"Dopo questa calda estate, abbiamo
ripreso le nostre pubblicazioni", avremmo voluto scrivere. Invece il solleone
e l'afa continuano imperterriti e, con essi, la sensazione d'estate si
prolunga all'infinito. Ciononostante, noi del "Risveglio" abbiamo ripreso
il nostro lavoro, nella nuova sede in cui, nel frattempo, ci siamo trasferiti,
non lontano dalla precedente (Via Warmondo A. 11, ex Seminario Minore,
ex Istituto per Geometri, primo piano). Venite a trovarci, vedrete come
siamo sistemati.
La cronaca locale ci rinvia, oltre
ad alcuni eventi estivi di rilievo (si pensi al grande raduno nazionale
dell'Agesci, tenutosi a Vialfré), a problemi non proprio inediti,
quali sono quelli che riguardano l'occupazione e il lavoro sul territorio
canavesano. Non nuovi, talvolta aggravati.
Sullo scenario più ampio
- nazionale e internazionale - oltre ad alcuni tormentoni estivi e post
(sono morti più anziani in Francia o in Italia per effetto del caldo?
Cosa cambierà nelle pensioni? Inizierà il campionato di calcio?
Vale la pena di abbonarsi a Sky tv? Quali sono state le spiagge più
in? Qual è l'ultima fiamma di Christian Vieri?…), abbiamo assistito
alla tragica recrudescenza del terrorismo: l'affossarsi (almeno per ora)
della Road Map, che pure aveva acceso qualche tenue speranza, e il complicarsi
della situazione irachena, dove si muore come prima e più di prima,
sembrano fungere da detonatori per il terrorismo internazionale, soprattutto
per l'enorme galassia del fanatismo islamico.
All'epicentro del terremoto, ci
sembra, sta ancora la Terra Santa. Il rinvio sine die delle prospettive
di pacificazione fra i due popoli spiana la strada alla disperazione e
alla violenza. Agita fantasmi di rappresaglia cieca, che si materializzano
nei recenti, brutali attentati. Il cardinal Martini, tornando da Gerusalemme,
ha parlato di "idoli" da smascherare e da abbattere. Per ora essi sembrano
invincibili. E l'antidoto alla loro azione, se mai lo si è cercato
davvero, non lo si è ancora trovato.
piero agrano