SAN GIORGIO - Al Teatro comunale
di via Piave va in scena questo fine settimana la docu-fiction del giovane
regista Andry Verga dal titolo "La Jena di San Giorgio, la vera storia
di Giorgio Orsolano". Andry é nato a Johannesburg (Sud Africa) 31
anni or sono e vanta numerose esperienze presso televisioni private e alla
Rai; la sua passione per la regia lo porta a realizzare cortometraggi,
lungometraggi, documentari e videoclip musicali, anche nel tempo libero
e al di fuori dell’attività professionale. "La leggenda della Jena
di San Giorgio ha sempre stuzzicato la mia fantasia -, commenta Verga -,
tutte le volte che chiedevo a qualche mio conoscente di raccontarmi la
storia, venivano alla luce particolari sempre più inquietanti e
sorprendenti, le versioni si smentivano e s´incrociavano a tal punto
che non si capiva più chi inventava o chi tentava di ricordarsi
quello che la nonna gli aveva riferito". Ancora oggi a San Giorgio il martedì
è giorno di mercato; e il 3 marzo del 1835 era un martedì,
ma non un martedì qualsiasi, e non solo perché era l’ultimo
di Carnevale, ma perché proprio quel giorno segnò l’inizio
di una delle vicende più tragiche e drammatiche della storia canavesana.
Una storia che, come tante, tramandandosi nel tempo, si è arricchita
di particolari sempre più inquietanti, frutto della fantasia della
gente comune. La storia di un sangiorgese, colpevole di crimini tanto efferati
da valergli l’epiteto di "Jena di S. Giorgio", con il quale ancora adesso,
dopo quasi due secoli, è conosciuto dai più. La storia di
un uomo, la storia di Giorgio Orsolano, che aveva un negozio di macelleria
nella piazza principale del paese.
"Proprio da questa confusione tra
verità e leggenda - continua Andry - è nata l’idea circa
due anni fa di realizzare un cortometraggio sulla vicenda, e magari riuscire
a dare un tono di verità a tutte le voci di paese". Si è
così formato un gruppo affiatato di amici, che hanno partecipato
attivamente a questo progetto permettendone la piena realizzazione.
Giorgio Orsolano è il nome
del protagonista della storia. Condannato a morte per numerosi delitti
e orribili mutilazioni inferte a giovani vittime, Orsolano è additato
dai paesani anche come antropofago: questo lascerà in eredità
alla popolazione sangiorgese il soprannome di "mangiacristiani". Queste
vicende vengono ancora oggi ricordate dalla popolazione locale e non solo,
trovando riscontri nel Museo di Antropologia di Torino, dove è custodito
il calco della testa decapitata, e nell’Archivio di Stato, dove è
presente la Sentenza di Morte.
Il documentario di Verga si pone
come mezzo rievocativo e di approfondimento su un personaggio ancora non
del tutto conosciuto. Tramite attente indagini e ricerche storiche, si
cerca di dare un volto a questo misterioso personaggio, approfondendo l’argomento
con interviste (storici, professori, neuropsichiatri, psicologi, religiosi...)
e ricostruzioni in costume che coinvolgono l’intero paese. Sulla vicenda,
finora, sono state realizzate rappresentazioni teatrali e letterarie che
si discostano enormemente dalla realtà dei fatti. Con la realizzazione
di quest’opera, il regista vorrebbe fare chiarezza su una delle leggende
popolari più diffuse in Canavese.
L’idea originaria, riguardante il
video, era di ricostruire alcuni momenti della vita di Giorgio, intercalando
brevi interviste ad anziani del paese che raccontassero la storia a loro
tramandata. In realtà tutto è stato modificato strada facendo:
le interviste si sono estese anche a personalità di rilievo, specialisti
e studiosi che hanno tracciato un profilo più dettagliato del personaggio,
trasformando poco a poco il video non più in un cortometraggio,
ma in un documentario vero e proprio, che ha coinvolto una settantina di
persone le quali hanno messo a disposizione la loro professionalità
e il loro tempo in forma totalmente gratuita.
Il filmato integrale ha una durata
di 60 minuti, mentre la versione "corta" (più adatta a festival
e concorsi) è di 20 minuti. Il filmato integrale, come detto, sarà
proiettato domani alle 20,45 e alle 22, e domenica alle 17,30, alle 20,45
e alle 22.
c.s.