IVREA - Sono sempre loro, quelli
di Legambiente, del Social Forum, dell'Albo delle Associazioni di Tutela
dell'Ambiente e dei Consumatori: i "rompiscatole a oltranza", i "bastian
contrari", quelli che lottano contro il parco "Mediapolis" e fanno costantemente
le pulci all'amministrazione di Fiorenzo Grijuela. "Ne faremmo volentieri
a meno, non è che ci sentiamo gratificati da questo ruolo - spiega
Agostino Petruzzelli -: esiste, qui come altrove, un problema di trasparenza
negli atti amministrativi, si assumono decisioni senza cercare il minimo
coinvolgimento della cittadinanza. Quello della partecipazione è
un percorso difficile, è vero, ma che non può essere eluso
passando sopra alla testa della gente".
Questa volta la vicenda è
quella dell'area ex Montefibre: una vicenda grossa, che riguarda da vicino
l'evoluzione della città nel prossimo futuro. "Il Piano particolareggiato
relativo all'area ex Montefibre - fa notare Petruzzelli - è stato
approvato in Consiglio comunale il 1° luglio. Poi c'è stato
un mese di tempo per prendere visione del documento, e un altro mese scarso
per presentare le osservazioni: i mesi d'estate, quando la città
si svuota". Che la vasta zona un tempo occupata dalla Manifattura vada
restituita alla città, è un dato di fatto su cui tutti concordano.
Come realizzare questo obiettivo... be', qui le opinioni divergono. "Di
fatto - spiega Petruzzelli - sappiamo solo che il recupero dell'area avverrà
grazie a una convenzione tra Comune e società ‘Parco Dora Baltea’
(Olivetti Multiservices, Cogeis e Zoppoli & Pulcher), che aveva rilevato
l'area dai precedenti proprietari. Di questa convenzione, però,
non esiste traccia in nessuno dei documenti dei quali abbiamo potuto prendere
visione". "Quello che abbiamo potuto notare - gli fa eco Graziella Bronzini
- è che il piano particolareggiato indica come costi, per l'urbanizzazione,
22 milioni di euro, e ricavi per 8 milioni. La differenza sono 14 milioni
di euro: dove troverà, il Comune, quei soldi?".
L'attenzione, poi, passa alla scuola
elementare "Costantino Nigra", destinata ad essere demolita. "Ma questo
- sostiene Petruzzelli - l'abbiamo scoperto quasi per caso, leggendo una
voce di una tabella illustrativa: in nessun'altra parte del documento è
scritto. Bene, il preventivo di spesa per quest'opera è di 340 mila
euro; ma se si abbatte, la scuola elementare dovrà essere ricostruita
da qualche parte: e questi sono costi, ma nel documento non sono indicati.
E' indicato, invece, l'abbattimento del meeting point, per la cui realizzazione
si sono spesi, nel corso del tempo, 9 miliardi di lire".
C'è, poi, la questione del
cosiddetto "Comparto sud", la zona a meridione dell'area Montefibre, non
compresa nel piano particolareggiato, ma rispetto alla quale viene formulata
una generica "promessa": quella di individuare, al suo interno, aree edificabili
da cedere ai privati, a compensazione di quelle presenti all'interno dell'area
Pp3 trasformate da edificabili a verde pubblico. "Però non viene
detto da nessuna parte - continuano i firmatari del documento - che il
'Comparto sud' risulta essere, secondo il piano di assetto idrogeologico,
a rischio di esondazione della Dora". L'ope-razione, inoltre, comporterebbe
lo spostamento del campo sportivo della Sacca in una zona appena sotto
la collina di Monte Marino, riducendo drasticamente l'esposizione al sole
dell'impianto: "Così lo trasformeremmo - dicono - in una pista di
pattinaggio!".
E poi tanto altro ancora: una concezione
delle piste ciclabili considerata sbagliata, la previsione di dirottare
la viabilità della zona verso stradale Torino, arteria già
fortemente congestionata, il parcheggio di servizio al futuro Movicentro,
non "a raso", come in un primo tempo indicato, ma sotterraneo, per lasciare
spazio al secondo centro commerciale.
"Quello che più ci preoccupa
- conclude Nevio Perna -, al di là dei singoli problemi, è
la concezione di sviluppo cittadino che emerge da questo documento. Altro
che ‘quarto quartiere olivettiano’, come è stato detto in modo pomposo
e retorico (tutti sappiamo che il contesto in cui l'esperienza Olivetti
si è sviluppata non esiste più da decenni). Quello che avremo
sono 200 nuove unità abitative e due centri commerciali belli grandi,
da 4 mila metri quadri l'uno. Allora la Ivrea del futuro sarà, al
massimo, la 'terza cintura' di Torino, la 'cintura per benestanti'. Può
darsi che agli eporediesi questo stia bene: ma a noi sembra che nessuno
lo abbia mai domandato loro con chiarezza".
mauro saroglia