CALUSO - I giorni - anzi, i "days",
tanto per mostrare un po' di vocazione internazionale - del Caluso Passito,
la punta di diamante dell'enologia canavesana. Per il terzo anno consecutivo
il Consorzio di tutela dei vini doc di Caluso, Carema e Canavese, con il
sostegno della Provincia di Torino di quella di Biella, della Regione e
dell'Atl del Canavese e delle Valli di Lanzo, mette in campo la sua macchina
organizzativa per offrire al pubblico - si spera sempre più ampio:
l'anno scorso, comunque, si era già superata la lusinghiera quota
di 700 visitatori - un "faccia a faccia" con il vino liquoroso calusiese,
prodotto di eccellenza assoluta, ormai secondo solo al mitico Passito di
Pantelleria.
Nelle giornate di domani (sabato
22) e di domenica 23 febbraio, tredici produttori del territorio delle
doc canavesane - e quindi di Caluso, ma anche di Mazzè, San Giorgio,
Cuceglio, Agliè, fino a spingersi a Ivrea e più in là
ancora, a Piverone, ai confini con il biellese - aprono le porte delle
loro cantine per far visitare le "passitaie", locali appositamente adibiti
all'appassimento delle uve di Erbaluce per ottenere il prezioso vino ambrato.
Per essere più specifici, spieghiamo che le uve vengono poste a
essiccare nei solai, su graticci o appese a fili, dal momento della vendemmia
settembrina fino a fine febbraio, o addirittura a inizio marzo. Quindi
si passa alla produzione, ma il vino, prima di essere consumato, dovrà
invecchiare per almeno quattro anni. Il Caluso Passito, come si è
soliti dire in questi casi, è un tipico vino "da meditazione", da
centellinare in tutta tranquillità; ma va detto che si abbina magnificamente
alla pasticceria secca, e anche a formaggi piccanti e aromatizzati alle
erbe.
I due "Caluso Passito days" si concludono,
domenica dalle 15 alle 18, nella cornice prestigiosa della sangiorgese
Villa Malfatti, dove i vini vengono presentati per la degustazione in abbinamento
ai dolci delle Pasticcerie Storiche del Canavese.
"Il passito - ha spiegato Gianfrancesco
Orsolani, presidente del Consorzio di tutela, in sede di presentazione
dell'evento - rappresenta l'eccellenza della nostra produzione, ma non
va scordato che l'Erbaluce, il Carema e il Canavese hanno raggiunto anch'essi,
mediamente, ottimi livelli qualitativi. Per questo è importante
lavorare per imporli anche sul mercato della ristorazione locale: in Canavese
ancora troppo pochi ristoranti presentano vini nostrani. La colpa di questo
stato di cose va ripartita tra gli esercenti, a volte pigri e poco lungimiranti,
e noi produttori, incapaci di presentare a dovere la qualità che
i nostri vini hanno raggiunto. C'è da lavorare e lavoreremo".
"A quest'opera di diffusione - gli
ha fatto eco l'assessore provinciale all'agricoltura, Marco Bellion - dovremo
contribuire tutti, compresi noi amministrazioni pubbliche, l'Atl, le Pro
loco. Sarà necessario studiare forme di incentivazione per invogliare
chi organizza eventi in Canavese, e più in genere nella provincia
torinese, a puntare con decisione sui prodotti locali. E' una sfida da
vincere, con il contributo di tutti".
Segnaliamo, in ultimo, i produttori
che partecipano a questa edizione dei "Passito days": la Cooperativa Produttori
Erbaluce, le aziende Renato Bianco, Filiberto Gnavi, Giuseppe Picco di
Caluso; le aziende Caretto e Orsolani di San Giorgio; la Cantina Sociale
del Canavese di Cuceglio; le aziende Santa Clelia di Mazzè e Roberto
Crosio di Tonengo; le aziende Giovanni Silva e Cieck di Agliè; l'azienda
Ferrando di Ivrea; la Cantina Sociale della Serra di Piverone. Per informazioni:
011.983.38.60, 347.260.10.17 (Consorzio di tutela) o 0125.61.81.31 (Atl
del Canavese).
m.s.