Un quarto di secolo sul soglio di Pietro, per Giovanni Paolo II. Ma non è la longevità il tratto principale di questo pontificato, che ha inciso così profondamente sulla storia recente. E non solo ecclesiastica. L'originalità del papa slavo, instancabile annunciatore del vangelo sulle strade del mondo, si è fatta sentire nei passaggi e negli snodi più rilevanti della storia recente, dalla caduta del muro di Berlino ai no ripetuti alla guerra, che hanno fatto di Giovanni Paolo II uno dei testimoni più credibili della pace, dal dialogo interreligioso al progetto di nuova evangelizzazione condotta avanti nei viaggi nei cinque continenti.
In visita ad Ivrea
In tema di viaggi papali, è
difficile dimenticare la visita pastorale che portò il Santo Padre
ad Ivrea ed in Canavese, nei giorni 18 e 19 marzo 1990. Un papa ancora
aitante, rispetto all'immagine debilitata e sofferente di questi giorni.
Ai fedeli affluiti in piazza Freguglia
il Papa propose il "coraggio di battere sulla roccia", che è Gesù
Cristo. "Il futuro del cristianesimo in questa regione dipende anche dal
vostro coraggio. Avvicinatevi alla roccia che è Cristo. Avvicinatevi
a Lui e pulsate al suo Cuore col bastone della vostra fede, perché
ne esca l'acqua della grazia, capace di dar vita alle vostre anime".
In Cattedrale il Santo Padre elencava
la caratteristiche della nuova evangelizzazione: "Evangelizzare significa,
innanzi tutto, predicare Cristo per dare agli uomini una speranza… Significa
sapersi spendere e donare perché i nostri fratelli e sorelle abbiano
un'esistenza più consona alla loro dignità di creature, di
figli di Dio…Significa impegnarsi a salvaguardare, in nome della sacralità
della vita alcuni valori fondamentali…".
Rivolgendosi agli esponenti del
mondo contadino, a San Benigno, il Papa raccomandava di "custodire i valori
dell'operosità, della solidarietà, e soprattutto il senso
di Dio".
Passando fra i computer di Scarmagno,
Giovanni Paolo II, ricordava che "L'uomo è insostituibile. Non ho
potuto entrare in dialogo con queste macchine. L'uomo può costruire
questi strumenti, ma rimane, solo lui, unicamente "immagine di Dio". Al
di sopra della 'passione' per le macchine, c'è la "passione per
l'umanità, per la sua originalità insostituibile".
E ai lavoratori della Lancia di
Chivasso ricordava che "il lavoro per sua stessa indole unisce, e che la
solidarietà spezza ogni barriera di divisione di incomprensione";
e che l'auto è diventata "per l'uomo itinerante di oggi un'altra
'casa'". Ai giovani accorsi in Piazza del Duomo, a Chivasso, dopo avere
richiamato la testimonianza di Gino Pistoni, rivolgeva l'invito ad un "coraggioso
anticonformismo: vivete abbandonati nelle mani di Dio e crescete nella
sete della Verità e dell'Amore, senza rifiutare il sacrificio ed
il dono di voi stessi agli altri".
Il vangelo della famiglia
Da Ivrea al … mondo.
Impossibile riassumere in poche
battute il senso di un magistero e di un ministero papali così poliedrici
e talora imprevedibili. Mons. Vescovo ha opportunamente suggerito di collegare
il ricordo del 25° di papato con la giornata delle famiglie. Ciò
ci permette di circoscrivere il nostro orizzonte.
Il "vangelo della famiglia" è
stato più volte proclamato e richiamato da questo papa più
itinerante che mai, attento a utilizzare le risorse della comunicazione
mediatica, in un mondo globalizzato.
Già nella enciclica introduttiva
al suo pontificato, la "Redemptor hominis" (4 marzo 1979), Giovanni Paolo
II proponeva la vocazione cristiana - dei coniugi, come dei preti e dei
religiosi - come chiamata a "servire e regnare".
E' nella "Familiaris consortio"
(22 novembre 1981), seguita al Sinodo dei Vescovi del 1980, che Papa Wojtila
espone il "vangelo della famiglia", richiamandosi al disegno divino su
di essa, ed individuandone i compiti nella "formazione di una comunità
di persone, nel servizio alla vita, nella partecipazione allo sviluppo
della società, alla vita e alla missione della Chiesa".
Alla famiglia Giovanni Paolo II
rivolge un appello semplice ed esigente: "Famiglia, diventa ciò
che sei!". C'è nella realtà umana della famiglia, su cui
risiede la benedizione del Creatore, qualcosa di fondamentale, da esplicitare
e a cui ancorare la consapevolezza dei propri compiti e dei propri doveri.
E' la famiglia "comunità di vita e di amore" (Papa Wojtila cita
il Concilio, la "Gaudium et spes", al n. 48).
La famiglia, piccola Chiesa, ha
da essere, dunque, secondo l'insegnamento di Giovanni Paolo II, "comunità
credente ed evangelizzante", pienamente partecipe della missione ecclesiale.
Nella successiva enciclica "Mulieris
dignitatem", il papa avrebbe ulteriormente richiamato l'originalità
dell'apporto femminile all'opera della Chiesa, pur ribadendo la destinazione
maschile dei ministeri ordinati.
Come non ricordare che la linea
tracciata dalla "Familiaris consortio" era già stata preparata in
Italia dal documento pastorale della CEI "Evangelizzazione e sacramento
del matrimonio" (20 giugno 1975)?
d.p.a.