMO
LETTERATURA

Alberto Moravia

Cesare Pavese
Elio Vittorini

NEOREALISMO
ARTE

 


Pseudonimo di Alberto Pincherle nato a Roma 1907 e morto nel 1990.
Collaboratore dal 1927 alla rivista
Novecento, esordì a soli ventidue anni con il romanzo
Gli indifferenti (1929), descrizione lucida e impietosa della crisi di valori del mondo borghese, che gli procurò fama immediata in Italia.
I due successivi romanzi,
Le ambizioni sbagliate (1935) e La mascherata
(1941), furono entrambi bloccati dalla censura fascista, che vide in essi una satira del regime.  Nel dopoguerra,  dopo aver trascorso alcuni anni all'estero, Moravia riprese l'attività narrativa e cominciò a dedicarsi anche al giornalismo, alla critica cinematografica (Al cinema, 1975, raccoglie parte dei suoi articoli pubblicati su L'Espresso), alla drammaturgia (Beatrice Cenci, 1958; Il dio Kurt, 1968; La vita è gioco, 1969) e in seguito alla saggistica (L'uomo come fine e altri saggi, 1963; Impegno controvoglia, 1980).
Nel 1953 fondò con Alberto Carocci 
Nuovi Argomenti, di cui fu anche direttore.
Tra i suoi romanzi si ricordano
Agostino (1943), storia del primo incontro di un adolescente col sesso; La romana (1947), memorabile ritratto di donna sullo sfondo dell'Italia fascista, dal quale nel 1954 fu tratto un film per la regia di Luigi Zampa; L'amore coniugale (1949) e Il disprezzo (1954), nei quali Moravia applica la propria visione critica alla tipica istituzione borghese del matrimonio; La noia (1960), che analizza il rapporto dell'uomo alienato con la realtà.
Una delle sue opere più note è
La ciociara (1957), ambientata in tempo di guerra, per la quale l'autore attinse ai propri ricordi personali. A questo romanzo il regista Vittorio De Sica si ispirò per uno dei suoi capolavori.
All'ultima fase appartengono le allegorie politiche
La vita interiore (1978), che affronta il tema del terrorismo, e 1934 (1982), storia dell'incontro fra un giovane antifascista italiano e una ragazza tedesca.
Moravia fu anche un maestro del racconto: i
Racconti romani (1954) e i Nuovi racconti romani (1959) ritraggono vividamente il sottoproletariato romano, mentre La cosa (1983) è una raccolta di racconti erotici

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