IVREA - Il prossimo 4 dicembre 2003
ricorderemo il quarantesimo anniversario della Sacrosanctum Concilium,
la costituzione sulla liturgia del Concilio Vaticano II: un documento che,
insieme agli altri di quella storica convocazione, ha segnato una svolta
epocale nella storia bimillenaria della Chiesa e l'inizio di un cammino
tanto entusiasmante quanto impervio.
La storia della Chiesa insegna che
le grandi riforme necessitano sempre di tempi lunghi, quasi nell'ordine
di un secolo: fare un bilancio definitivo delle speranze e degli obiettivi
del Concilio sarebbe dunque prematuro. Quarant'anni sono però un
segmento cronologico che può e deve essere osservato con attenzione,
se non si vuole rischiare di allontanarsi troppo dalle direzioni originariamente
stabilite. Questa preoccupazione è stata fatta propria dalla Conferenza
Episcopale Piemontese, che ha deciso di analizzare la situazione attuale
delle nostre liturgie, verificando così quanto o come sia stata
recepita la riforma conciliare nella nostra regione. Dell'indagine è
stato incaricato il Centro studi Domenico Mosso, un'associazione nata nel
1998 che, oltre a conservare e promuovere l'eredità liturgica e
spirituale del sacerdote cui il sodalizio è intitolato, si adopera
anche - come recita il secondo articolo del suo Statuto - "per individuare,
sperimentare e proporre itinerari di ricerca e confronto sul doppio versante
del celebrare liturgico e dell'attenzione al vissuto odierno".
La ricerca commissionata si propone
di conoscere come si svolgono le celebrazioni liturgiche (dal punto di
vista della partecipazione, della comunicazione e dell'atteggiamento religioso)
attraverso due distinti questionari: il primo, a carattere più valutativo,
è rivolto a laici impegnati (gruppi liturgici, Consiglio Pastorale
o collaboratori del parroco); il secondo, un questionario "di opinione",
è indirizzato a fedeli che frequentano l'eucaristia domenicale.
Le domande attorno cui sono costruiti
i questionari si possono raccogliere in un nucleo organico: come sono stati
recepiti nella nostra regione gli orientamenti e le norme della Cep (raccolti
nel volume "La celebrazione dei sacramenti" - LDC-Esperienze, 1977)? La
lettura della Bibbia è compresa, suscita una risposta di fede? Le
comunità parrocchiali conoscono e utilizzano il “RICA” (iniziazione
cristiana degli adulti)? Come è maturata la consapevolezza che soggetto
della celebrazione è l'assemblea? Le celebrazioni sono ben preparate
o improvvisate? partecipate o fredde e lontane dalla vita concreta? Concetti
impegnativi come ministerialità e iniziazione sono entrati nella
mentalità comune e nella prassi pastorale?
Le domande sono formulate in modo
da poter stabilire confronti e paragoni con alcune ricerche passate su
tematiche simili, i cui risultati sono esposti e commentati in testi come
"La riforma liturgica in Italia" (di M. Magrassi e altri - Ed. Messaggero,
1984); "Messe a Torino" (Commissione Liturgica Diocesana - LDC, 1974);
"La religione dello scenario" (F. Garelli - Il Mulino, 1986). La
ricerca, in altre parole, vuole rilevare il livello della riforma liturgica
nelle parrocchie. Anche questo confronto può essere utile a misurare
i passi già compiuti e a osservare meglio quanto resta da fare.
La speranza è che anche una conoscenza meno casuale e limitata di
quanto avviene nelle nostre comunità, dal punto di vista della celebrazione,
stimoli e incoraggi verso la realizzazione piena del progetto di rinnovamento
liturgico partito con il Concilio.
I criteri di scelta del campione
sono rigorosamente statistici. Le parrocchie della diocesi di Ivrea
interessate all'indagine sono state sorteggiate. Questo il loro elenco:
Borgofranco, Brosso, Rodallo, Foglizzo, Lessolo, Pecco, Samone, Settimo
Rottaro, Sparone, Strambino, Casabianca, Madonna di Loreto a Chivasso,
S. Maria Assunta (Cattedrale) e S. Lorenzo Martire a Ivrea.