DAL
NOSTRO MAGNACCIONE
RIC
BALESTRATE (PALERMO). Cari futuri
colleghi, questa pagina contiene alcune dritte che
potranno facilitare il vostro esame di Stato per
ottenere il famigerato tesserino di giornalista
professionista. Cominciamo con lo scritto. L'unica
cosa da fare è esercitarsi. Scrivete con la macchina
da scrivere almeno due volte a settimana, imparate a
mettere i fogli, a cambiare il nastro.
Per esercitarsi basta andare sul sito dell'ordine a
questo indirizzo: http://www.odg.it/esami/esami_scritto_sintesi.htm
Troverete le prove di alcuni anni fa: provate a
cronometrarvi, a lavorare come se fosse il giorno
dell'esame. Quel giorno vi troverete in uno stanzone,
allineati come camerato in centinaia di tavolini. Per
molti il rumore sarà assordante, per altri si tratterà
soltanto di un fruscio simile ad un giorno di pioggia.
Per quanto riguarda le domande, ecco alcuni esempi:
http://www.odg.it/esami/esami_scritto_questionario.htm
Le domande sono sempre molto generali. Il consiglio è
di farle come ultima prova. A questo indirizzo, un
praticante ha raccolto tutte le domande dal 1994 ad
oggi...
http://michelecampagnoli.splinder.com/archive/2007-04?from=30
Ecco qui uno stralcio:
OTTOBRE 2004
1) Qual è la differenza
tra service e sinergie? 2) Sequestro-stampa: in quali
casi è previsto? 3) Che cosa prevedono gli articoli 1,
3 e 12 del CNLG? 4) Il confine tra informazione
giornalistica e pubblicità. 5) La differenza tra resa
diffusione e tiratura. 6) Chi esercita la funzione
legislativa?
APRILE 2005
1) Il diritto alla
riservatezza è tutelato anche nell'esercizio
dell'attività giornalistica? 2) Scrivere un articolo
offensivo della reputazione altrui costituisce solo
illecito civile o anche reato? 3)Quante volte il Capo
dello Stato può rinviare alle Camere una legge e per
quale motivo? 4)Quali sono i dati sensibili e quale
legge li prevede? 5) Dare una definizione di imposta
tassa e accisa. 6) Chi elegge il Sommo Pontefice,
dove, come e con quale maggioranza?
OTTOBRE 2005
1) Che cos'è la vacatio
legis? 2) L'istituto della grazia. 3) Qual è il
procedimento di revisione della Carta
Costituzionale? 4) Quando è possibile pubblicare
l'immagine di una persona senza il suo consenso? 5)
Quali sono gli elementi di un titolo e la loro
funzione? 6) Impugnazione dei provvedimenti
disciplinari.
APRILE
2006
1) Quali sono
l'oggetto, il procedimento e i limiti delle leggi di
revisione costituzionale? 2) A chi appartiene
l'iniziativa delle leggi? 3) Quali sono le guarantigie
costituzionali dei membri del Parlamento? 4) Cosa
s'intende per reportage? 5) Gerarchia delle notizie:
criteri di valutazione in ragione delle
caratteristiche del giornale. 6) Che cos'è, come e
dove nasce la free press?
OTTOBRE 2006
1) La crisi di Governo
e la procedura per la formazione del nuovo esecutivo.
2) Rapporti tra Stato, Chiesa cattolica e altri culti
nella Costituzione repubblicana. 3) Differenza tra
funzione giudicante e requirente nella magistratura.
4) L'articolo 8 della legge sulla stampa. 5) In quali
casi il giornalista ha diritto al ritiro della firma?
6) Cosa sono: la giustezza, il corpo e il tipometro?
QUI UN ALTRO ESAME RACCONTATO DA UN COLLEGA
QUI DOMANDE E RACCONTO DI UN ALTRO ESAME
Quello che dovrete fare per primo sarà l'articolo di
giornale:
http://www.odg.it/esami/esami_scritto_redazione.htm
C'è un detto che all'esame vale oro: "Qui non si viene
per prendere un voto alto, ma per superare l'esame".
Quindi non affannatevi con le prove più difficili. A
mali estremi, avrete delle agenzie che dovrete
rimpastare per creare un articolo semplice semplice.
PARTE ORALE
Cari magnacci, a questo punto la parte più difficile,
o semplice, dipende dai punti di vista. Dipende
soprattutto dal vostro voto allo scritto. Ma non
abbiate timore, anche se avete preso un 36.
Se conoscete le leggi sulla stampa e quelle nella
sezione etica e deontologia dell'ordine, se conoscete
i principali articoli del contratto di lavoro
(1-2-6-8-12-32-34-35-23-17) e se conoscete le parti
fondamentali di un giornale (spalla, titolo, ecc...),
avete fatto metà esame.
Fondamentale sarà la tesina: fate una tesina semplice,
con il frontespizio semplice secondo le indicazioni
dell'ordine, che vi manderà una lettera per posta se
avrete superato lo scritto.
La tesina deve essere max 3 pagine, scritta in
carattere 12-14 interlinea 1,5. Deve essere un
passatempo per la commissione. Deve essere in stile
giornalistico, con una notizia tra le prime righe.
Deve possibilmente attrarre la curiosità dei
commissari, quindi evitate di scendere troppo nel
locale o nello specifico dei vostri interessi. Ah,
dimenticavo: ci sarà sempre un commisario tra tutti
esperto nel vostro settore, quindi se avete da da
citare leggi o situazioni, attenti che poi ve le
chiedono! Infatti, la bravura sarà quella di fare in
modo di farvi chiedere la domanda che volete voi. Non
fate capire di sapere già la risposta e ingenuamente
accennate a determinate situazioni.
Dopo di ciò ha inizio il valzer delle domande libere:
vi chiederanno cose in generale, dovrete sapere di
avere un'infarinatura su tutto.
Vi chiederanno cose di diritto pubblico, di storia
contemporanea, di attualità. Vi chiederanno di notizie
apparse nei giorni scorsi sui giornali, vi
domanderanno date e personaggi della storia del
giornalismo. Vi chiederanno leggi sulla privacy,
codici deontologici, carte dei doveri, di treviso,
vademecum, pubblicità.
Dovrete avere un'infarinatura generale dalla fine
dell'800 sino ai nostri giorni: comunismo, marxismo,
partito socialista in Italia, Dc, Prima e Seconda
guerra mondiale, motivi dello scoppio, fascismo, date,
marcia su Roma, elezioni del 46, dopo guerra, Dc, Pci,
anni di piombo, 68, tentati golpe, strategia della
tensione, mafia, br, P2, berlusconi, leggi
sull'editoria(mammì, maccanico, gasparri), radio
libere, tv locali, tangentopoli.
SCARICA
SCARICATE QUI UN SUNTO DI TUTTI
QUESTI EVENTI:
Per chi viene dalla Sicilia deve sapere bene le
particolarità dello Statuto e la storia dello Statuto.
I personaggi chiave e le peculiarità mai applicate.
Forma di governo
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La Sicilia è una Regione a Statuto Speciale (art. 116
della
Costituzione Italiana), dotata di ampia autonomia,
politica e amministrativa. L'organo legislativo è
composto dall'
Assemblea regionale siciliana, quello esecutivo
dal Presidente della Regione e dalla
Giunta di Governo, composta da 12
assessori regionali, che dal 2001 possono anche
non essere deputati (così si chiamano, unici in Italia
secondo la
Consulta, i consiglieri regionali in Sicilia).
Lo statuto speciale siciliano, emanato da
Re Umberto II il
15 maggio
1946 (quindi precedente alla Costituzione della
Repubblica italiana, che lo ha recepito per intero con
la legge costituzionale n. 2 del
1948), diede vita alla Regione Autonoma Siciliana
prima ancora della nascita della
Repubblica Italiana. Esso fu originato da un
accordo di origine pattizia (assimilabile, secondo
alcuni, ad un trattato fra due entità paritetiche) fra
lo
Stato Italiano ed la Sicilia, rappresentata dalla
Consulta per la Sicilia, in cui erano
rappresentate le categorie, i partiti e i ceti
produttivi dell'Isola, e che materialmente formulò lo
Statuto. L'Autonomismo fu un modo per svuotare il
movimento separatista, guidato dal
Movimento per l'Indipendenza della Sicilia, che
all'indomani dello sbarco alleato era uscito dalla
clandestinità in cui era stato sotto il periodo
fascista, chiedendo l'affrancamento della Sicilia
dallo Stato Italiano, che ebbre anche
un'organizzazione paramilitare, l'E.V.I.S.
(Esercito Volontario per la Indipendenza Siciliana)
guidato da
Antonio Canepa. Svanì quasi subito invece l'idea
che la Sicilia divenisse uno stato federato agli
Stati Uniti d'America. Alcuni settori della mafia
comandata da don
Calogero Vizzini di
San Cataldo che aveva intrecciato rapporti con la
CIA tramite
Lucky Luciano, gli stessi che avevano favorito
l'invasione angloamericana del luglio
1943, sostennero l'Esercito Volontario per la
Indipendenza della Sicilia, del quale un "colonnello"
era
Salvatore Giuliano, e inizialmente guardarono con
favore ai vantaggi dell'ottenere l'indipendenza.
Quando gli Stati Uniti riuscirono a bloccare la
minaccia di
Mosca e di
Tito sul Nord-Est dell'Italia, questi
abbandonarono a se stessi l'E.V.I.S. e Giuliano: al
M.I.S. non restò altro che partecipare alle elezioni
politiche per il Parlamento Nazionale, dove ottenne
alcuni seggi (Andrea
Finocchiaro Aprile,
Attilio Castrogiovanni), e 10 al Parlamento
regionale, mentre molti "capibastione" messi nel 1943
al comando dei paesi dalle truppe alleate, si
infiltrarono nei ricostituiti partiti italiani.
La storia politica di sessant'anni di autonomia
speciale in Sicilia, e dei suoi governi, ha vissuto
momenti di vivcità, che hanno portato a definire la
politica siciliana una sorta di "Laboratorio
politico", e altri più bui.
Dal 2001 il presidente della Regione non è più eletto
dall'Assemblea Regionale Siciliana, ma direttamente
dei cittadini. Il presidente del 56° governo della
Regione, eletto nel 2006, è
Salvatore Cuffaro.
L'A.R.S. (Assemblea Regionale Siciliana) è
l'organo
legislativo della Regione siciliana eletta per la
prima volta nel 1947. È composta da novanta
deputati eletti a
suffragio universale diretto. Ha sede a
Palermo, nel
Palazzo dei Normanni. Il
parlamento siciliano fu creato per la prima volta
nel
1130 da
Ruggero II di Sicilia ed è il più antico d'Europa.
Anche il
presidente della regione è eletto a suffragio
universale diretto.
Lo Statuto speciale
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Grazie allo Statuto autonomistico, la Regione ha
competenza esclusiva, (cioè le leggi statali non hanno
vigore nell'isola) su una serie di materie, tra cui
beni culturali, agricoltura, pesca, enti locali,
territorio, turismo, polizia forestale. Ogni modifica
allo Statuto, trattandosi di legge costituzionale, è
sottoposta alla cosiddetta procedura aggravata, cioè a
una doppia approvazione, a maggioranza qualificata, da
parte delle Camere.
Per quanto riguarda la materia
fiscale, la totalità delle
imposte riscosse in Sicilia dovrebbe rimanere,
infatti, sul territorio e ogni anno lo Stato Italiano
sarebbe tenuto a fornire un ammontare da stabilirsi,
con piano quinquennale, di denaro pubblico proveniente
dalle altre Regioni per finanziare la Sicilia, così
come stabilito dall'art. 38 dello Statuto della
Regione Siciliana, articolo, come quelli di tutta
la parte economica-finanziaria, ancora oggi non
applicato, tant'è che vi è un conflitto istituzionale
perenne fra Stato e Regione Siciliana. L'Italia,
ancora oggi, conferisce ogni anno solo una
anticipazione forfettaria, per cui la Regione
Siciliana vanta da decenni crediti mai saldati dalla
Nazione.
-
1. Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a
titolo di solidarietà nazionale, una somma da
impiegarsi, in base ad un piano economico, nella
esecuzione di lavori pubblici.
-
2. Questa somma tenderà a bilanciare il minore
ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in
confronto della media nazionale.
-
3. Si procederà ad una revisione quinquennale della
detta assegnazione con riferimento alle variazioni
dei dati assunti per il precedente computo.
Altro aspetto importante è contenuto nell'Art 37 dello
Statuto della Regione Siciliana
-
1.Per le imprese
industriali e
commerciali, che hanno la sede centrale fuori
del territorio della Regione, ma che in essa hanno
stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei
redditi viene determinata la quota del reddito da
attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi.
-
2. L'imposta, relativa a detta quota, compete alla
Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione
della medesima. (Anche questo articolo non è stato
sinora attuato ed inoltre le tasse dei siciliani
confluiscono nella Tesoreria Unica Nazionale e solo
una parte di esse viene poi ristornata alla Regione
Sicilia. Vi è ,quindi,ancora un conflitto costante
per la parte finanziaria fra Stato e Regione per la
mancata applicazione dello Statuto Siciliano dopo
tanti decenni. Allo Stato attuale, alla Sicilia che
produce 90% di tutto il petrolio italiano con i suoi
pozzi e le sue raffinerie, non rimane nulla in
quanto le Industrie petrolifere hanno sede legale a
Milano e pur estraendo in Sicilia, pagano le tasse
in Lombardia. Solo dal 2008,in base ad un recente
accorto fra Regione Siciliana e Stato dovrebbe avere
attuazione questo articolo.
Indipendentismo e
Autonomismo
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Da premettere che proprio per il suo status di
isola e per la sua posizione geografica nel
Mediterraneo la Sicilia ha sempre goduto, seppur
formalmente, di una discreta autonomia. Invece, le
origini di un movimento indipendentista moderno in
Sicilia sono da ricercare nei primi anni che seguirono
l'Unità
d'Italia. La data di nascita di un sentimento
indipendentista spontaneo può essere considerata il
16 settembre
1866, in cui una modesta percentuale del popolo
siciliano si ribellò, in maniera più o meno violenta,
alla "dominazione" del neonato
Regno d'Italia. Quella rivolta fu chiamata del "7
e mezzo", quanti furono i giorni che durò. La
ribellione infiammò tutta Palermo, la quasi totalità
delle città siciliani e comprendeva molte fazioni
politiche nate durante il
Risorgimento (repubblicani, filo-clericali,
filo-borbonici). Tale rivolta fu sedata violentemente
dall'Esercito
Italiano e ogni intento di ribellione in nome di
una nazione siciliana fu continuamente represso
fino alla quasi totale scomparsa del movimento. Nel
Primo dopoguerra il sentimento sicilianista
rinacque e si rispense con l'avvento del fascismo,
dopodicchè con lo Sbarco degli Alleati assunse
nuovo vigore il separatismo, si costituirono il
MIS (guidato dalla figura carismatica di
Andrea Finocchiaro Aprile), che alla fine della
Seconda Guerra Mondiale vantava più di
cinquecentomila iscritti, l'E.V.I.S.
il suo braccio militare, (capeggiato prima da
Canepa e poi da
Giuliano) e altri movimenti minori. Dopo la
fallita indipendenza e il compromesso autonomista
raggiunto con la nuova
Repubblica Italiana, l'indipendentismo siciliano
andò sempre più scemando e i consensi elettorali nei
confronti dei partiti separatisti furono sempre più
bassi, e solo alle alezioni del 1947 per l'Assemblea
regionale siciliana il MIS ottenne dieci deputati e
scomparve già alle elezioni del 1951.
Ciclicamente, gli ideali autonomisti, sembrano rinati:
nel 1951 con la Concentrazione autonomista di
Paolo D'Antoni che ottenne solo tre deputati;
nelle elezioni del 1959 con l'Unione Siciliana
Cristiano Sociale di
Silvio Milazzo che ottenne 10 deputati; nel 2001,
con
Nuova Sicilia di
Bartolo Pellegrino e
Nicolò Nicolosi, con 5 deputati; nel 2006 con il
Movimento per l'Autonomia di
Raffaele Lombardo. Vi sono poi alcuni movimenti e
forze extra-parlamentari che oltre a una maggiore
autonomia dell'isola, chiedono addirittura
l'indipendenza. Attualmente in Sicilia si contano
circa una trentina di gruppi separatisti, tra cui il
MIS (ritornato alla
politica attiva nel
2004), il
FNS e Terra e Liberazione, oltre a partiti
autonomisti, quali i già citati MPA e Nuova Sicilia,
il
Patto per la Sicilia,
Alleanza Siciliana e
l'Altra Sicilia-Antudo, tutti con una discreta
quantità di simpatizzanti o militanti.
(L'OPERA E' INTERAMENTE TRATTA DA
WWW.BALESTRATESI.IT) |