NOASCA - "Chiude ai turisti il Parco
Nazionale del Gran Paradiso". Questo l'incipit, che lascia poco spazio
alla fantasia, del comunicato con cui il direttore dell'Ente Parco Michele
Ottino ha reso noto una serie di pesantissimi tagli ai servizi di accoglienza
ai visitatori dell'area protetta, sospesi a far data dal 1° ottobre
scorso. Tutta colpa dell'inattesa decisione del Ministero dell'Ambiente
di ridurre considerevolmente (circa il 15%) il fondo ordinario statale
per le spese di gestione del bilancio 2003 del Parco. "La riduzione
operata, pari a 619.880,51 Euro sui 4.372.880,51 preventivati, ha colpito
soprattutto la valutazione dei costi del personale. I fondi che rimangono
quindi a disposizione per la gestione del Parco sono insufficienti per
una qualsiasi operatività", precisa Ottino, spiegando poi come l'Ente
Parco si trovi così nell'impossibilità di rinnovare le convenzioni
con le cooperative che gestiscono i servizi turistici.
Dal 1° ottobre resteranno quindi
chiusi i centri visitatori del Parco (punti informativi primari per i turisti
in visita nell'area protetta), la Segreteria Turistica di Noasca che coordina
e gestisce tutte le informazioni turistiche del Parco e presso la quale
è presente anche un laboratorio didattico (punto di riferimento
per le scuole in visita nell'area protetta), e l'Ufficio prenotazione Guide
del Parco, sportello deputato all'organizzazione delle visite guidate e
alle attività didattiche con le scuole.
"Oltre al danno evidente verso il
pubblico - continua la nota emanata dall’Ente Parco -, conseguenza grave
della chiusura di questi servizi saranno la sospensione dell'attività
di alcuni operatori, particolarmente preoccupante in aree montane depresse
per le quali l'area protetta e il suo indotto turistico rappresentano una
delle poche occasioni lavorative, e una drastica riduzione del lavoro per
le Guide del Parco, nuove figure professionali volute dalla Legge quadro
nazionale sulle aree protette".
La questione è dei tagli
verrà discussa anche a Montecitorio, a seguito di una interrogazione
congiunta presentata dai deputati diessini Marco Chianale e Luciano Violante,
che chiedono una immediata marcia indietro del Ministero sottolineando
come l’Ente Parco avesse già provveduto in sede di approvazione
del bilancio previsionale ad una riduzione del 22% dei costi a fronte del
10% a suo tempo richiesto da Roma.