RAGGUAGLIO DELLA FESTA,

E Descrizione del solenne Apparato

DELL'ILLUSTRISSIMA CITTA' DI TORINO

Ai 6. Di Giugno nell'Anno M. DCC. III.

Per l'Anno cinquantesimo sopra il ducentesimo

DOPO L'INSIGNE E FAMOSO MIRACOLO

DEL

SANTISSIMO SACRAMENTO

Seguito nella stesa Città.

 

IN TORINO M. DCC. III.

Per Gio. Battista Zappata Stampatore dell'Illustriss. Città

Con licenza de' Superiori.

Degno della rimembranza, e venerazion di tutti i Secoli farà sempre mai quel giorno, oue l'immensa Bontà dell'Altissimo si compiacque contrasegnare à quella Augusta Città di Torino il suo gran genio, e particolare affetto col celebre, & insigne Miracolo del Santissimo Sacramento , dandole quel santo ricordo, che già diede Mosè al Popolo eletto. Habebitis hunc diem in monumentum, & celebrabitis eum folemnem Domino. Exod. 12. Quindi è che per togliere all'ingordigia de' tempi il mezzo di scancellare le ricche memorie di così segnalato Beneficio, e per mantenere del pari sempre più in vigore la Diuozion verso l'Augustissimo Sacramento, la detta illustrissima Città di Torino nell'anno 1653, mossa da religioso sentimento di maggior riconoscenza, e venerazion d'un sì raro, ed amabile Prodigio, e per aderire insieme alla mente delle RR. AA. di Carlo Emanuele II. e di Madama Cristina di Francia, determinò di rinouare alla metà d'ogni Secolo questa Solennità, che per uso antico solea farsi solamente nel fine. Ond'è che gl'Illustrissimi Signori Sindici, e Consiglieri d'ella illustrissima Città di Torino Contessa di Grugliasco, &c. con gradimento della R. A. di Vittorio Amedeo Il oggidì gloriosamente Regnante, si sono risoluti di celebrare ai sei di Giugno del corrente anno la Festa, e l'Ottaua del sopraccennato Miracolo con quella maggior pompa, e decoro, che a tal Solennità , & alla loro Diuozione si conviene ; e perché il loro pensiero non hà altro per oggetto, che la gloria di Dio, e il vantaggio dell'Anime hanno impetrato dalla benignità del Sommo Pontefice ,Clemente XI, i Tefori dell'Indulgenza p1enaria per detto giorno festiuo, come pur anche per tutta l'ottaua, come appare da1 Breue, ch'é del seguente tenore.

CLEMENS PAPA XI.

 

U Niuersis Christifidelibus prasentes litteras inspecturis,

salutem, & Apostolicam bencdictionem. Ad augendam fidelium Religionem, & Animarum salutem coelestibus Ecc1esi& thesauris pia charitate intenti omnibus, viriusque sexus Christifidelibus verè penitentibu$, & confessis, ac sacra communione refectis, qui Ecclesiam Sanctissimi Corporis Christi Ciuitatis Taurinensis die sexta mensis Junij, ac septem diebus, immediatè sequentibus deuote visitauerint, & ibi pro Christianorum Principum concordia, Haeresum extirpatione, ac Sancta Matris Ecclesia exaltatione pias ad Deum preces effuderint plenariam spatio prafati octiduj per unumqemque Christifidelem semel tantùm lucrifaciendam omnium peccatorum suorum Indulgentiam, & remissionem misericorditer in Domino concedimus. Volumnus autem, ut si pro impetratione, praesentatione, admissione , seu publicatione praesentium aliquid vel minimum detur, aut sponté oblatum recipiatur, praesentes nullae sint. Dat. Romae apud S. Petrum sub annulo Piscatoris die 27. Aprilis anno 1703. Pontificatus nostri anno tertio.

Sigillatae & subscriptae Oliuerius.
Imprimantur, & publicentur Taurini
12.Maij 1703.
P. A. Trabuccus Vic. Gen.
Grossus.

In seguito à questo breue l'Ilustrissimo, e Reurendissimo Monsignor Arcivescovo Michel'Antonio Vibò per. condiscendere alle pie istanze, della detta Illustrissima Città, e per soddisfare al viuo desiderio di promuouere sempre più il culto, e la venerazione verso l'Augustissimo Sacramento, non hà mancato di esortare non solo i suoi Diocesani, ma ancora i Forestieri di concorrere con vero spirito di Religione Cristiana ad una Solennità così singolare; come si può vedere dalla seguente sua Lettera.

MI C H E L'ANTONIO V I B O'

Per gratia di Dio , e della Santa Sede Apostolica
Arcivescouo di Torino.

Questa Augusta Città di Torino, che per la pietà singolare de' suoi Cittadini si è in, ogni tempo resa degna di grazie speciali appresso S. D. Maestà, trà le più distinte, che possa gloriarsi è il Miracolo in essa, successo nell'Anno di nostra salute 1453. in cui volle dare Iddio con un patente prodigio della sua Diuina Omnipotenza un contrasegno ben chiaro del suo ardente. amore verso la medesima ; Poiche derubatosi nel sacheggiamento di Isiglie il Sacro Ostensorio, in cui era riposto e conseruauasi il Santissimo Sagramento dell'Altare, fù con altre spoglie inuolto, e caricato sopra un giumento, che giunto nel centro di essa Città, & auanti la Chiesa, all'hora di S. Siluestro, e prostratosi in terra, senza opera humana scoppiossi l'inuoglio, e con forza sopra naturale salì in aria il Sagro Ostensorio; Indi cadendo questo in terra alla vista di quei Cittadini restò ferma nell'aria circondata da raggi. la Sagrosanta Ostia, finche accorsovi Monsignor Ludouico Romagnano Pastore vigilantissimo in quel tempo accompagnato dal Clero, e dal Popolo, ottenne col feruore delle communi preghiere, che discendesse

In un Ca1ice sporto da esso Prelato la medesima Ostia Sagrosanta, che processionalmente la porto à conseruare nella Chiesa Catedrale. Questo fatto seguito sù gli occhi di quei Cittadini risuegliò ne' medesimi una diuozione singolare verso l'Augustissimo Sagramento dell'Altare, la quale è andata via più crescendo sino a' giorni nostri, perche dopo hauere questa Illustris. Città eretto un sontuoso Tempio, e dedicatolo à quel Venerabile Sagramento in memoria del predetto Miracolo, introdusse non solamente l'uso di solennisarne ogni Anno il giorno festiuo; ma con maggiore e straordinari a rnagnificenza il centenario di esso, conforme resta ancor viva la memoria di molti, che furono presenti nell'Anno 1653. secondo centenario del Miracolo, & in quel tempo s'espose in detta Chiesa per trè giorni continui il Santissimo Sagramento con innumerabile concorso di Persone tanto nationali, che forestiere coll'assistenza dell'Arciuescouo nostro Predecessore del Reuerendissimo Capitolo della Chiesa Metropolitana, e di tutto il Clero Secolare, e Regolare, coll'interuento delle loro Reali Altezze, e Reale Casa, de' suoi Eccellentissimi Supremi Magistrati Collegij, & Uniuersità dello Studio. Ma perche fù considerato all'hora, che la lunghezza del corso di cent'anni da una simile solennità all'altra era per defraudare il desiderio d'una gran parte de' Cittadini di goder di tal bene, si stabilì anche per insinuatione de' Reali Principi di quel tempo di ridurre quella solennità ad ogni cinquantesimo Anno; Onde cadendo nell'Anno presente il cinquantesimo, & alli sei del prossimo Giugno il giorno di detta Festa. Questa Illustriss. Città con nostra participazione, e consenso, hà determinato di celebrarla con straordinario feruore di diuozione, e magnificenza nella forma nouamente stabilita, durabile, per tutta l'ottaua; Et essendosi degnata la Santità di nostro Signore Papa Clemente XI. corrispondere con Paterna generosità alla Pietà di questi Cittadini con la concessione dell'Indulgenza Plenaria a' chi confessato, e communicato visitarà nel giorno della sudetta Festa, ò uno de' giorni dell'ottaua di essa la sudetta Chiesa, conforme appare dal Breue in data delli 27. Aprile prossimo passsato. Quindi è che Noi per sodisfare all' obligo nostro Pastorale, e per adherire quanto possiamo al pio desiderio dell'llustriss. Signori Sindici, e Conseglieri di questa Città, esortiamo con Paterno affetto tutti li fedeli alla cura nostra commessi, e tutti li Forestieri, a' quali, perverranno le presenti di concorrere, à quella Santa Diuotione, & ad interuenire alla Solenne Processione, che si farà il medesimo giorno circa. l'hore 22. Esortiamo parimente l'uno, e l'altro C1ero à concorrere procesionalmente all'adoratione del Santissimo Sagramentogramento, che si terrà esposto in detta Chiesa, per tutta l'Ottaua secondo l'ordine, e tempo, che gli verrà da Noi assegnato, per poter rendere à S.D.M. le douute grazie d'un Beneficio tanto insigne, e supplicarla instantemente à conseruare, e concedere alle Persone delle loro A.A.R.R. e Real Casa ogni Celeste e e temporale benedittione, à questi Stati la Pace, & à questa Illma. E pijssima Città la gratia di rendersi degna della sua diuina custodia, e protezione, e di conseruarla nell'immutabile diuozione da lei sin qui singolarmente professata verso il Santissimo Sagramento à maggior gloria di Dio, & à confusione de' Nemici della sua Santa Chiesa. Cesana li. 17. Maggio 1703.

+ MicheI' Antonio Arciuescouo di Torino.

Grosso.

Volendo dunque i sudetti Illustrissimi Signori della Città, far spicare il seruorosissimo, desiderio, ond' erano accesi di dare una qualche plausibil mostra di Gratitudine alle prodigiose finezze d'un Dio Sacramentato, oltre l'hauer arricchito di finissimi Marmi il Tempio da loro eretto, e dedicato all'imortal Memoria dell'insigne Beneficio, e del sempre adorabile Benefattore, hanno impiegata l'Arte, e l'opera de' più periti Architetti, e de' più accreditati Pittori per formarne in faccia del medesimo un doppio apparato nella forma che qui viene descritta.

Si Solleuano a' fianchi della facciata di detto Tempio due gran Machine finte à Marmi, e Bronzo, che col rinserrare il lungo della Piazza, ch'è dauanti formano un'Esagono, il quale da un lato hà di mira il Palazzo della Città, e dall'altro la Piazza del Castello, che non tanto nell'esteriore, quanto al di dentro ispiega con leggiadra simetria la ricchezza e varietà degli ornamenti, che fanno in ogni parte la loro ben studiata comparsa.

La metà dell'Esagono riuolto verso il Palazzo della Città non sormonta l'altezza di 34. Piedi liprandi, e 28. Nella circonferenza, e si vede tutta l'architettura esteriore diuisa in due ordini. Nel primo quattro colonne d'Ionica proporzione ripartitamente lauorate à mattoni con due Pilastri à fianchi reggono la cornice, ed aprono negl'Intercolunnj un grand'Arco che si distende 7. Piedi, il doppio più eminente trè piedi e mezzo per la metà della circonferenza. Le porte laterali s'eleuano à dieci piedi, e si stendono à cinque; ed il loro ornamento lega in se un'Ouato figurato a Marmo bianco d'ambe le parti con le seguenti Iscrizioni.

Eucharistici Solis Domus' h&c est.
Geminam habet ille iam Regiam,
In Coelio alteram,
Alteram Taurinorum Augustae.
Altera.
Augustam Urbem,
Cuius tot portentis Deus
Fit Ciuis
Hostes timete.

Il detto Ouato va à finire nella sommità dell'Architraue sopra di cui si solleua un cartello, che formando l'Arma della Città, viene ad occupare interamente lo spazio del fregio seguito dalla Cornice del suo ordine. In

(il documento ha qui termine)

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