Alcuni avvenimenti recenti c’inducono
ad allargare l’orizzonte in cui si situa l’imminente Settimana di preghiere
per l’Unità (18-25 gennaio): dall’ecumene cristiana, all’interno
della quale occorre cercare vie e possibilità di dialogo e di intesa
fra le differenti Chiese, all’ecumene mondiale abitata dalla grande famiglia
umana, con la molteplicità delle razze, nazioni, etnie, culture,
religioni. Dal dialogo ecumenico, dunque, è utile passare al più
ampio dialogo interreligioso, su scala mondiale. Gli avvenimenti cui alludevo,
si riferiscono ad un rapporto fra religioni che si vorrebbe sempre più
teso e conflittuale, al punto da prefigurare, come esito inevitabile, quello
dello scontro fra civiltà. L’ignobile piazzata avvenuta negli studi
di un’emittente televisiva veronese fra il sig. Adel Smith ed alcuni esponenti
neo-fascisti locali, con scambi di insulti e cazzotti, non va certo enfatizzata
oltre il dovuto (si farebbe il gioco degli interessati, dando loro una
popolarità che non meritano), ma costituisce un segnale inquietante
di ciò che alcuni vorrebbero che accadesse: la convivenza fra culture
e religioni degenerata in scontro aperto, con la “cacciata dei barbari”
e l’esaltazione di un’etnicità (padana?), arrogante e intollerante.
C’è chi, davanti al pericolo
islamico, ha rispolverato nientemeno che San Pio V e la battaglia navale
di Lepanto, dove la flotta “cristiana” inflisse una pesante sconfitta a
quella mussulmana. Abbiamo davvero bisogno di nuove Lepanto?
L’ecumenismo non è solo una
serie di iniziative suggerite da una saggia diplomazia e dall’esigenza
di una tranquilla convivenza: è uno spirito, e un impegno in vista
dell’unità nella pluralità, che va trasferito in un ambito
più vasto, come si diceva. Come antidoto, ad esempio, ad una mentalità
che già pronostica, nella guerra degli USA all’Iraq prossima ventura,
lo scontro epocale fra il “cristiano” George W. Bush e il “mussulmano”
Saddam Hussein. Tutti sanno, invece, che quella guerra - se ci sarà
- non avrà nulla di cristiano o di mussulmano. Sarà una sconfitta
per tutti, specialmente per chi ha confuso politica e religioni.
piero agrano