Mi chiamo R. e ho 15 anni.
Tio Danilo mi ha chiesto di raccontare la mia storia. Provo un po' di vergogna
nel raccontare cose mie e della mia famiglia; lo faccio solo perché
voglio che chi mi ha aiutato e continua ad aiutarmi, sappia come è
cambiata e come è bella adesso la mia vita.
Sono la più grande di quattro
sorelle e sono nata dalla prima unione di mia mamma con un uomo molto più
anziano di lei. Mio papà si é sempre preoccupato della famiglia.
La mamma, invece, dopo circa tre anni di unione stabile ha cominciato a
bere e a prostituirsi.
Sono stata allevata tra le bugie
sul mio vero padre e sulle mie sorelle. La mia prima infanzia é
trascorsa in un ambiente di prostituzione; tanto che il sesso a pagamento
per me era una cosa più che normale e probabilmente l'unica maniera
di farlo.
Quando ho compiuto i sette anni,
la mamma mi ha obbligata a partecipare, anche se in forma parziale, a quegli
atti; e il mio coinvolgimento é sempre aumentato, fino al
momento in cui ho raggiunto la pubertà. Allora la mamma mi ha venduta
a un vecchio che mi ha fatto diventare donna. Ho passato circa un anno
prostituendomi, poi sono stata arrestata e consegnata al Giudice dei Minori,
il quale, dopo una tirata di orecchie a me e alla mamma, mi ha rimessa
in libertà. La mamma si é spaventata molto e ha deciso di
ritornare a vivere con me in campagna, nella casa della nonna, dove ho
avuto modo di conoscere meglio le mie sorelle.
Il periodo che ho passato in casa
della nonna é trascorso tra alti e bassi: la mamma mi faceva sentire
in colpa, perché non guadagnavo più soldi per vivere e io
ero molto dispiaciuta per le privazione che le mie sorelle dovevano subire.
A un certo punto la mamma decise
di andarsene a Brasilia, per disintossicarsi dall'alcool. Per noi quattro
sorelle, rimaste sole con la nonna, incominciarono le difficoltà.
Senza cibo, passavamo tutto il giorno nel bosco alla ricerca di frutti
e radici. Nei giorni più sfortunati mangiavamo lucertoloni e lumache.
Qualche volta qualcuno dei vicini ci dava un piatto di riso e fagioli.
Passammo quasi sei mesi in queste condizioni, poi una mia sorella si ammalò
e venne portata all'ospedale. La diagnosi fu: estrema denutrizione e una
grave infezione in testa, causata dalle larve dei pidocchi.
Ma non tutto il male viene per nuocere:
é all'ospedale che tio Danilo conobbe la situazione di mia sorella
e venne nominato suo tutore. Mia sorella venne ospitata nella Casa delle
bambine, nel Progetto Catavento, a Barreiras.
Nei mesi successivi tio Danilo venne
a visitare la casa di mia nonna e si rese conto che la situazione era ad
alto rischio; così decise, con l'autorizzazione del Tribunale dei
Minori, di ospitare anche me e le altre mie sorelle nella casa delle bambine.
Sono circa due anni che vivo nella
casa: qui ho imparato a conoscere i veri valori e a pensare la mia vita
in modo diverso. Adesso so che per me il futuro sarà migliore.
Purtroppo nel mio cuore ho un grande
dispiacere: la mamma non ce l'ha fatta e continua a prostituirsi per poter
bere. A volte mi chiedo che fine avrei fatto se il Signore non avesse messo
sulla mia strada un angelo custode.
R.