CASTELLAMONTE - Un piano finanziario e tecnico, da varare insieme ai
Comuni per arrivare entro tre anni ad un passaggio graduale e non traumatico
dalla tassa alla tariffa sui rifiuti. E’ la proposta lanciata al recente
Salone della Pubblica amministrazione di Ivrea dal Consorzio Asa di Castellamonte,
che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei solidi urbani in un’ampia
fetta del territorio altocanavesano.
Il delicato passaggio da tassa a tariffa non investe soltanto un cambiamento
semantico, ma una trasformazione profonda della filosofia alla base della
gestione dei rifiuti. L’intento della legge alla base di questa piccola
rivoluzione - il Dpr 158/99, che fissa nel 2005 la scadenza concessa per
adeguarsi ai centri fino a 5mila abitanti e nel 2008 il termine ultimo
per tutti gli altri Comuni - è duplice: innanzitutto incentivare
decisamente la pratica della raccolta differenziata dei rifiuti, che garantisce
costi ambientali inferiori. In secondo luogo si punta ad instaurare
un sistema più equo nella ripartizione dei costi del servizio: il
postulato di base della tariffazione è che ognuno paghi in relazione
alla quantità di immondizia prodotta, mentre i criteri oggi in vigore
penalizzano spesso chi vive da solo in alloggi medio-grandi, anche a fronte
di una produzione di rifiuti inferiore a quella di nuclei familiari più
numerosi.
La questione è complessa, anche perché risulta improponibile
pensare di “pesare” tutta la quantità di rifiuti singolarmente conferita
nei cassonetti da ciascun cittadino. E poi perché un sistema di
raccolta comunque più mirato e presente di quello attuale richiederà
costi economici probabilmente superiori agli attuali, con un conseguente
lievitare delle bollette. “Dobbiamo partire da subito con le adesioni dei
Comuni e con un piano finanziario, per concertare e sperimentare il passaggio
tassa-tariffa senza imporre modelli astratti”, dice il direttore Asa Emidio
Filipponi.