Situato in un monastero dell'XI secolo, il museo comprende una sezione archeologica con reperti dalla preistoria fino all'età romana, selci paleolitiche, neolitiche e dell'età del bronzo, corredi tombali dal VI al III sec. a.C. oltre a oggetti d'arte di età medievale e moderna. I materiali più antichi comprendono strumenti litici del paleolitico medio e superiore, provenienti da alcune grotte di Conversano e Monopoli. Presso il Palazzo Comunale, in p.zza XX Settembre, è allestita la sezione artistica dove sono presenti sculture e dipinti dall'XI al XVIII secolo.

Il Museo è ubicato presso l'ex monastero di San Benedetto, complesso monumentale di grande rilevanza storico-artistica (secoli XI-XVIII): vi è sistemata la Sezione Archeologica, con reperti provenienti dall'area del sud-est barese (dalla preistoria ad età ellenistico-romana), oltre ad oggetti d'arte di età medievale e moderna. Presso il Palazzo municipale (in Piazza XX Settembre) sono visitabili le grandi tele con Scene sulla Gerusalemme Liberata, del pittore napoletano Paolo Finoglio (1590-1645), che costituiscono il più importante ciclo del Seicento italiano di argomento non religioso.

  Monastero e chiesa di S. Benedetto


Il grande complesso del monastero e della chiesa di S. Benedetto offre non pochi elementi di interesse. Importante edificio architettonico dell'XI secolo, conserva al suo interno ricche testimonianze di arte: un suggestivo chiostro medievale con capitelli scolpiti, decorazioni a mosaico, strutture conventuali di varia natura che si aggiungono fino al sec. XVIII; la chiesa, che ha un impianto a tre navate, di cui quella centrale con cupole in asse, si è arricchita di fastosi altari barocchi, sculture e dipinti su tela, dorature e marmi intarsiati. Di autori assai noti sono i dipinti seicenteschi: Paolo Finoglio, Nicola Gliri, Carlo Rosa. Molto particolare è la storia di questo monastero, celebre per la sua denominazione di Monstrum Apuliae (Mostro della Puglia), per aver riunito prerogative giuridiche e spirituali che ne facevano sede del potere feudale sulla vicina Castellana; perciò il monastero era esente dall'autorità del vescovo locale, ma soggetto direttamente alla sede pontificia. La storia delle celebri badesse mitrate, cioè vestite con i panni e gli arnesi di un vescovo, storia lunga e complessa, ormai confina quasi col folclore locale.

    Sezione Archeologica (monastero di S. Benedetto)


I materiali più antichi consistono in strumenti litici del Paleolitico medio e superiore, provenienti da alcune grotte di Conversano e Monopoli. Le culture neolitiche, documentate da numerosi materiali in selce e ossidiana, da strumenti in pietra arenaria (asce, scalpelli, macine, percussori, ecc.) e da varie tipologie ceramiche, provengono da insediamenti del VI - III millennio a.C. dei territori di Rutigliano, Polignano, Monopoli. Particolarmente interessanti sono i reperti ceramici di cultura Serra d'Alto. Per le età dei metalli, dall'Eneolitico all'età del Bronzo e del Ferro, i rinvenimenti sono stati localizzati in tutta l'area del sud-est barese, dove il popolamento si distribuì intensamente nel corso del II millennio a.C., come dimostrano i materiali della civiltà appenninica e subappenninica. Gli stanziamenti di età arcaica e di piena eta' storica sono documentati da materiali japigi e peucezi (secc. IX - VI a.C.), cui si accompagnano materiali di importazione greca e coloniale. Particolarmente ricca ed abbondante è la documentazione archeologica relativa all'abitato indigeno prelatino, Norba - "La Forte", di cui sopravvivono nella città alcuni brevi tratti di mura megalitiche - le cosiddette "mura ciclopiche" - ed ambienti di abitazione, messi in evidenza a livello di fondazioni da recenti scavi. Il periodo meglio rappresentato e' quello ellenistico, evidenziato da pregevole vasellame del IV sec. a.C., i cui pezzi migliori sono attribuiti a ceramisti attivi in area tarantina. Si tratta della tipica ceramica apula a figure rosse, che nei corredi tombali si rinviene insieme a vasi a vernice nera, dello stile di Gnathia, del tipo
suddipinto, oltre ai tipi indigeni decorati a fasce e acromi, che costituivano il corredo di centinaia di tombe di varia tipologia: a cista, a sarcofago, a semicamera. Presenti in varie tombe sono alcuni oggetti metallici, sia di bronzo (cinturoni, tripodi, bracieri, strigili, ecc.) sia di ferro (punte di lancia e di giavellotto, lame, fibule), che in taluni casi richiamano il ruolo sociale dell'inumato, come avviene ad esempio per la preziosa armatura di un aristocratico guerriero del IV secolo a.C. Non mancano statuine femminili e piccole terrecotte figurate, monete greche e romane, oggetti ornamentali e di culto. La successione delle fasi culturali e la individuazione delle località da cui provengono i materiali inseriti nella esposizione sono illustrate mediante una ricca documentazione di foto, piante topografiche, schede storiche ed altri strumenti che compongono una "mostra permanente", con la quale il visitatore viene accompagnato ed agevolato nella lettura della esposizione. Proiezioni di video e di diapositive relative agli scavi ed alle aree archeologiche del territorio, e l'ausilio di "visite guidate" lungo itinerari tematici prefissati - eventualmente concordati prima della visita - consentono di svolgere un servizio didattico particolarmente indicato per le scolaresche. Sono disponibili pubblicazioni e materiali didattici: catalogo, pieghevole, guide.

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