IVREA - Si è svolto 16 gennaio
il Consiglio comunale dedicato, per la maggior parte, all’esposizione dell’indagine
conoscitiva svolta dalla Commissione Interventi Sociali, Sanità
e Volontariato, presieduta dal consigliere Giuseppe Vittonatti, sulle problematiche
delle famiglie eporediesi.
E’ uno studio voluminoso, che prosegue
da circa un anno, chiesto e ottenuto, tramite interpellanza comunale, dal
consigliere di minoranza Mario Raio della lista civica Uniti per la Comunità
in seguito ai dati preoccupanti pervenutigli sulla situazione dei nuclei
familiari cittadini. I dati sono emersi dalla ricerca condotta dall’Associazione
per la Consulenza Familiare, in collaborazione con il Tribunale di Ivrea,
ed esposti durante un incontro in sala Santa Marta, e riguardano l’andamento
negli anni 1990/2000 dei matrimoni, delle separazioni e dei divorzi in
Canavese. Era necessario individuare quali interventi attuare, soprattutto
per aiutare quelle famiglie bisognose che non riescono più a superare
le difficoltà di ogni genere e preferiscono sciogliere il nucleo
familiare, anche a discapito degli eventuali figli a carico.
Nel maggio 2001 era stata votata
all’unanimità dal Consiglio la modifica parziale dello Statuto comunale,
con inserimento all’articolo 3 del comma sulla “tutela della vita umana,
della persona e della famiglia….”: dando così un valore formale,
legale a quanto già ogni singola coscienza civica dovrebbe rivolgersi.
Sono infine state accolte dalla
Commissione tutte le richieste del consigliere Raio, dimostrando
come più gruppi consiliari, di diversa provenienza politica, possono
raggiungere un accordo per il “bene comune”.
Le proposte così si possono
sintetizzare: politica fiscale e tariffaria che tenga conto della composizione
del nucleo e del reddito familiare; favorire lo sviluppo dei servizi che
soddisfano i bisogni della famiglia; agevolare o/e sostenere associazioni
pubbliche e private che programmano e svolgono in modo autonomo un’azione
formativa per la famiglia o un’ azione di appoggio (ad esempio i micronìdi
organizzati da famiglie associate); sostenere quei nuclei che hanno soggetti
deboli, handicappati per favorire la loro permanenza nella realtà
familiare.
Si può dire che le proposte
contenute nel documento e approvate devono spronare l’ amministrazione
comunale ad impegnarsi concretamente a realizzare, seppure nei limiti dei
finanziamenti provenienti da Regione o Stato, gli interventi in favore
delle famiglie, soprattutto di quelle meno abbienti.
m.e.b.