IVREA - Si divide il fronte del sindacato
sulla trattativa riguardante Cms, l'azienda di Scarmagno che aveva annunciato
110 esuberi per risolvere la crisi. Mercoledì scorso nella sede
dell'Associazione Industriali si è svolto il terzo incontro tra
Fim, Fiom e Uilm e i vertici dell'azienda, mentre i lavoratori organizzavano
un presidio all'esterno dell'edificio. Non si è però raggiunto
alcun accordo, e ora la vertenza si sposterà negli uffici della
Regione.
I responsabili di Cms hanno ribadito
la necessità di fare ricorso alla mobilità, pur se per un
numero di lavoratori di molto inferiore (potrebbero essere al massimo una
quarantina), e soltanto per coloro che hanno le condizioni per andare in
pensione. Contemporaneamente, però, verrebbe richiesta la cassa
integrazione straordinaria di un anno per 120 dipendenti. La proposta trova
piena contrarietà nella Fiom: "Non si può definire convincente
- dice il segretario canavesano, Federico Bellono - un piano industriale
che ha come obiettivo la riduzione del personale. E' un passo verso il
declino, non ci sono garanzie per chi resta".
Più favorevole la Fim. "Questa
proposta - spiega Donato Spinazzola - è un passo avanti positivo,
anche se restano molti punti da chiarire per non ritrovarci, fra un anno,
a fare ancora i conti con gli esuberi". Soddisfazione a metà, infine,
tra i rappresentanti della Uilm. "L'azienda ha comunque presentato una
proposta - dice Alberto Mancino - e, per la prima volta, si ipotizza l'uso
di altri strumenti. Non dimentichiamo che finora si è parlato di
110 esuberi. Cassa integrazione e mobilità insieme possono andar
bene, purchè ci siano garanzie".
Lunedì scorso, intanto, si
è tenuta la prima verifica trimestrale sulla situazione di Olivetti
Tecnost dopo l'annuncio di fusione tra Olivetti e Telecom Italia. I vertici
dell'azienda hanno escluso che le modifiche societarie possano avere riflessi
sul piano di rilancio di Tecnost, sia per quanto riguarda il marchio che
le attività industriali. Oggi ci sono ancora 230 lavoratori in cassa
integrazione. "Ci sono ancora molti dubbi da chiarire - dicono i sindacati
-. Sarà fondamentale la verifica di maggio, dopo un anno dall'accordo
sul piano".
Notizie tutto sommato buone, infine,
per la vertenza Elea. L'altro ieri è stata raggiunta un'ipotesi
di accordo sul trasferimento della sede eporediese a Milano. L'azienda
si farà carico del trasporto dei 50 lavoratori, che potranno anche
beneficiare della riduzione di orario (da 8 ore a 7 ore e 15 minuti). L'accordo
non è stato sottoscritto dall'Assindustria.