TORINO - 246 Comuni sugli oltre 1200
piemontesi: sono gli "eletti" che, secondo la scelta della Giunta regionale,
entrano a far parte del novero dei "Comuni turisticamente rilevanti". Nel
Canavese e nelle Valli di Lanzo (ovvero nell'ambito di riferimento dell'Atl
3) sono 31 quelli che corrispondono ai criteri "oggettivi" - così
li ha definiti l'assessore regionale Ettore Racchelli - individuati dall'esecutivo
piemontese. "La Regione - spiega Racchelli - potrà stabilire di
assegnare ai Comuni che ricadono in questa categoria corsie preferenziali
nei criteri per l'erogazione di contributi regionali per le manifestazioni
d'interesse turistico, contributi alle associazioni no profit, finanziamenti
all'impresa turistica privata attraverso i nuovi bandi della legge 18 e
agli enti pubblici con la legge 4. Gli esercizi commerciali di questi Comuni
potranno fruire delle deroghe previste dalla legge per orari d'apertura
particolari, come le aperture domenicali, festive e serali".
I criteri per essere considerati
"Comuni turisticamente rilevanti": possedere almeno 150 posti letto in
strutture ricettive, registrare almeno 5 mila presenze turistiche all'anno;
oppure avere almeno 100 posti letto in strutture ricettive, ma possedere
un "indice di specializzazione turistica” uguale o superiore a 5 (l'indice
è uguale al rapporto tra il numero dei posti letto diviso per il
numero di abitanti e moltiplicato per cento); o ancora, i Comuni che, pur
non avendo ricettività significativa sul territorio (e che quindi
fanno riferimento alle strutture ricettive dei centri vicini), hanno realtà
culturali o naturalistiche di rilievo, che determinano interessanti flussi
turistici o sono meta di turismo giornaliero; e infine i Comuni in cui,
dall'esame dei dati statistici forniti dall'"Osservatorio turistico regionale",
risulta una notevole presenza di seconde case.
Al di là dell'elenco dei
246 Comuni turistici, ne è stato stilato un secondo, comprendente
altri 771 Comuni "di seconda schiera" (la definizione regionale è
"tipologicamente significativi"), che posseggono solo alcuni dei requisiti
sopra indicati.
La sortita di Racchelli è
riuscita nell'intento di scatenare un vero putiferio. Le reazioni degli
esclusi sono fioccate da ogni parte del Piemonte, e non soltanto per motivi
meramente campanilistici. Per rimanere dalle nostre parti, si segnala l'interrogazione
urgente a Ghigo e Racchelli del consigliere Giancarlo Tapparo, che ha immediatamente
chiesto il ritiro della delibera di Giunta. "Rilevo - dice Tapparo - che
sono stati esclusi Comuni e realtà a spiccata vocazione turistica
o in costante crescita in questi ultimi anni, basti pensare a Ceva, Dogliani,
Canelli, Gavi, Costigliole; e in provincia di Torino a Chieri e Carmagnola,
a Caluso, Castellamonte, Rivarolo e San Benigno nel Canavese... Mi piacerebbe
sapere con chiarezza secondo quali criteri è stata effettuata la
scelta".
Ancora più duro il sindaco
di Caluso, onorevole Mauro Chianale. "E' la goccia che fa traboccare il
vaso - dice inferocito -; è l'ennesimo esempio di come Racchelli
gestisce il suo assessorato. Ma io mi chiedo: come si è potuto escludere
Caluso? A parte il fatto che i 150 posti letto li abbiamo, e che solo durante
la Festa dell'Uva in città arrivano almeno 20 mila visitatori; come
si può non tenere presente che Caluso è la più importante
Città del Vino della provincia di Torino, che è punto di
riferimento delle Strade del Vino, che possiede ristoranti segnalati sulle
migliori guide turistiche, che accoglie la sede non solo del Consorzio
di tutela dei vini doc canavesani, ma anche quella della Federazione dei
Consorzi dell'Alto Piemonte, che ha beni storici e culturali di grande
rilevanza, come il Castellazzo, il chiostro francescano seicentesco, palazzi
e chiese di pregio...?". L'onorevole punta il dito sull'assessore regionale:
ha fatto di testa sua, ha voluto mostrare il suo decisionismo e non si
è minimamente preoccupato, come avrebbe dovuto prima di presentare
la delibera, di confrontarsi con le Province e con le Aziende Turistiche
Locali.
E dopo la levata di scudi, l'assessore
Racchelli è corso immediatamente ai ripari e ha convocato, lunedì,
una riunione con i rappresentanti delle Province e delle Atl. Dall'incontro
è emersa la decisione di dar vita a un tavolo di lavoro, con i rappresentanti
delle province piemontesi e di alcune Atl, per mettere a punto gli ulteriori
criteri che individuino le specifiche tipologie di "prodotto turistico":
criteri che andranno ad aggiungersi a quelli già applicati, perché
previsti nella legge regionale 75 sul turismo (datata 1996), che hanno
permesso di stilare il primo elenco dei 246 Comuni. "Il tavolo di lavoro
- sostiene l'assessore - permetterà di individuare in tempi brevissimi
nuovi criteri più specifici su singole tipologie di prodotto, come
l'enogastronomia. Così potremo identificare ulteriori Comuni turistici
che andranno a integrare l'elenco già pubblicato. Sia ben chiaro,
però, che Regione e Province si impegnano anche a definire insieme
nuove regole cui dovranno ottemperare i Comuni, che in futuro vorranno
essere definiti turistici: fra queste sicuramente l'innovazione tecnologica
e il contributo attivo al sistema turistico regionale, sia sotto forma
di abbattimento di oneri di urbanizzazione per le imprese turistiche, sia
in termini di apertura di sportelli Iat". Perchè, ricorda Racchelli,
non vogliamo dimenticare nessuno, ma nemmeno vogliamo disperdere fondi
su realtà che non hanno i requisiti necessari.
"L'assessore - spiega Celestino
Geninatti, presidente dell'Atl Canavesana, che ha preso parte all’incontro
di lunedì - ci ha fatto capire che ha voluto dare uno scossone al
settore, visto che la legge del 1996 giace praticamente inapplicata. Ha
voluto, ci ha detto, gettare un sasso nello stagno". "Il sasso ce l'ha
gettato in testa", commenta caustico il sindaco di Caluso. Che, pur soddisfatto
degli ultimi sviluppi, il modo di comportarsi di Racchelli proprio non
riesce a mandarlo giù...
m.s.