ALBENGA - Domenica 4 maggio, ore
9,15. Eccomi alla stazione di Albenga. Con passo veloce mi dirigo verso
il centro cittadino, cercando di individuarlo attraverso lo scorcio di
qualcuna delle tante torri che caratterizzano la zona storica.
Finalmente intravedo il campanile
della cattedrale e la torre del Comune, e dopo pochi passi… toh… ecco il
sindaco di Caluso, on. Chianale, il vice-sindaco Suriani, l'assessore alla
cultura Giacone, tre vigili calusiesi… insomma pare di essere in piazza
Valperga a Caluso. Stanno parlando col can. Umberto Busso, parroco della
cattedrale. Con loro anche Guido Forneris, l'animatore di questo incontro.
Saluto e chiedo se i calusiesi in
pullman sono già arrivati. Non dovrebbero tardare, mi dicono, e
infatti dopo pochi minuti ecco "l'armata" calusiese giungere nella Piazzetta
dei Leoni, dietro la cattedrale, dove l'Unitré di Albenga ci accoglie
con canti e un rinfresco. E tra un canto e l'altro giunge anche a salutarci
il vescovo locale, mons. Oliveri, che subito dopo dovrà lasciarci
perché impegnato con le cresime.
Terminato lo spuntino, accompagnati
da guide esperte, ci rechiamo a visitare il monumento più interessante
di Albenga: il battistero, una costruzione che risale alla prima metà
del V secolo e che può essere considerato il più bel monumento
paleocristiano della Liguria.
All'interno della Loggia Comunale
vediamo poi altri reperti archeologici, fra i quali anche una delle presunte
tombe di San Calocero. La visita guidata prosegue col museo diocesano,
che conserva interessanti quadri, arazzi e reliquiari; fra questi un bellissimo
busto in argento, che doveva contenere in passato le ossa del cranio del
patrono calusiese.
Si è fatto mezzogiorno, e
al gruppo calusiese si è unito anche Gigi Barbero, a rappresentare
la minoranza consigliare di Caluso. E' ora di mettere le gambe sotto il
tavolo, ma un gruppetto di noi si reca ancora a dare uno sguardo, dal nuovo
ponte sul Neva, agli scavi archeologici della zona di San Clemente, scavi
che rischiano di sparire a una prossima alluvione, perché proprio
sul greto del torrente.
Dopo pranzo si gira in ordine sparso,
ma alle 15 siamo tutti presenti all'appuntamento presso i locali
dell'Azienda di soggiorno per l'inaugurazione dell'interessante mostra
sull'iconografia del martire Calocero in Canavese e in Ingaunia (nome un
po' insolito, ma che indica la zona di Albenga). La mostra è stata
curata da Guido Forneris, che da tanti anni frequenta questa parte di Liguria
e che ha accolto con slancio la proposta fattagli tempo fa dall'assessore
alla cultura di Albenga, Gerry Delfino.
Nell'ampio salone sono esposte le
fotografie, che illustrano come il culto al martire Calocero abbia destato
interesse nelle due popolazioni, e come sia stato rappresentato. Nel territorio
ligure, oltre che ad Albenga, abbiamo tracce di questo culto a Cisano sul
Neva, a Vendone e a Balestrino, tre comuni della provincia di Savona; mentre
in Canavese, oltre che a Caluso vi sono dei riferimenti a Barone e nei
pressi di Castelrosso. La mostra verrà riproposta a Caluso in occasione
della patronale la seconda domenica di ottobre.
Sono le 16, e dal salone della mostra
passiamo in cattedrale per la S. Messa celebrata dall'arciprete don
Silvio Faga che, al termine, guiderà anche la processione.
Oltre all'urna contenente le reliquie di San Calocero, si portano in processione
altre due urne con le reliquie dei santi Pietro e Faustina.
Per l'occasione della nostra visita,
alle urne si è unita anche la statua di San Calocero del comune
di Cisano; l'attenzione di tutti noi, però, è attratta da
due grandi crocifissi, uno di 50 kg e l'altro di circa 150 kg, in legno
e argento, portati in equilibrio da baldi e robusti giovani (e meno giovani)
appartenenti a una confraternita locale.
La processione termina in cattedrale,
dove don Silvio impartisce la benedizione solenne. In chiusura il parroco
della cattedrale, salutando e ringraziando i calusiesi presenti, ricorda
che il prossimo appuntamento sarà a Caluso, per la festa patronale.
Toccherà agli albenghesi salire in Canavese, e noi siamo sicuri
che faremo una bella festa.
Alle 18,30 ripartiamo in pullman
da Albenga, con la paura di incontrare un traffico enorme: tutto fila liscio,
e alle 22 siamo di ritorno, felici per la bella giornata.
Chissà cosa ne penserà
San Calocero; forse non avrebbe mai immaginato che dopo circa 1900 anni,
grazie al suo ricordo, due comunità lontane e diverse si sarebbero
incontrate e avrebbero dato il via ad uno scambio che sarà certamente
fruttuoso; o forse già lo sapeva e anzi, come ha sottolineato don
Silvio, probabilmente in tutto questo c'è di mezzo il suo zampino!
Un grazie di cuore anche a lui.
g.g.