Domenica 15, Giornata per il Seminario. Parlare del Seminario vuol dire
parlare dei preti che verranno. E di quelli che già ci sono.
Che cosa dire sui preti, che già non sia stato detto? E come parlare
di se stessi, nascondendo un certo imbarazzo? Il prete, si dice,
è un 'chiamato'. Da Dio, per la Chiesa. E non di folgorazione improvvisa
si tratta (almeno a me non è accaduto così!), ma di un guardarsi
intorno e provare a dire: "Sì, nonostante i miei limiti, una mano
posso darla anch'io… per tutta la vita".
Un "eccomi" davanti a Dio, mediato dalla Chiesa, da 'questa' Chiesa,
inserita in questa società. Nell'attuale società 'mediatica'
accade sempre più spesso di vedere preti impegnati in dibattiti
di vario genere. Può destare perplessità o dare fastidio
una certa sovraesposizione di ecclesiastici in talk-show televisivi, ma
è quanto meno curioso osservare che a dare voce a movimenti diffusi
siano dei preti o comunque la loro voce sia fra le più ascoltate:
Alex Zanotelli, Luigi Ciotti, Vitaliano Della Sala… La critica a questa
società, la proposta che "un mondo diverso è possibile" non
viene da accademici schierati a sostegno di qualche ideologia, ma da "uomini
per gli uomini", compromessi nella loro storia, nei loro problemi e nelle
loro speranze. Testimoni talvolta discutibili, ma testimoni, appunto, pronti
a sporcarsi le mani.
Sì, ma gli altri preti? ci si domanderà. Vi sono ruoli
e vocazioni diverse nello stesso ministero sacerdotale. C'è chi
sta sotto i riflettori, applaudito o contestato a seconda dei casi. E c'è
chi si muove senza fare clamori, compiendo ogni giorno il proprio dovere…
Anche nel silenzio, talvolta gradito, talaltra imbarazzante e deludente,
il prete si trova a svolgere la sua missione. Ma non accade, forse - per
stare alla recente catechesi di Giovanni Paolo II - che Dio stesso si ritragga
nel suo silenzio? Già, è il "silenzio di Dio", quello
che ci mette paura. Forse è necessario per prepararci ad ascoltare
meglio la sua Parola. E le parole degli uomini.
piero agrano