LOCANA - Ad ogni precipitazione piovosa
un po’ abbondante gli abitanti delle valli canavesane ripiombano con apprensione
negli incubi dell’alluvione. Così, le piogge intensissime dell’altra
settimana, che hanno procurato danni ingenti in varie zone del Piemonte,
hanno di nuovo messo in allarme la popolazione. Sabato scorso sulle valli
Orco e Soana si è abbattuto un vero e proprio nubifragio: pioggia
incessante e raffiche di vento hanno flagellato la montagna facendo ingrossare
a dismisura i corsi d’acqua; grossi rii e torrenti si precipitavano dai
fianchi dei monti riversandosi sull’ex statale e così creando gravi
disagi agli automobilisti. Tutte scene già viste. Ed anche se questa
volta l’emergenza è stata superata senza danni, risulta difficile
non pensare in tali circostanze che lo sconvolgimento delle situazioni
meteorologiche non sia anche colpa dell’uomo, che ha usato violenza sulla
natura e ora ne subisce la vendetta per il tramite di tali calamità.
A proposito della ricostruzione
del dopo-alluvione a due anni di distanza dal calamitoso evento, va segnalato
come siano stati recentemente sospesi i lavori nei pressi di Castignè,
sull’unico tratto della ex-statale 460 ancora regolato da un punto
semaforico. A stabilirlo un provvedimento della Regione Piemonte che, in
seguito a un sopralluogo effettuato dal Genio Civile e alla documentazione
inviata dalla Comunità montana e dal Comune, ha riconosciuto che
il progettato intervento in quel tratto della carreggiata avrebbe potuto
creare un ostacolo al deflusso delle acque in caso di piene. Si tratta
di una vittoria del comitato spontaneo degli abitanti, che l’estate scorsa
avevano protestato vivacemente contro la costruzione di un muro di contenimento
in un punto laddove esso avrebbe potuto costituire un grave pericolo per
i terreni situati sulla sponda opposta. E così l’Anas dovrà
presentare un altro progetto che incontri l’approvazione del Genio civile.
Soddisfazione e nello stesso tempo
amarezza sono i sentimenti con cui la notizia è stata appresa dal
comitato spontaneo. Dice Giovanni Bruno Mattiet (nella foto), referente
del Comitato ed ex-assessore di Comunità montana: “Da un lato siamo
contenti dell’accoglimento delle nostre richieste, ma certo occorreva pensarci
prima: invece si è perso tempo prezioso e ora bisognerà aspettare
chissà fino a quando”.
Da segnalare, ad ogni buon conto,
che procedono invece alacremente e saranno terminati prima di un anno i
lavori del ponte del Gurgo, mentre quelli sul Vallenga in località
Vernè sono pressoché ultimati.
piero valesano