La facciata attuale

opera di
Amedeo di Castellamonte  
(1638)

La facciata del Castellamonte.

Una descrizione dell'aspetto esterno della Basilica e della sua collocazione urbanistica nel 1703 è riportata nella pubblicazione Ragguaglio della festa e qui di seguito tradotta in italiano moderno.

Volendo dunque i suddetti Illustrissimi Signori della Città, dar corso alla seria convinzione che li anima di dare una qualche plausibile mostra di gratitudine alle prodigiose preziosità d'un Dio Sacramentato, oltre l'aver arricchito di finissimi Marmi il Tempio da loro eretto e dedicato alla Memoria immortale del Beneficio insigne e del Benefattore sempre adorabile, hanno impiegato l'arte e l'opera dei più esperti architetti e dei più accreditati pittori per formare nella facciata del medesimo un doppio apparato avente la forma che qui viene di seguito descritta.

Si elevano ai lati della facciata del Tempio due grandi edifici con rifiniture di marmi e di bronzo, che, completando il lato lungo della Piazza che è davanti formano un esagono, il quale, da un lato ha in prospettiva il Palazzo della Città, e dall'altro la Piazza del Castello, che non tanto all'esterno quanto all'interno evidenzia con leggiadra simmetria la ricchezza e la varietà degli ornamenti, che fanno in ogni parte la loro ben studiata comparsa.

La metà dell'esagono rivolta verso il Palazzo della Città non supera la dimensione di 17,6 m di raggio della circonferenza.

Tutta l'architettura esteriore è divisa in due ordini. Nel primo quattro colonne di proporzione ionica lavorate in parte a mattoni con due pilastri ai fianchi reggono la cornice ed aprono negli intercolumni un grande arco che si distende per 3.60 m, il di 1,80 m per la metà della circonferenza.

Le porte laterali si elevano a 5,1 m, sono larghe 2,55 m ed il loro ornamento riporta un ovale figurato a marmo bianco d'ambo le parti con le seguenti iscrizioni.

Eucharistici Solis Domus' h&c est.
Geminam habet ille iam Regiam,
In Coelio alteram,
Alteram Taurinorum Augustae.
Altera.
Augustam Urbem,
Cuius tot portentis Deus
Fit Ciuis
Hostes timete.

Il detto ovale va a finire nella sommità dell'Architrave sopra di cui si solleva un cartello, che formando l'Arma della Città, viene ad occupare interamente lo spazio del fregio seguito dalla Cornice del suo ordine.

( il documento ha bruscamente termine)

La facciata attuale della Chiesa è assai armonica nell'insieme e nelle parti, anche se un po' più appesantita rispetto alla proposta originale elaborata da Vittozzi. E' tutta in pietra con robuste colonne e ricche trabeazioni.

Ai lati in due piani, in apposite nicchie sono collocate quattro belle statue riproducenti figure bibliche della SS. Eucaristia.


Nell'ordine :L'angelo, Melchisedech, Mosè, Sansone

Le due statue superiori riproducono, l'una l'Angelo che portò ad Elia il pane per fortificarlo nella salita al Monte Oreb e la scritta: Surge et comede; l'altra Melchisedech con i pani della Proposizione ed il motto: Regale Sacrificium.

La statua inferiore di sinistra raffigura Mosè con un vaso di manna ed ai piedi il motto: Panem de coelo; quella a destra raffigura Sansone con a fianco il leone ed un pan di miele e la scritta: De forti dulcedo.


Il frontone della Basilica con lo stemma dei Savoia

Sul frontone del tempio sotto un'imponente corona regale che culmina alla sommità si ammira lo stemma di Savoia e sul finestrone centrale quello di Torino.

Sotto il frontone trova posto un pannello di pietra con la seguente iscrizione:

Hic ubi profugum Christi corpus
Subdialem sibi stationem obiter elegit
Augustum hoc et mansurum
Numini domicilium civibus profuturum
Taurinensis Augusta
Cisalpinos late populos depopulante tabe
Pro civium salute devovit
Anno
MDLXXXXVIII

(Qui dove profugo il Corpo di Cristo - si elesse all'aperto una dimora provvisoria questo tempio augusto e permanente - abitazione alla Divinità - utile ai cittadini - Torino Augusta - mentre la peste dilaniava i popoli cisalpini - per la salute dei Torinesi decretò - l'anno 1598)

Sull'architrave della porta si trova quest'altra iscrizione:

D. O. M.
Augusta Taurinorum
Ornata Aede
Peractisque solemnibus
Anno post miraculum
Saeculari tertio
M. P.

(A Dio Ottimo Massimo - l'Augusta Torino, - dopo aver abbellito il tempio e celebrate le solennità - nel terzo centenario dopo il miracolo -1735 - pose a memoria.)

La facciata è sormontata da quattro pinnacoli in pietra che riproducono delle fiamme.

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