TORRAZZA - La non facile situazione
ambientale del territorio torrazzese ritorna prepotentemente all'attenzione
dell'opinione pubblica dopo le notizie delle ultime settimane, che vogliono
l'area del paese individuata come probabile sito per la discarica della
Provincia, e il ritorno in lizza anche come sito per l'inceneritore. Particolarmente
preoccupati per quanto sta accadendo sono i responsabili del gruppo Ira
(Iniziativa Recupero Ambientale), da molti anni in prima linea per difendere
il diritto di tutti a vivere in un ambiente non messo a rischio di inquinamento.
Preoccupano gli scavi per la nuova
linea ferroviaria ad Alta capacità, nella parte a monte del paese,
al confine con il comune di Rondissone, dove si realizzano buchi, si porta
via terra, si fanno mucchi: e se rimangono scavi vuoti, si sa che questi
possono facilmente diventare luoghi ideali per le discariche. Preoccupano
le discariche esistenti: Torrazza ne ha una di rifiuti tossico-nocivi in
regione Roletto, di proprietà della società "La Torrazza",
dove ci sono sette vasche già piene e con l'ottava ormai pronta
per accogliere nuovi rifiuti: quest'ultima, da sola, ha un volume pari
a quello delle altre vasche, per una capacità di circa 400 mila
metri cubi.
Gli ambientalisti si pongono questo
interrogativo: come mai, se la vasca è pronta, non è ancora
iniziato lo stoccaggio? Forse l'autorizzazione tarda ad arrivare per gli
allarmi lanciati sull'inquinamento di scorie saline, riscontrato sulla
prima falda idrica che scorre a circa 20 metri di profondità? Quest'ultimo
problema aveva a suo tempo destato notevole preoccupazione, perché
si teme che le sostanze che hanno intaccato la prima falda possano raggiungere
la seconda, certo molto più profonda, che appartiene all'acquedotto.
Come è poi stato fatto rilevare in documenti ufficiali, le perforazioni
eseguite nel terreno, come i pozzi per i rilevamenti, potrebbero diventare
un'altra via preferenziale di comunicazione fra le due falde... Tra tutto
quanto, insomma, c'è poco da stare allegri.
a.s.