Domani mons. Luigi Bettazzi, vescovo
emerito di Ivrea, celebrerà i quarant'anni di episcopato. Nella
terza pagina si cerca di ricordare che cosa questo ministero, così
lungo e originale, abbia significato per la nostra diocesi e, più
in generale, per la società eporediese e canavesana. Ma vorrei tornare
sull'oggi di mons. Bettazzi, vescovo in pensione o, come si usa dire nel
linguaggio ecclesiastico, "emerito". L'agenda di mons. Luigi è,
oggi, più zeppa che mai. Il segretario don Renato è 'costretto'
a ripetere spesso, pazientemente: "No, monsignore non è in casa;
è a X per predicare un corso di esercizi spirituali; o a Y per tenere
una conferenza sulla Pacem in terris…". E' stato in Africa per tenere un
corso di filosofia a un gruppo di studenti, e sta preparando nuovi libri.
Il programma dell'Unitre eporediese l'annovera fra i suoi docenti più
attesi e graditi per il prossimo anno. Non tralascia di partecipare a incontri
e feste, senza riuscire a soddisfare tutte le richieste e gli inviti. Insomma
mons. Bettazzi non ha proprio alcun motivo di annoiarsi. Così ha
vissuto e vive il difficile ingresso nel… pensionamento, allorché
il distacco dal lavoro (nel suo caso: dal ministero diretto in una diocesi)
e la condizione socio-culturale, per cui un anziano è spesso avvertito
più come un peso che una risorsa, possono essere - per molti - motivo
di frustrazione e di decadimento. La valorizzazione dei propri talenti
e della propria esperienza (è ormai uno dei pochi vescovi 'superstiti'
del Concilio Vaticano II) gli consentono di essere ancora utile a molti,
come custode di una memoria preziosa (la 'stagione' conciliare e i messaggi
che di lì sono venuti) da "ricordare e raccontare". In pari tempo
la stessa esperienza conciliare e l'interpretazione che ne ha dato lo mantengono
attivo - come ricorda il successore mons. Miglio - sulle "frontiere pastorali"
che ha occupato in tanti anni, nel dialogo svolto incessantemente
anche con quanti nella Chiesa rischiano di sentirsi estranei o lontani.
A tutto questo si aggiunge l'intatta
carica umana e la dose di humour che gli fa scovare la battuta e la barzelletta
giusta per tutte le situazioni…
Spesso si parla delle condizioni
esistenziali e umane di chi vive la terza età, di chi si ritrova
con un carico di saggezza accresciuta con l'esperienza, e qualche acciacco
che avanza. Dall'esempio del nostro vescovo emerito può forse venire
qualche buon suggerimento?
piero agrano