VIVERONE - Niente fondi, eppur bisogna
andar... E' la condizione in cui si dibatte, per il momento, la neonata
Comunità collinare "Intorno al lago", l'unione di otto comuni distribuiti
nelle province di Torino, Biella e Vercelli.
I fondi strutturali di Regione e
Stato tardano ad arrivare, ma le prime iniziative sono state comunque messe
in cantiere (E, ricordano i promotori dell'iniziativa, anche incamerare
il riconoscimento ufficiale dagli uffici della Regione Piemonte non è
stato affatto uno scherzo...). I primi servizi che, a partire dall'autunno,
saranno offerti ai Comuni associati sono l'assegnazione alla Comunità
Collinare di una squadra di operai forestali, la costituzione di una commissione
di vigilanza unica per tutti i Comuni e l'informatizzazione della funzione
associata.
Sulla questione degli operai forestali,
una svolta si è avuta dopo l'incontro con l'Assessore regionale
alla Montagna e Foreste, Roberto Vaglio, che ha accolto la tesi per cui
le Comunità collinari, per poter tutelare e valorizzazione il territorio,
possano utilizzare, come già avviene per le Comunità montane,
operai forestali specializzati alle dipendenze della regione Piemonte.
Questi dovranno occuparsi, a rotazione sui comuni della Comunità,
di tutti i lavori inerenti la cura del territorio, dalla pulizia dei sentieri
e delle piste forestali, alla costruzione di muretti a secco, alla sistemazione
e alla pulizia dei torrenti e dei rii minori... Gli uffici regionali stanno
in questi giorni ultimando la selezione dei candidati, per costituire una
squadra di cinque operai forestali che verrà dislocata sul territorio
della Comunità "Intorno al lago".
Per quanto riguarda la Commissione
di vigilanza, la legge prevede che tutti i comuni si dotino di questo strumento,
che va convocato ogni qualvolta sul loro territorio si debba svolgere una
manifestazione di pubblico spettacolo o trattenimento. Vista la difficoltà
dei singoli comuni, soprattutto quelli minori, a costituire la commissione,
la giunta dell'Unione ha nominato una unica Commissione di vigilanza che
andrà ad operare su tutto il territorio della Comunità.
Rimane il grande capitolo dell'informatizzazione.
"Abbiamo ottenuto - spiega Francesco Comotto, sindaco di Settimo Rottaro,
che ha il compito di seguire questo settore - dalla Fondazione Crt il finanziamento
del programma di informatizzazione presentato dalla Comunità collinare
sul 'progetto Isacco', per circa 65 mila euro; ora, con il Csi Piemonte,
è stato definito il calendario delle attività. In una prima
fase, ancora in corso di ultimazione, si è proceduto a verificare
la dotazione informatica dei singoli comuni associati mettendoli in condizione,
ove non già collegati, di collegarsi alla Rupar (Rete Unitaria della
Pubblica Amministrazione Regionale). Una volta completata questa fase,
la Comunità potrà offrire ai singoli comuni svariati servizi
informatici, riducendo le spese di fornitura e manutenzione di software,
e uniformando le procedure. I primi servizi sono il 'Protocollo informatico
con archiviazione documentale' e 'AtoC - Servizi ai cittadini'".
Il protocollo informatico sarà
gestito via collegamento telematico direttamente dal server del Csa Piemonte.
I vantaggi sono evidenti: si potranno eliminare gli ingombranti archivi
cartacei, e si potrà ricercare velocemente qualunque tipo di documento,
che potrà essere scambiato tra le amministrazioni.
Il progetto AtoC ha invece l'obiettivo
di mettere a disposizione di cittadini e professionisti un ambiente di
lavoro omogeneo, che rappresenti lo schema comune dei rapporti cittadino-pubblica
amministrazione: rapporti che verrebbero enormemente facilitati. Tanto
per fare un esempio: il cittadino-utente avrà la possibilità
di vedere la propria situazione anagrafica e cambiare indirizzo, pagare
tasse e tributi locali, trasmettere denunce di variazione, consultare e
pagare le contravvenzioni, avere accesso all'archivio regionale dei bolli
auto, avere informazioni e comunicazioni inerenti mobilità, eventi,
interventi sul territorio, presentazione di pratiche da parte di professionisti...
In definitiva, è un primo passo per arrivare a dotare gli enti locali
più piccoli degli strumenti che consentano di offrire, nell'ambito
dei servizi, le stesse opportunità che sono garantite nei centri
più grandi.