Cronologia |
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6 giugno 1453
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Per contrastare la marcia del duca Renato D'Angiò, le truppe piemontesi di Ludovico di Savoia occuparono il forte di Exilles, elemento chiave per il controllo della via delle Gallie. Alcuni soldati si introdussero nella chiesa parrocchiale di Exilles, ne rubarono i sacri arredi, asportando anche un Ostensorio d'argento con le Specie Eucaristiche. Dei mercanti acquistarono a poco prezzo dai soldati la preziosa refurtiva, la posero in un sacco e caricatola su di un mulo si avviarono, per Susa, Avigliana e Rivoli, alla volta di Torino. Arrivati che furono in Piazza del grano, presso la Chiesa di S. Silvestro, il mulo incespicò e cadde; il sacco si aprì e l'Ostia Santa sollevatasi in alto incominciò a risplendere come un sole. Erano circa le cinque pomeridiane del 6 giugno che in quell'anno cadeva il mercoledì fra l'ottava del Corpus Domini. Accorsero i torinesi col Vescovo Mons. Lodovico di Romagnano, i canonici i religiosi ed in risposta alle preghiere elevatesi da ogni cuore l'Ostia discese nel calice tenuto dal Vescovo fra la commozione ed il giubilo universale. Fu questo il prodigio che diede a Torino il titolo di "Città del Sacramento". La cronaca del miracolo è riportata in un antico testo cinquecentesco, oggi disperso, un tempo conservato presso l'archivio dell'Arciconfraternita dello Spirito Santo. Un racconto del miracolo effettuato dall'Arcivescovo di Torino Michel'Antonio Vibò è reperibile nella pubblicazione Ragguaglio della festa edita nel 1703, duecentocinquantesimo anniversario. |
25 agosto 1510 |
Il 25 agosto
1510, per ottenere la preservazione dalle guerre e dalle
pestilenze, il Municipio decretò di erigere sul luogo
del prodigio una cappella-oratorio, a cui pare sia stato
dato inizio nel 1523. L'edicola fu aperta al culto nel 1534: occupava parte della piazza e parte del cimitero di S. Silvestro. La fronte ed i fianchi erano di marmo bianco, ornati nella cornice e nelle lesene con fregi di gusto squisito, dischi di marmo a vari colori, medaglioni e bassorilievi. Era divisa in tre arcate, in fondo alle quali tre affreschi ricordavano le fasi del miracolo, cioè il furto sacrilego, l'Ostia raggiante in alto e la sua riposizione nel tabernacolo della Cattedrale. |
1598 |
L'Edicola-Oratorio
restò in piedi per 78 anni, cioè fino al 1607 quando,
per un voto fatto dalla Municipalità nel 1598 onde
ottenere la liberazione dalla peste, si gettarono le
fondamenta dell'attuale Chiesa del Corpus Domini.
Il Municipio affidò il disegno della nuova chiesa al celebre Ascanio Vittozzi (Baschi,Orvieto 1539 - Torino 1615); ma pare che il suo progetto, ricco e maestoso nell'interno e nella facciata, sia stato ritoccato nel 1638 dal Conte Amedeo di Castellamonte (Torino 1610-1683), al quale si deve certamente la facciata attuale del tempio, meno ricca e pregiata di quella del Vittozzi, ma ancora assai armonica. |
1753 |
Nel terzo centenario del miracolo (1753), per cura di Benedetto Alfieri. l'interno fu arricchito di ornati e dorature. |
2 settembre 1827 |
S.Giuseppe Benedetto Cottolengo ricevette l'ispirazione di fondare la sua "Piccola Casa della Divina Provvidenza", pregando nella Cappella della Madonna. |
1853 |
Vennero eseguiti i tre affreschi sulla volta da Luigi Vacca in occasione del quarto centenario del Miracolo. |
2 agosto1928 |
Annuendo alla domanda dei Canonici del Corpus Domini, appoggiata dall'Arcivescovo Card. Giuseppe Gamba, Sua Santità Pio XI, con Motu Proprio del 2 agosto 1928, elevava la Chiesa del Corpus Domini al grado di Basilica Minore con tutti gli onori e privilegi inerenti a tale titolo. |
8 dicembre 1941 13 luglio 1943 |
Anche la Chiesa
del Corpus Domini subì gravissimi danni per le
incursioni aeree che devastarono Torino, specie per
quelle dell'8 dicembre 1941 e del 13 luglio 1943. Due bombe la colpirono in pieno: l'una sfondò la volta della Cappella di S. Carlo e fece molti guasti all'altare, alla balaustra ed ai quadri; l'altra penetrò dal lato della Sacrestia e spezzò la balaustra in marmo della tribuna. |
4 Novembre1951 |
La campana del Piccolo Campanile fu benedetta il 4 novembre 1951, padrino l'avvocato Amedeo Peyron, Sindaco di Torino. |
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