TORINO - L'inceneritore? A Volpiano
o a Torino. Alla fine la politica ha ripreso in mano le redini della spinosa
vicenda, e ha decretato che i siti da valutare, per l'insediamento del
termovalorizzatore, saranno tre: quello di Volpiano e quelli torinesi di
via Settembrini e strada del Francese. Questo dopo che la commissione tecnica
"Non rifiutarti di scegliere" (meglio nota come "Commissione Bobbio"),
aveva stilato una classifica di ordine tecnico nella quale, ai primi posti,
erano il sito volpianese e quello dell'area industriale Pis di Chivasso.
Come si ricorderà, la proprietà del sito chivassese - di
fatto con il consenso dell'amministrazione comunale - si era "sfilata"
dalla graduatoria, individuando un escamotage grazie al quale il suo sito
non avrebbe più avuto le caratteristiche tecniche necessarie per
ospitare l'impianto.
Nelle scorse settimane i Comuni
e i Consorzi di gestione dei rifiuti interessati alla localizzazione dei
siti per la discarica e il termovalorizzatore dell'area sud est della provincia
torinese si sono incontrati a Palazzo Cisterna con la presidente della
Provincia Mercedes Bresso e con l'assessore alla pianificazione ambientale
Giuseppe Gamba. Nel corso della riunione il vicesindaco di Torino, Marco
Calgaro, ha proposto di affiancare al sito per il termovalorizzatore di
Volpiano anche le due aree sopra citate: la proposta è stata ovviamente
accolta, e ha condotto alla firma, da parte dei Consorzi, di un'integrazione
ai protocolli d'intesa precedentemente assunti, per avviare la comparazione
fra i tre siti. La Trm (Trattamento rifiuti metropolitani, società
per azioni costituita da Amiat e dai Consorzi Aisa, Catn e Ccs) inizierà
da subito le procedure di valutazione di impatto ambientale sui siti candidati,
e verificherà lo stato di acquisizione delle aree. L'obiettivo è
quello di completare gli studi ambientali entro l'anno, in modo che la
Trm, a cui compete la titolarità del progetto per il termovalorizzatore,
possa avviare i lavori.
Se la decisione assunta dalla giunta
torinese - tra mille perplessità - ha fatto infuriare i Comitati
di cittadini di Mirafiori Sud e della zona nord della città, nonchè
le Circoscrizioni interessate, è stata accolta con sollievo e soddisfazione
al di fuori del capoluogo. "E' una decisione per la quale ci battiamo da
tempo - sostiene il sindaco di Montanaro Riccardino Massa -: noi ci siamo
affidati con piena fiducia alla Commissione Bobbio, ma quando Chivasso
si è chiamato fuori, dopo essere stato indicato in testa alla graduatoria,
abbiamo detto con chiarezza che era giunto il momento che le decisioni
si assumessero a livello politico". Il che significa: la città di
Torino, che produce il 75% dei rifiuti della zona interessata al termovalorizzatore,
non può lavarsene le mani. "E alla fine Torino - prosegue Massa
- si è assunta le sue responsabilità, e questo ci soddisfa
e ci fa guardare con grande rispetto alla sua amministrazione comunale".
Il sindaco montanarese ricorda anche che la questione ha risvolti pratici
particolarmente rilevanti, per il suo paese: perchè anche Montanaro
aveva un sito tra i primi in classifica come potenziale sede di inceneritore;
ma ancor più perchè, con Torrazza e Foglizzo, è "sul
podio" tra i candidati a ospitare la discarica. "E avevano iniziato a circolare
voci preoccupanti - aggiunge Massa -, del tipo: dal momento che non riusciamo
ad accordarci per l'inceneritore, iniziamo a realizzare la discarica, poi
risolveremo l'altro problema. Ma i patti erano ben diversi: l'iter per
il termovalorizzatore e quello per la discarica sarebbero dovuti procedere
di pari passo, perchè la discarica avrebbe dovuto ospitare solamente
le ceneri inertizzate, residuo di combustione dell'inceneritore. Il mio
collega foglizzese Giuseppe Bertolino e io, eravamo pronti a fare le barricate,
di fronte a un'ipotesi diversa: non siamo assolutamente disposti ad accogliere
sul nostro territorio una discarica 'tradizionale', per rifiuti indifferenziati,
portandoci in casa una potenziale bomba ecologica tipo l'impianto di Basse
di Stura. Per fortuna sembra che la linea che noi abbiamo sempre sostenuto
sia ormai un patrimonio comune. Noi intanto continuiamo a vigilare, perchè
nessuno cada in tentazione...".
m.s.