LOCANA - Consiglio comunale aperto,
svoltosi presso il salone delle ex-casermette, promosso dalla minoranza
consiliare, sui problemi dell'occupazione in valle. Partito da una analisi
della drammatica situazione dell’Itca di Sparone, a sostegno dei lavoratori
della quale gli amministratori locali si sono detti disponibili a qualsiasi
azione di sostegno, il dibattito si è poi concentrato sui destini
dell’altra grande realtà produttiva ed occupazionale della valle:
l’Azienda Energetica Metropolitana. Andrea Cinti, rappresentante dell’Aem,
ha spiegato come siano infondate le voci di smantellamento degli impianti
in valle in vista della scadenza delle concessioni nel 2010. “C’è
l’intenzione di chiedere il rinnovo delle concessioni - ha detto Cinti
-: ne è la dimostrazione l’ordine del giorno approvato nelle
settimane scorse dalla Città di Torino, possessore del 69 per cento
delle azioni dell’Aem, con cui il sindaco Chiamparino si impegna a far
sì che nei budget annuali vengano previsti investimenti negli impianti
della valle Orco, tali da assicurare l’ammodernamento tecnologico, garantire
la sicurezza per i lavoratori e per gli abitanti della valle e migliorare
l’efficienza produttiva”. Parole rassicuranti, anche se i rappresentanti
dei sindacati e le autorità locali non sono dello stesso avviso.
Dice Venerino Giovannini, delegato dei sindacati aziendali: “Si dovrebbero
mantenere i posti di lavoro in valle. Negli ultimi mesi molti lavoratori
dell’azienda, fra cui una squadra di guardiafili, sono stati trasferiti
fuori valle. I posti di lavoro ora sono 130, mentre con l’accordo siglato
nel marzo scorso dovevano essere 154”.
Si è posto anche l’accento
sulla sicurezza della frana di Bertodasco, quella che ha provocato l’evacuazione
dell’abitato di Rosone vecchio: per intenderci, quella che da sempre desta
preoccupazioni nella zona della condotta forzata che da Perebelle scende
alla centrale di Rosone per lo smottamento della montagna. Questa è
monitorata dai tecnici della Regione e nel caso di cedimento un dispositivo
di sicurezza farebbe interrompere il deflusso delle acque.
Molti i suggerimenti da parte dei
sindacati a comuni e comunità montana. Soprattutto chiedere di riaprire
il tavolo del protocollo siglato nel 1998 tra Aem, sindacati ed enti locali.
Da parte sua l’azienda si impegna a promuovere un tavolo di concertazione
tra Aem, enti locali e Regione che permetta di utilizzare al massimo le
risorse disponibili per lo sviluppo e l’incremento dell’occupazione in
valle Orco.
L’augurio è quello che si
faccia il possibile perché i posti di lavoro in valle siano salvaguardati,
se non si vuole che le forze giovanili abbandonino per sempre la zona montana.
piero valesano