LOCANA - Ad ogni consultazione annuale
dell’andamento demografico dei Comuni di montagna, ci si accorge che la
popolazione diminuisce continuamente. Per fare un esempio, nella sola Valsoana
e nei suoi valloni laterali, dal dopoguerra a oggi i residenti sono diminuiti
di oltre l’80 per cento. Un segno evidente che le forze giovanili non nutrono
più fiducia nell’avvenire di un territorio in cui i vari settori
dell’economia languono da troppo tempo: l’agricoltura è sempre meno
redditizia; per l’industria le notizie non sono certo confortanti, visto
che l’Aem e le industrie dell’indotto Fiat sono in crisi profonda; lo stesso
turismo appare alle corde, nonostante gli incentivi in favore delle valli
che non partecipano alle olimpiadi invernali del 2006.
E’ per questo che si devono salutare
con soddisfazione due iniziative, rispettivamente della Regione e della
Provincia in favore delle aree di montagna. La prima è una proposta
di legge avanzata dal consigliere regionale di minoranza Giancarlo Tapparo
che prevede provvidenze e incentivi per gli immigrati di origine piemontese
che portino la loro residenza in comuni montani o collinari svantaggiati.
Il ragionamento di Tapparo è molto semplice: nelle ondate immigratorie
che negli ultimi anni hanno interessato il nostro Paese, è da qualche
tempo riconoscibile un particolare flusso proveniente da nazioni dell’America
Latina (Argentina, Perù e Uruguay, soprattutto), che un secolo fa
erano esse stesse meta dell’emigrazione dal Piemonte e che oggi vivono
invece una fase di enorme difficoltà economica. Sono sempre di più
(almeno un migliaio nello scorso anno nel solo Piemonte) gli “oriundi”
che ripercorrono all’inverso il cammino dei loro antenati nel desiderio
di una vita migliore. E poichè spesso è difficile predisporre
per loro una degna accoglienza, perché non pensare di farlo nei
Comuni montani a rischio di spopolamento? Gli incentivi proposti per chi
“ritorna” potrebbero includere contributi ai Comuni per le ristrutturazioni
di edifici pubblici destinati ad abitazione dei nuovi arrivati, un premio
di insediamento a fondo perduto al momento dell’arrivo (aumentabile per
ogni figlio minorenne a carico), un contributo a fondo perduto per 5 anni
per l’affitto dell’abitazione o un contributo per la ristrutturazione dell’abitazione
di proprietà, mutui agevolati, copertura totale per 2 anni
delle spese di trasporto per raggiungere il posto di lavoro o per la scuola.
L’altra iniziativa è un progetto
messo a punto congiuntamente dalle Provincie di Torino, Trento, Imperia
e Cuneo e mirato alla valorizzazione e riqualificazione di antichi mestieri
della montagna. Strumenti privilegiati per la realizzazione di questo progetto
sono il reperimento, l’archiviazione e la diffusione di materiali video
riguardanti le più diverse lavorazioni artigianali tradizionali
delle aree alpine italiane, molte delle quali a rischio di estinzione.
Ma non si tratta di una operazione che si limita a guardare al passato
per salvaguardarne la memoria: l’obiettivo è anche puntare al futuro
per creare sviluppo, come precisa l’assessore provinciale alla cultura
Valter Giuliano: “Dai battitori di rame ai posatori di lose, le professionalità
della montagna sono in grado di dare opportunità professionali anche
ai giovani. Certo, prima di cercare lavoro è importante saper lavorare:
e decisivo in quest’ottica diventa preservare e tramandare questi antichi
saperi della gente di montagna”.
piero valesano