Il prossimo 19 ottobre Giovanni Paolo
II beatificherà, a soli sei anni dalla morte (Guinness dei primati!)
Madre Teresa di Calcutta. Tutto il mondo festeggia la popolarissima ed
amata piccola suora di origine albanese che, nel 1948, a trentotto anni
di età, lasciò le comodità del convento di Loreto
House di Calcutta per dedicarsi ai "più poveri dei poveri", vivendo
esattamente come loro, elemosinando e condividendone tutto, per redimerne,
nei limiti del possibile, i mali fisici e spirituali. Fu così fondata
la nuova congregazione delle "Missionarie della carità", che ora
conta più di 4500 suore e 670 case in 127 nazioni (più i
rami maschili, dei sofferenti e altri).
Ma forse pochi conoscono a fondo
la sua spiritualità e sanno che questa donna, simbolo della vita
attiva a favore del prossimo, era essenzialmente una mistica. Essa stessa
ebbe a dire: "Mi sono sempre sentita attratta dalla vita contemplativa
per rimanere con Gesù e non pensare che a Lui". Un primo segno di
quest'aspetto della sua missione la madre ce lo dà assumendo il
nome di Santa Teresa di Lisieux che scelse come sua guida spirituale. Molte
analogie si possono riscontrare, come l'amore sponsale per Gesù
e, soprattutto, per Gesù crocifisso, il desiderio di vivere e soffrire
per Lui. "Gesù è l'amore che amo, la pace che offro, il malato
che curo,… il mio sposo, il mio Tutto". "Senza la preghiera continua, la
messa e l'adorazione quotidiana non sarei in grado di svolgere il mio lavoro
neanche per un'ora. E' Cristo, nella sua immagine dolorosa, colui che amo
e che servo nei volti sfigurati dalla sofferenza".
Ma le sorprese più grandi
e inaspettate sono emerse dal diario e dalle lettere inedite della madre,
conservate per decenni da Celeste Van Exem, che fu dal 1944 suo padre spirituale,
e riportate alla luce dal processo di beatificazione. Vi scopriamo un intenso
e serrato dialogo fra madre Teresa e Gesù che durò dal settembre
1946 (lei aveva trentasei anni) a fine 1947. La "chiamata nella chiamata",
a uscire da Loreto per dedicarsi ai più poveri dei poveri non fu,
come essa ha sempre lasciato credere, una nuova vocazione vissuta senza
eccessivi traumi, ma fu invece richiesta con insistenza da Gesù
a lei che era spaventata e riluttante ad accettare. Dapprincipio tentò
di resistere: "Non sono degna, sono peccatrice, sono debole. Vai, Gesù,
e cerca un'anima più degna e più generosa". Ma Cristo non
cambia idea: "Proprio perché tu sei così desidero usarti
per la mia gloria. Sei venuta in India come mia sposa, per amor mio e per
la sete che avevi di anime. E ora rifiuterai questo a me?". E: "Desidero
suore indiane, Missionarie della Carità, che siano il mio fuoco
d'amore tra i più poveri e conducano a me queste anime. Soffrirai,
soffrirai moltissimo. Ma ricorda, io sono con te. Non avere paura". Madre
Teresa non solo cedette, ma incominciò a desiderare ardentemente
il momento di partire per "apportare gioia al cuore sofferente di Gesù".
E le sofferenze non mancheranno,
le più atroci, perché (ecco il secondo segreto) dal
febbraio del 1949, sei mesi dopo la sua uscita da Loreto House, iniziò
per lei la "notte dello spirito", tremenda prova inflitta a tanti grandi
mistici, come san Giovanni della Croce e Teresa di Lisieux. Fino alla morte,
per quasi cinquant'anni, durò questa tragica situazione. Oppressa
da una sofferenza insopportabile, scriveva: "I dannati dell'inferno soffrono
le pene eterne perché sperimentano la perdita di Dio. Nella mia
anima io provo il terribile dolore di questa perdita, sento che Dio non
mi vuole,… l'oscurità mi circonda da ogni parte". Eppure nella
sua notte oscura, eroicamente scriveva: "Senza la sofferenza il nostro
lavoro sarebbe soltanto un impegno sociale. Tutta la desolazione della
povera gente dev'essere redenta, e noi dobbiamo condividerla". E poi: "O
Gesù, la tua felicità è tutto ciò che desidero.
Guardo a te sofferente e ti dico: lasciami condividere con te questo dolore".
E continuava ad amare, a lavorare,
con un perenne sorriso sulle labbra, come Gesù le aveva chiesto.
carla zanetti occleppo