Menù
 
 

Mondiale F1



Notizie
  • Presentazione nuova Ferrari: il 7 Febbraio a Maranello.
  • Marzo: riparte il mondiale

Ricerca per argomento

 


 


 

 

"Uno stile inconfondibile, perfettamente in equilibrio fra l'avanguardia del design e la migliore tradizione stilistica italiana che interpreta in chiave del tutto inedita il fascino delle indimenticabili biposto da competizione degli Anni cinquanta con carrozzeria a barchetta".

Cosi' esordisce uno dei depliant pubblicitari della Fiat barchetta. E proprio da queste parole, che sinteticamente racchiudono i suoi contenuti stilistici, vuole partire la nostra panoramica su questo modello che ha rappresentato il ritorno di Fiat sul tema delle spider dopo quasi venti anni di totale assenza, e dopo che i giapponesi della Mazda, nei primi anni novanta, avevano fatto riemergere una nicchia di mercato, che successivamente e fino ad oggi ha assunto importanza sempre maggiore, in termini di volumi di vendite, ma soprattutto di immagine.
Vediamo di comprendere a fondo lo stile della barchetta.

"...ci sono elementi veramente nuovi. Che sono costituiti - non sembri un paradosso - dai numerosi ed evidenti richiami al passato" (Quattroruote n. 473 marzo 1995).

La parola magica e' retro'. Ormai un imperativo nel design degli anni 90 e del 2000. Chi non si ispira in modo evidente ai temi stilistici del passato rimane tagliato fuori dalla competizione commerciale; e non solo per le auto di nicchia. Il pubblico pagante vuole sempre piu' vedere nella propria auto quei canoni che sono propri delle auto di una volta, di quando l'automobile non era fatta al computer ma col cuore: un punto di incontro tra l'intuizione del disegnatore e la maestria del battilastra.
Ecco allora nel vecchio continente le diverse strade imboccate dalle grandi case automobilistiche in epoca recente. In Francia Renault e' stata particolarmente fervida nel proporre idee nuove, Espace, Scčnic, Spėder, Kangoo, mentre Citroeen sembra un po' smarrita dopo i fasti di DS, CX, BX e AX.
Le case teutoniche sempre fedeli a canoni austeri propri e poco avvezze a decise svolte stilistiche, sembrano aver trovato una ricetta vincente per tutti i mercati esteri oltre che per quello interno.
Italia e Inghilterra hanno invece, pur con tutte le differenze del caso, alcuni elementi comuni. Austin muore, immeritatamente, come Innocenti e Autobianchi, Jaguar e Rover come Lancia e Alfa Romeo dopo un decennio di accantonamento dell'immagine dei propri marchi, in nome di standardizzazione e sinergia, con risultati anche discutibili, stanno ora ritrovando la loro identita', e di conseguenza un nuovo successo commerciale, soprattutto in virtų di una rivisitazione delle linee dei propri modelli del passato, che si spinge fino nei dettagli interni.

In questo quadro sintetico e generale, la barchetta rappresenta un po' un' eccezione nella produzione di Fiat. Qui infatti la ricerca stilistica e' sempre protesa in avanti, con cambiamenti stilistici evidenti da una generazione all'altra di ciascun modello, pur sempre in una tipica connotazione di marca. Pensiamo al passaggio generazionale tra Uno e Punto o tra 126 e Cinquecento, tra Ritmo e Tipo e tra Tipo e Bravo, tra Argenta e Croma...
Ma nel segmento di coupe' e spider si era rimasti, fino a meta' degli anni novanta, ai ricordi, belli, di 124 sport e sport spider. Crediamo che le cose non siano state facili per decidere questo rientro da parte di chi ha fatto scuola di stile da sempre, e che aveva nel proprio albo auto come quelle citate, e, all'interno del "gruppo", una veterana inossidabile come la duetto Alfa Romeo.
Missione riuscita. Una linea inconfondibile, armoniosa anche negli interni.
Nessun compromesso: sedendosi al volante si respira inequivocabilmente l'atmosfera di una volta, ma, "dove non si vede", la
barchetta ha tutte le qualita' di una vettura moderna. La tecnologia si lascia intuire, e' sussurrata, si lascia velare proprio dalle citazioni del passato che traspirano dalle linee e dai particolari, con quel gusto retro' un po' galeotto che fa perdonare tutte le piccole scomodita' di una spider che in fondo vuole essere tradizionale.
Piu' in dettaglio allora cercheremo di vedere "l'originale" dei particolari principali, per capire l'interpretazione stilistica in chiave moderna voluta dal suo creatore, un designer greco, Andreas Zapatinas.

Questo e' decisamente connotato dalla flessuosita' dell'andamento ondiforme che si dipana dal muso fino alla coda passando per le evidenti bombature dei passaruota.
Il tutto č fortemente sottolineato dalla nervatura nella parte alta che e' l'elemento pių caratterizzante dell'auto tanto da divenirne l'elemento di identificazione anche per i piu' distratti e disinteressati al mondo dell'auto. Il tutto č fortemente sottolineato dalla nervatura nella parte alta che e' l'elemento pių caratterizzante dell'auto tanto da divenirne l'elemento di identificazione anche per i piu' distratti e disinteressati al mondo dell'auto. Ecco la prima citazione del passato E che passato! Parliamo infatti di una Ferrari. La 166, presentata per la prima volta al salone dell'auto di Torino nel 1948. Ma i richiami a quest'auto sono tali e tanti che vanno oltre al profilo laterale.



Il nome barchetta, che giustamente troviamo scritto minuscolo, e' quello di un tipo di auto e non tanto di un modello singolo. Anche se, in verita', fu proprio la Ferrari 166 a portare questo nome ufficialmente. 

Ferrari 166

Cilindrata : 2000 cc

Motore : 12 cil.

Potenza : 140 cv

Si narra che un giornalista dell'epoca, discutendo con l'ing. Carlo Felice Bianchi Alderoni della carrozzeria Touring, abbia fatto notare che la linea ricordava quella di una imbarcazione da cui il termine barchetta.La cosa piacque e divenne il secondo nome, forse anche piu' ufficiale del primo, dei vari modelli di 166: la MM, la Sport e la Inter. Quest'auto era equipaggiata con un motore di 2 litri, ovviamente a 12 cilindri, di cilindrata unitaria appunto di 166cc, che erogava ben 140CV a 6600 giri/min. e poteva raggiungere i 200 all'ora. Grazie soprattutto a queste caratteristiche vanta un gran numero di vittorie sportive, tra cui: Mille Miglia (Biondetti), G.P. del Lussemburgo (Villoresi), 24 ore di Le Mans (Chinetti-Selsdon), 24 ore di Spa Francorchamps (Chinetti-Lucas).


Nel frontale il confronto con la Ferrari 166 mostra l'interpretazione in chiave moderna delle due nervature simmetriche che da sotto i fanali si smorzano raccordandosi con la parte superiore della griglia del radiatore.Nella barchetta troviamo questo elemento in basso a definire la presa d'aria principale del frontale.




I fanali, poliellissoidali, sono carenati come nelle auto da corsa d'altri tempi e non interrompono il profilo dei parafanghi che si pronunciano al di sopra del cofanomotore. Questo, a completarne il profilo verso il centro, si piega ai lati proprio verso l'alto.




La maniglia, ripresa in toto dalle auto sportive degli anni cinquanta.

Facciamo solo due citazioni: la Fiat 8V e l'Alfa 1900 SS. La complessitā dell'apertura č pari al suo fascino...


l posteriore resta fedele a questi canoni e si presenta ancora con i parafanghi rialzati ed un profilo tondeggiante a volere ancora citare le forme di cinquanta anni fa. Da ultimo la fanaleria posteriore, ripartita in sei particolari ottici che vengono ospitati in veri e propri "intagli" della scocca e del paraurti. Anche qui l'ispirazione di base č al passato e ci fa vagamente ricordare la Ford Mustang e la Peugeot 404 cabrio, anch'esse caratterizzate da una fanaleria posteriore frazionata.


Peugeot 404


barchetta



L'abitacolo, visto dall'alto, mostra un profilo tondeggiante, particolarmente aiutato dal taglio a mezzaluna dalla cover della capote; ancora una volta ispirato alla Ferrari 166. Il volante rigorosamente a tre razze con impugnatura sportiva lascia mostrare la strumentazione.
Questa e' disposta secondo un canone circolare a seguire la rotondita' del piantone e la forma  del volante sembra adattarvisi. E qui, di nuovo, ci permettiamo di riscontrare una ulteriore nobile ispirazione, e ancora dalla 166 che fa bella mostra di tre indicatori circolari posti su due piani diversi.



Ci pare di poter dire che con la barchetta Fiat ha lanciato un prodotto tecnologicamente avanzato, i cui canoni stilistici hanno rappresentato, e rappresentano, un punto di riferimento, per l'automobilismo di nicchia non solo europeo ma anche nipponico. Un'auto con tutte le credenziali di un "instant classic".