VIALFRE' - Maestrale, Greco, Scirocco,
Libeccio e Tramontana, i sottocampi in cui era diviso il grande campo scout
nazionale di Vialfrè, hanno visto partire i ragazzi a cominciare
dal 6 agosto in un'atmosfera carica di nostalgia per la stupenda esperienza
vissuta. Stupenda tanto per i ragazzi quanto per gli abitanti del Comune,
i cui sentimenti sono stati riassunti dalle parole del sindaco Pierluigi
Baratono (nominato Capo Scout ad honorem): "Confesso con tutto il cuore
che per me e tutta Vialfrè, questo del commiato è un momento
triste. Sono stati giorni meravigliosi nei quali abbiamo incontrato ragazzi
eccezionali con un forte obiettivo ideale comune. Grazie di cuore al mondo
Agesci". Mondo Agesci che aveva precedentemente espresso la propria riconoscenza
attraverso la parole dell'Assistente ecclesiastico don Andrea Meregalli:
"Abbiamo vissuto intensamente questi giorni insieme e, come avevamo iniziato,
concludiamo tutti insieme, sapendo che questo campo nazionale non sarà
solo una parentesi ma proseguirà nel ricordo grato"
Seimila scout divisi in 714 squadriglie,
provenienti da ogni regione d'Italia: questi i numeri definitivi di un
evento che come ha ricordato il Vescovo mons. Miglio "ci ha permesso di
metterci in ascolto delle voci e delle domande di tanti altri ragazzi del
nostro paese, ragazzi e giovani del terzo millennio già ora e più
ancora tra qualche anno protagonisti della nostra società, chiamati
a costruire un mondo più ricco di amicizia, di rispetto del creato,
di collaborazione e di sana voglia di avventura".
Valori e voglia d'avventura che
si sono manifestati nei momenti di formazione, negli spazi di riflessione,
come nelle uscite di squadriglia, che hanno visto questa massa di giovani
muoversi per le strade e i paesi della provincia, perseguendo "l'impresa"
di volta in volta loro affidata: dalle scalate in Val di Susa, alla visita
alle redazioni dei giornali, alle puntate al Parco del Gran Paradiso. Avventura
che è stata anche organizzazione rigorosa: 300.000 metri quadri
di estensione, resi idonei dall'opera di 300 volontari e numerosi mezzi,
che hanno provveduto a ricreare nella vallata i servizi essenziali per
una piccola città: luce, acqua, gas, linee adsl, servizi igienici,
docce, strade, ponticelli, staccionate, percorsi e poi ancora sala stampa,
enormi gazebo da centinaia di posti per i luoghi di riunione e per la mensa
per i 1000-1100 capi e aiuto-capi che hanno garantito la gestione del campo.
Cucine per i capi in servizio, impianti di conservazione per i cibi che
mano a mano venivano distribuiti ai ragazzi per essere dagli stessi poi
cucinati, magazzini di riserva con derrate alimentari e stock di bottiglie
d'acqua sufficienti ad alimentare comunque il campo anche in caso di problemi
gravi. Come ogni grande comunità sono stati assicurati un servizio
di comunicazione (con centrale radio), servizio di vigilanza interna, servizio
antincendio ed in ultimo, ma fondamentale, un servizio sanitario di primo
intervento comprendente un piccolo ospedale da campo con cinque medici
presenti ad ogni ora del giorno e della notte, supportati dallo speciale
camion medicale Iveco della Spedizione Overland.
Lo sforzo organizzativo compiuto
credo possa esser indicato da due dati su tutti: innanzitutto dal bilancio
sanitario, fermo a tre fratture agli arti superiori per cadute e due appendiciti
acute, e in aggiunta dal lavoro compiuto dai 300 scout che, chiuso, il
campo si sono rapidamente prodigati a riportare l'area in condizioni assolutamente
perfette, così da far dire al sindaco Baratono: "Questa avventura
ha segnato profondamente Vialfrè, che intende ospitare altri incontri
scout e rinnovare l'intensa, proficua collaborazione con i dirigenti ed
i responsabili dell'Agesci".
(Le fotografie sono tratte dal sito
www.agesci.org).
d.s.f.